DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL…
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Il piano messo a punto sull’asse Roma-Mar-a-lago-Teheran, per sciogliere il nodo Abedini-Sala, sulla carta era ben studiato per non far perdere la faccia a nessuno. Fin quando non è intervenuto il solito diavoletto, quello che fa le pentole ma non i coperchi.
Che fare, si è chiesta Giorgia Meloni, dopo l’arresto del 16 dicembre scorso della “spia” iraniana all’aeroporto Malpensa di Milano su richiesta ufficiale del Dipartimento di Stato americano (con allegato un ricco dossier su Abedini, accusato di trafficare in tecnologia “dual use” per i droni dei pasdaran e per questo “dalle mani sporche di sangue americano”), a cui gli ayatollah di Teheran hanno fatto seguire, dopo appena 48 ore, il “sequestro” di Cecilia Sala?
L ARRIVO DI CECILIA SALA ALL AEROPORTO DI ROMA CIAMPINO
Un dilemma bilama per l’atlantismo “senza se e senza ma” della premier: un rifiuto di Palazzo Chigi all’estradizione in Usa dell’ingegnere iraniano (che per la giustizia italiana non ha commesso nessun reato) in cambio della liberazione della giornalista italiana, quali reazioni avrebbe innescato da parte degli Stati Uniti?
A tale proposito, il quotidiano “Wall Street Journal” scrive: "Giorgia Meloni sapeva che il rilascio di Abedini come parte di uno scambio di prigionieri rischiava di irritare gli Stati Uniti, incluso il presidente entrante Donald Trump, che dovrebbe rinnovare la sua politica di 'massima pressione' sull'Iran”.
DONALD TRUMP - ELON MUSK - GIORGIA MELONI
Ma il destino vuole che il fattaccio avvenga nel periodo di transizione da una presidente all’altro. Dall’amministrazione Biden a quella di Trump. Meloni, il 29 dicembre, dodici giorni dopo l’arresto di Abedini, chiede aiuto al suo caro amico Elon Musk: una conversazione nella quale entra la voce angosciata della mamma di Cecilia Sala.
A quel punto, il ketamico si adopera per convincere Trump ad attovagliare la Statista della Garbatella a Mar-a-lago, in Florida. Il caso Sala-Abedini deve essere assolutamente fuori dal motivo del blitz: solo un “omaggio” al presidente eletto, accompagnato da una cena e dalla proiezione di un documentario complottista sul “furto” di Biden a spese di Trump alle presidenziali del 2020.
Difatti, sull’improvviso e irrituale viaggio a casa di colui che prenderà possesso della Casa Bianca a partire dal 20 gennaio e che diventa uno sgarbo istituzionale inferto al presidente in carica Joe Biden, Meloni non apre bocca mentre Trump la riassume così alla stampa: "Gli altri leader hanno mostrato grande rispetto per il nostro Paese. La premier italiana Meloni è volata fin qui per poche ore solo per vedermi".
Cosa si è portata a Palazzo Chigi da Mar-a-lago, Giorgia dei Due Mondi? Lo scrive “Il Fatto Quotidiano”: “Fonti governative italiane accreditano una disponibilità del tycoon, specie se la partita si chiuderà prima del 20 gennaio e dunque con Joe Biden ancora alla Casa Bianca, senza macchiare con un “no” la relazione tra Meloni e Trump”.
Nella complessa trattativa diplomatica e di intelligence con l’Iran, il rilascio della Sala non doveva essere collegato con la liberazione dalle patrie galere di Abedini, prevista nelle prossime settimane. Bisognava salvare la faccia: il 9 era previsto l’atterraggio a Roma di Biden per un incontro con Papa Bergoglio, il 10 era in agenda un appuntamento quirinalizio con Mattarella e sabato 10 un colloquio con la premier di Palazzo Chigi (con Abedini in attesa del giudizio della Corte di Appello di Milano). Passata la festa, gabbato il santo: una volta decollato il presidente uscente, con Sala tornata a casa, si sarebbe potuto procedere alla liberazione di Abedini.
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A PARIGI PER L INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME
Intanto il velo di silenzio sulla trattativa Meloni-Trump, camuffata da “omaggio al neo presidente”, viene strappato dalla mamma di Cecilia Sala che, travolta dalla felicità di riabbracciare la figlia, si sente in dovere di ringraziare i buoni uffici di Musk: “Quando viene in Italia gli cucino qualcosa di buono”.
“Tutto quello che vuole’’, cinguetta il tenero Elon con il suo galoppino italico Andrea Stroppa che pubblica una foto del genio svalvolato con un fumante piatto di spaghetti.
Ora sarà pure rimban-Biden ma Joe non è un cojone: gli schiaffi ancora li sente. E dopo aver visto la “sua” Giorgia intenta a baciare la pantofola a Trump, il presidente uscente degli Stati Uniti ha deciso di cancellare il viaggio in Italia, con la scusa ufficiale legata agli incendi a Los Angeles (come se si mettesse lui con il secchiello a spegnerli).
Va infine aggiunto che lo schiaffo di Meloni a Biden ha fatto piacere anche a Trump, indispettito per il mese di lutto deciso dalla Casa Bianca per la scomparsa dell’ex presidente Carter: ciò comporterà che il suo insediamento avverrà con le bandiere a stelle e strisce a mezz’asta. Roba da grattarsi i cabasisi.
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