DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
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Il neonato Conte bis, che nasce baciato dai governi stranieri e dall'Unione Europea, ha due variabili tutte nostrane che potrebbero soffocarlo da un momento all'altro: una è la tenuta del Movimento 5 Stelle, sempre più frammentato in anime e animelle difficili da gestire. L'altra è un certo senatore di Rignano sull'Arno, impossibile da gestire, che da quando ha lasciato Palazzo Chigi (5 dicembre 2016) trama per riprendersi sia il governo che il Pd.
Col primo, più o meno, c'è riuscito. Manca il secondo, non mancano però i piani che fa e disfa ogni settimana, in base alle condizioni politiche che si trova davanti. Noi possiamo rivelare l'ultimo in ordine cronologico, pronto a entrare in azione alla Leopolda o nel momento che riterrà più utile.
MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI
Su Dagospia abbiamo anticipato la sua idea di staccare dal Pd un po' di parlamentari fedelissimi (Boschi, Nobili, Ascani…) non per costruire un nuovo partito ma un nuovo movimento alla Camera (al Senato sarebbe costretto ad andare nel gruppo misto a causa delle regole procedurali diverse), lasciando dietro una truppa di altrettanti fedelissimi a fare da retroguardia.
RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE
Questi, radunati intorno a Lotti, Marcucci, Guerini, Bellanova ecc., proclamerebbero urbi et orbi la loro fedeltà al partito (''Non potrei mai lasciarlo'', diranno), ma resterebbero allineati con Pittibimbo, da loro considerato l'unico della falange capace di riprendersi la Presidenza del Consiglio.
Di questo si è parlato qui e altrove: l'obiettivo è diventare un altro stakeholder indipendente del governo, con pretese, proposte e volti indipendenti dal Pd zingarettiano. Ma la novità delle ultime ore è l'obiettivo secondario dell'operazione: un'opa ostile su Forza Italia, o quel che ne rimane. Il nuovo partito renziano sarebbe infatti un soggetto di centro, che punta a occupare lo spazio lasciato libero da un Banana sempre più sacciaccato e stufo della politica.
Non solo: è pieno di forzisti che non vogliono restare all'opposizione con Salvini e Meloni e sognano di entrare nel governo di pacificazione coi grillini, che ormai hanno sdoganato chiunque.
Ora che il sovranismo di Salvini ha (temporaneamente?) smembrato il centrodestra, ora che Toti non è più l'orsacchiotto prescelto, è tornato libero il ruolo che più morti politici ha fatto in Italia: quello di delfino ed erede di B. Renzi forse è l'unico che potrebbe incarnarlo, visto che terrà un piedone nel Pd come assicurazione sulla vita.
Il tutto con l'asse di Pierfurby Casini, che ringrazierebbe del seggio bolognese garantito lo scorso marzo portando in dote un po' di centristi ancora spendibili.
RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE
L'uscita di Renzi dal Pd permetterebbe poi il rientro di quelli di Leu, da Bersani in giù, finora bloccato proprio dal veto renziano. Tanto ormai sono tornati alleati di governo, e al Senato i loro voti sono preziosissimi. Quindi dentro o fuori cambia poco.
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