DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
LA POLIZIA CARICA GLI STUDENTI DURANTE UN CORTEO PRO PALESTINA A PISA
1. IL “FIGHT CLUB” DI PIANTEDOSI “LE REGOLE NON SONO VARIATE”
la carica dei 101 meme by emiliano carli il giornalone la stampa
Estratto dell'articolo di Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto quotidiano"
Un mese di scontri di piazza, quasi cinque di manganellate e cariche di “alleggerimento” – che “leggere” non sono – in tutta Italia. Milano, Torino, Vicenza, Venezia, Bologna, Roma, Napoli. Eppure, spiegano dal Viminale, “è del tutto falso ipotizzare che il governo abbia modificato le modalità di gestione dell’ordine pubblico”.
[…] Matteo Piantedosi tiene il punto. […] EPPURE nell ’ultimo mese le maglie della polizia si sono strette non poco. E si è visto. Il 20 gennaio, manganellati a Vicenza i manifestanti che protestavano contro la presenza di stand israeliani a “VicenzaOro”. Il 27 gennaio – Giorno della memoria –scontri in piazzale Loreto a Milano e nel quartiere di Tor Pignattara a Roma.
la polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 4
La situazione è esplosa dopo Sanremo: l’appello del cantante Ghali in diretta, le “scuse” dell ’Ad Rai, Roberto Sergio, le proteste. Il 13 febbraio botte e feriti ai cortei davanti alle sedi Rai di Napoli e Torino. Il 15 febbraio tafferugli a Bologna e a Roma, mentre il 21 febbraio, prima di Pisa e Firenze, c’era stata anche Venezia. Tutto era iniziato il 13 febbraio, davanti alla Sapienza di Roma, quando l’attacco di Israele in Palestina ha portato in piazza i collettivi studenteschi: anche lì scontri, fumogeni e manganellate.
I dati forniti ieri dal Viminale parlano di 2.538 manifestazioni dall’inizio dell’anno (55 giorni), di cui “394 a carattere pacifista” e 35 eventi (due ogni tre giorni) in cui si sono verificati disordini. […]
2. «SULL’ORDINE PUBBLICO NON ABBIAMO CAMBIATO LE REGOLE ECCESSI? LI VALUTEREMO»
Estratto dell’articolo di Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
sergio mattarella e giorgia meloni
Ministro Piantedosi, il presidente Sergio Mattarella ha ben spiegato che «l’uso dei manganelli», in particolare con i ragazzi, «rappresenta sempre un fallimento». È un richiamo a lei?
«Ho parlato con il presidente. Condivido le sue parole come le condividono tutti i poliziotti. Tutti noi auspichiamo sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Fondamentale in tale senso è anche la collaborazione degli stessi manifestanti».
Ma ormai ogni manifestazione è segnata dalle manganellate.
«Io guardo i dati e dico che non è così. Da più di un anno le manifestazioni pubbliche gestite dalle forze dell’ordine sono state oltre 13 mila, e di queste solo una minima parte ha fatto registrare incidenti, peraltro con una prevalenza di feriti tra le forze dell’ordine rispetto ai manifestanti. Dal riacutizzarsi del conflitto israeliano-palestinese l’impegno è notevolmente accresciuto. Dal 7 ottobre scorso sono state più di mille le manifestazioni e soltanto nel 3% dei casi si sono registrati incidenti».
[…] A Pisa e Firenze gli agenti hanno rincorso ragazzini di 15 anni. Non basta?
«Vedere quelle immagini ha contrariato e amareggiato anche me. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è in ogni caso doveroso svolgere ogni esame obiettivo su come siano andati i fatti. Ho chiesto di avere una dettagliata relazione sullo svolgimento degli eventi e su quale possibile attività di mediazione sia stata sviluppata per prevenire quegli incidenti che non fanno bene né ai manifestanti né agli operatori che erano sul campo. E nemmeno a tutti noi».
la polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 3
La gestione dell’ordine pubblico è uno degli indicatori di democrazia. Siamo un Paese autoritario?
«Il riferimento ai numeri che ho dato […] testimonia quanto le nostre forze dell’ordine siano attrezzate per svolgere il proprio compito in linea con le nostre caratteristiche di Paese maturo e democratico […]».
[...] Le regole decise dopo il G8 di Genova prevedono un contatto tra manifestanti e forze dell’ordine solo in casi estremi. È cambiato qualcosa?
«Il governo non ha cambiato le regole della gestione dell’ordine pubblico. Dunque non è cambiato nulla di quel principio. Semmai si è ancor più rafforzato. Nelle ultime ore a Milano le forze dell’ordine hanno gestito l’ennesima, impegnativa manifestazione cui hanno preso parte 15mila persone e durante la quale si è assistito purtroppo ancora una volta a comportamenti offensivi e violenti. Eppure nonostante le prescrizioni imposte dalle autorità, molte delle quali disattese, i manifestanti hanno espresso liberamente il loro pensiero senza alcuna criticità».
Non era stato chiesto agli agenti di evitare violenze?
«Le forze dell’ordine anche in questa occasione, con equilibrio, hanno saputo far rispettare le disposizioni senza ricorso a strumenti diversi dalla mediazione e dal contenimento. Il governo non ha alcun interesse che si verifichino disordini, al contrario vuole assicurare la massima espressione delle libertà dei cittadini in forma ordinata e pacifica».
[...] Ha parlato con la presidente Meloni?
«Lei segue o coordina tutte le questioni e le tematiche rilevanti per la complessiva azione di governo. Ma la responsabilità del mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza è mia e ne sono responsabile anche nei suoi confronti. […]».
3. “DIFENDEVAMO LUOGHI SENSIBILI” PIANTEDOSI E QUEL DIETROFRONT IMPOSTO DA PALAZZO CHIGI
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
kit corteo per manifestazioni vignetta andrea bozzo per il giornalone la stampa
Venerdì sera. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è al telefono con i sindacati di Polizia. Sugli schermi dei computer le immagini dei pestaggi di Pisa. Piantedosi è furioso: «Ma che hanno combinato?». Ieri mattina, dal Quirinale parte una telefonata al Viminale. Il presidente della Repubblica è sdegnato, comunica che interverrà personalmente, perché «l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza».
Piantedosi dice di condividere il punto […]. Primo pomeriggio, la presidente Giorgia Meloni prende in mano il dossier (nelle ore precedenti era stata inevitabilmente poco presente, visto il G7 da Kiev) e decide, con i sottosegretari Fazzolari e Mantovano, la linea. Che non è quella del presidente della Repubblica, condivisa con il Viminale. Anzi. «Noi siamo dalla parte della Polizia senza se e senza ma. La sinistra con i violenti: se ci sono stati errori dei singoli, si vedrà. Ma alla base c’era che quel corteo non era autorizzato.Punto.».
giorgia meloni volodymyr zelensky giovanbattista fazzolari
È così che non appena il Quirinale pubblica la sua nota, parte la controffensiva. Che va in un senso diverso rispetto a quanto fino a quel momento era stato fatto. Il Viminale si muove infatti subito venerdì quando capisce che quello che è accaduto è troppo grave per poterlo rubricare nel tre per cento di scontri accaduto durante le più di mille manifestazioni che si sono succedute dal 7 ottobre a oggi.
Piantedosi sente il capo della Polizia, Vittorio Pisani. E nella serata concordano un documento in cui il Dipartimento di sicurezza parla della necessità di «un momento di riflessione sugli aspetti organizzativi e operativi». Tradotto: abbiamo un problema.
la polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 1
Non lo nasconde nemmeno Piantedosi nelle riunioni che si susseguono al Viminale. «Sono colpito negativamente anche io», dice. «Non possiamo permetterci incidenti in altre manifestazioni. Certo, per farlo serve la collaborazione di chi scende in strada». La linea che sembra delinearsi è dunque un invito alla ricerca del dialogo con i manifestanti.
Pur difendendo però le modalità degli interventi adottate.
«Chi dice che abbiamo modificato le modalità di gestione dell’ordine pubblico,dice il falso: non è cambiato nulla rispetto ai vecchi governi», ripete Piantedosi ai suoi. Ma i numeri, […] indicano che qualcosa è cambiato e dunque qualcosa da cambiare c’è. Comincia anche un dibattito fin quando non arriva il comunicato di Mattarella. A Chigi non nascondono l’irritazione verso la sortita del presidente. E così dettano la linea: nessun riferimento diretto al capo dello Stato, ma duri a difesa della Polizia. E ancora: «Attacchiamo la sinistra che difende i manifestanti non autorizzati».
LA POLIZIA CARICA GLI STUDENTI DURANTE I CORTEI PRO-PALESTINA A PISA
E così dopo qualche minuto i primi a uscire, sono proprio i parlamentari di Fratelli d’Italia. «La sinistra che spalleggia i violenti è la causa dei disordini ai quali abbiamo assistito ». Poco dopo arriva Giovanni Donzelli […]: «Le forze dell’ordine non sono e non resteranno sole».
[…] La maggioranza scavalca a destra persino il capo della Polizia, Vittorio Pisani, che al Tg1 stigmatizza «iniziative che dovranno essere analizzate singolarmente e verificate con severità e trasparenza» pur ricordando che quel corteo non era autorizzato. È quello che in serata dice anche Piantedosi: «[…] sono in corso accertamenti su come si sono svolti i fatti ma non dimentichiamo che si è agito soltanto per difendere i due obiettivi sensibili. Resta da capire se c’era un’alternativa alle cariche di alleggerimento». Continuando così, tra qualche ora, è possibile che spunti l’ipotesi che i ragazzi si siano picchiati da soli.
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