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IL PIATTO PIANGE, NON SI PUÒ PIÙ ESSERE SCHIZZINOSI – L’ITALIA ACCEDERÀ AI PRESTITI EUROPEI DEL FONDO “SAFE” PER LE ARMI: IL GOVERNO HA COMUNICATO L’ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA, FISSANDO UN TETTO MASSIMO DI FINANZIAMENTI DI 14 MILIARDI DI EURO, SPALMATI IN 5 ANNI. LE RISORSE, PER QUANTO DI MODESTA ENTITÀ, SERVIRANNO A LIBERARE SPAZIO NEL DISASTRATO BILANCIO NAZIONALE, E COPRIRANNO PROGRAMMI DI DIFESA GIÀ APPROVATI (CI SARANNO 3 MILIARDI IN PIÙ PER EVENTUALI EMERGENZE) – AVVISATE SALVINI, CHE FINO A UN MESE FA PROMETTEVA BARRICATE PER EVITARE L'ACQUISTO A DEBITO DI NUOVE ARMI…

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Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “la Stampa”

 

ursula von der leyen giorgia meloni conferenza sulla ricostruzione dell ucraina. foto lapresse

L'Italia accederà ai prestiti europei del fondo Safe per le armi. La decisione è arrivata ieri mattina, al rientro di Giorgia Meloni da Addis Abeba, nel corso di una riunione convocata a Palazzo Chigi.

 

A Bruxelles, che attendeva una risposta entro la mezzanotte, è stata così notificata l'adesione italiana al gruppo dei circa 20 Paesi sui Ventisette che attingeranno ai 150 miliardi messi sul tavolo dall'Unione.

 

Il tetto massimo indicato da Roma, anche in considerazione del peso del debito pubblico, è stato fissato a 14 miliardi di euro spalmati in 5 anni.

 

A far pendere la bilancia verso il sì, nonostante le riserve iniziali mai nascoste dal ministro dell'Economia leghista Giancarlo Giorgetti — presente all'incontro insieme ai vicepremier, al titolare della Difesa Guido Crosetto e al ministro per gli Affari Ue Tommaso Foti — sono stati due elementi chiave: le condizioni giudicate «estremamente favorevoli» del prestito e il cambio di scenario economico imposto dall'impatto dei dazi americani.

 

SALVINI CONTRO L EURO

Come spiega a La Stampa una fonte ai massimi livelli dell'esecutivo, le risorse del Meccanismo europeo per la sicurezza «serviranno a liberare spazio nel bilancio nazionale».

 

 In pratica, i fondi Safe saranno utilizzati per coprire programmi di difesa già approvati e compatibili con i requisiti che ora dovranno essere negoziati con la Ue. In questo modo, l'Italia potrebbe ritrovarsi con circa 3 miliardi di euro di margine in più fino al 2030, da usare per eventuali emergenze — compresa quella legata al contraccolpo dei dazi americani sulle imprese nazionali.

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera

Il vantaggio ulteriore secondo l'esecutivo? I prestiti non graveranno nell'immediato sulle casse pubbliche. Bruxelles, che mira al rilancio della Difesa Ue anche sfruttando l'impegno assunto con la Nato dagli Stati membri per il raggiungimento della soglia del 5% di spesa militare rispetto al bilancio, comincerà a riscuotere i rimborsi solo dal 2035, distribuendoli su un arco di 45 anni. Per di più, appunto, a condizioni «favorevoli»: il tasso d'interesse dovrebbe infatti attestarsi sotto lo 0,18%, con possibilità di ulteriore ribasso nel corso del negoziato al via.

 

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guido crosetto giorgia meloni - armamenti

L'Italia, invece, dopo una lunga riflessione che costituisce un boccone molto amaro per Salvini e una Lega che fino a un mese fa prometteva barricate per evitare l'acquisto a debito di nuove armi, ha deciso di iscriversi al meccanismo.

 

Anche perché, ragionano fonti vicine al dossier, Bruxelles si è impegnata ad anticipare subito il 15% dell'importo richiesto. Risorse fresche, disponibili nell'immediato, che in questa fase delicata possono fare la differenza.

MEME SULLE ARMI ITALIANE A KIEV - BY DEMARCOmatteo salvini e le armiARMI ALL UCRAINA - VIGNETTA BY ANDREA BOZZO - IL GIORNALONE - LA STAMPA

 

GIORGIA MELONI GUIDO CROSETTO - FOTOMONTAGGIO IL FATTO QUOTIDIANO

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