DI GIOIA E DI PAPÀ – LELLO DI GIOIA, IL DEPUTATO PIDDINO BECCATO DA DAGOSPIA CON LA FIGLIA A POSTE VITA, SPUNTA ANCHE NELL’INCHIESTA SUL CRAC DELLA “DIVINA PROVVIDENZA” – ANCHE QUESTA VOLTA IN BALLO C’È L’ASSUNZIONE DELLA FIGLIA

DAGOREPORT

 

LELLO DI GIOIA 2LELLO DI GIOIA 2

Cuore di babbo non perde mai un colpo. Soprattutto se il babbo in questione si chiama Lello Di Gioia, e' un navigato socialista giunto ormai alla terza legislatura e ha da sempre qualche ruolo pubblico per cui è buona norma stargli almeno un po’ simpatici. Ricordate la storia del vulcanico presidente della Commissione parlamentare di controllo sugli enti gestori della previdenza? Ricordate la sua figliola, Silvia, che nel febbraio 2014, ossia poche settimane dopo la nomina del babbo alla suddetta carica, è stata assunta a Poste Vita dall'ad Bianca Maria Farina, ospite fissa nelle audizioni della commissione presieduta da papà?

 

LELLO DI GIOIALELLO DI GIOIA

Bene. Grazie alla Procura di Trani, e alle indagini sul crac della casa di cura pugliese Divina Provvidenza, abbiamo scoperto che il premuroso paparino vegliava sull'avvenire della figliola già da parecchio.

 

Nato a San Marco La Catola, nel Foggiano, e dunque pugliese  fino al midollo (mistero: è stato ultimamente eletto nelle file del Pd in Sardegna), secondo il Messaggero il buon Di Gioia è indagato per concorso in bancarotta fraudolenta, insieme alla sua Silvietta, perchè entrambi coinvolti nel fallimento da 500 milioni delle Ancelle della Divina Provvidenza.

Ha spiegato infatti un testimone ai magistrati che a spese delle suorine, e per coprire lo scandalo imminente, "Hanno fatto assunzioni selvagge..., dal 2007 al 2010-11 hanno assunto circa 260 persone... non si erano limitati a un numero accettabile..."

 

ANTONIO AZZOLINIANTONIO AZZOLINI

Nell'elenco dei beneficiati, suddivisi tra le sedi di Potenza, Bisceglie e Foggia, c'erano ovviamente amici, amanti, figli di. E come poteva mancare la figlia di Lello Di Gioia, ras socialista del foggiano?E come poteva, la suddetta figliola, essere brutalmente lasciata senza lavoro come tutti gli altri, quando alla Divina Provvidenza, ormai alla vigilia del fallimento, hanno predisposto un piano di licenziamento secco per mille dipendenti?

 

Infatti la giovane Silvia veniva gentilmente incentivata a lasciare il posto di lavoro con un'adeguata elargizione in denaro, che però le è costata l'iscrizione a Trani , insieme al babbo, tra gli indagati della bancarotta fraudolenta.

 

Il resto è storia.

Nel 2013 babbo Di Gioia va alla Camera e si aggiudica una influentissima funzione di indirizzo sull'attività della previdenza integrativa,  oggi centrale nel comparto assicurativo, e dunque su Poste Vita, che è il player assicurativo di Poste italiane. Risultato? La disoccupata Silvia viene assunta a Poste Vita, prima con contratto trimestrale, poi riconfermata a tempo indeterminato (unica tra tutti i trimestralisti)  come «specialista di sanità integrativa».

 

BIANCA MARIA FARINABIANCA MARIA FARINA

Dago racconta la faccenda, i giornali la riprendono, babbo smentisce, anzi promette addirittura di dimettersi dalla commissione... Beh, è ancora al suo posto. Pure Silvietta lavora sempre per Poste Vita. Anzi, poche ore prima che scoppiasse lo scandalo Divina Provvidenza stava pure per essere promossa: la Farina l'aveva infatti destinata alla sede milanese di piazza Cordusio come responsabile di un ufficio nuovo di pacca, la branch meneghina di Poste Vita. I postini più maliziosi mormorano che la ragazza avesse chiesto di essere avvicinata al marito, che per l'appunto lavora a Milano, a Equitalia. A centinaia di chilometri dal crac incombente Puglia.