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LA PIETRA TOMBALE SU IGNAZIO-STRAZIO LA METTE IL VATICANO - “L’OSSERVATORE ROMANO”: “ORA LA CAPITALE, A MENO DI DUE MESI DALL’INIZIO DEL GIUBILEO, HA LA CERTEZZA SOLO DELLE PROPRIE MACERIE. ROMA DAVVERO NON MERITA TUTTO QUESTO”

Da www.corriere.it

 

MARINO BICIMARINO BICI

Se, in base alla legge, i poteri del sindaco dimissionario sono ancora integri, tuttavia il dopo Ignazio Marino è già cominciato. Ai piani alti del Pd non si è perso tempo, tant’è che il presidente dem Matteo Orfini prima ha incontrato al Nazareno l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella e poi, a Palazzo Chigi, il premier Matteo Renzi. Sabella, in pole per diventare commissario fino alle elezioni, in alcune interviste non si è tirato indietro: « Ho improntato la mia vita a fare il servitore dello Stato», ha detto.

 

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Ma il capitolo più spinoso è l’altro, quello delle urne: quando andare al voto in una città in cui il M5S risulta essere il primo partito? E soprattutto, con quale candidato? Il tema è stato certamente affrontato nel vertice a Palazzo Chigi anche se, da fonti ufficiali, trapela solo che Renzi e Orfini hanno discusso del Giubileo puntando a «replicare il miracolo Expo» e di «come migliorare la vita dei romani».

 

L’APERTURA DI SEL

Renzi ha già escluso che il candidato democratico sarà scelto con le primarie («Decido io»), ma la minoranza dem si è affrettata a bocciare il premier. «A Roma - è intervenuto Roberto Speranza - si è consumata una profonda rottura tra città e Pd. Le primarie saranno per me inevitabili per provare a ricostruire. Non possono bastare decisioni calate dall’alto. È indispensabile ripartire dalla nostra gente».

 

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E mentre dal Pd sono arrivati anche venerdì mattina segnali di gelo nei confronti del sindaco, una piccola apertura è giunta da Sel: «Noi vogliamo andare avanti con il programma elettorale: è giusto chiedere al sindaco un cambio di rotta, la verità, il rispetto del mandato. Altrimenti può anche confermare le sue dimissioni» ha scritto su Facebook Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio. Aggiungendo poi: «Marino venga a riferire in consiglio comunale».

 

«CITTÀ IN MACERIE»

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Tra i tanti commenti alle dimissioni del primo cittadino, sconfortato quello dell’Osservatore romano: «Ora la Capitale, a meno di due mesi dall’inizio del Giubileo, ha la certezza solo delle proprie macerie». E poi: «C’è una sola grande certezza: Roma davvero non merita tutto questo». Il quotidiano della Santa Sede ha registrato «l’inedita unanimità» tra i media italiani nel ritenere «inevitabile» l’epilogo, con Marino «caduto sotto i colpi di un’inesorabile serie di episodi che, a seconda dei casi, sono stati quanto meno qualificati come gaffes, gesti francamente inopportuni o superficialità».

 

IL GIALLO DELLE DIMISSIONI

Ed è giallo intanto sul passo indietro del primo cittadino. Protocollato o no? Il vicesindaco Marco Causi aveva annunciato che Marino ha formalizzato le dimissioni poco dopo le 14 di venerdì facendo scattare così i 20 giorni per ripensarci: «La deadline per ritirarle o meno è il 29 ottobre». Ma Causi è stato smentito dalla presidente del consiglio comunale, Valeria Baglio, che ha precisato che «non appena sarà depositata la lettera di dimissioni ne sarà data comunicazione ufficiale».

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Quindi, se ne deduce, la missiva non è stata protocollata. «L’iter previsto dalle norme è chiaro - ha precisato Baglio -. L’articolo 53 del Testo unico sull’ordinamento degli enti locali dice che le dimissioni diventano efficaci e irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio comunale, vale a dire da quando vengono protocollate». Se è così, non c’è ancora il termine entro cui Marino potrebbe cambiare idea (passo peraltro escluso dai vertici del Pd): quel che è certo è che fino ad allora il sindaco e la giunta conservano i loro poteri.Il giallo delle dimissioni

 

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DA LUNEDÌ L’INCHIESTA SULLE SPESE

Ma la tensione con i dem non è tutto. Sulla testa del primo cittadino pende l’inchiesta sulle spese con la carta di credito del Comune. Marino, come promesso, ha restituito i rimborsi ottenuti dal Campidoglio per le cene di rappresentanza e i viaggi - firmando e consegnando alla Ragioneria un assegno di 19.704 euro - , ma l’indagine è solo per il momento «congelata».

 

La Procura all’inizio della prossima settimana darà il via agli accertamenti acquisendo la documentazione relativa all’utilizzo della carta di credito e al tetto di prelievo previsto, passato dai diecimila euro del giugno 2013 ai 50 mila di due mesi dopo. Il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Francesco Caporale e il pm Roberto Felici affideranno la delega alla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza.

 

Saranno quindi controllati gli scontrini e le ricevute fiscali e verranno sentiti alcuni ristoratori. Solo dopo potrebbe essere l’ora della convocazione di Marino davanti ai magistrati. L’indagine per ora è contro ignoti e senza ipotesi di reato, ma la contestazione più prevedibile è quella del peculato, un delitto che si consuma nel momento in cui un soggetto utilizza un bene altrui di cui è in possesso per ragioni d’ufficio. Quindi la restituzione dei (quasi) 20mila euro non salverebbe il sindaco.

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LA MATTINATA DI MARINO

«Sto bene»: il day-after di Ignazio Marino, cominciato con l’assedio di cronisti e fotografi sotto casa fin dalle prime ore della giornata, a metà mattina si è colorato con una mossa imprevista. Il sindaco, dopo essere entrato nel Palazzo Senatorio del Campidoglio da un ingresso secondario per eludere giornalisti e tv, è sceso in piazza fra la folla: «Sto molto bene. Sto andando a celebrare un matrimonio» ha detto, dirigendosi verso la sala rossa, protetto dalla scorta mai così numerosa come in questi giorni. La coppia degli sposi, Jamie, attrice americana in abito corto, e Matteo, italiano, ha ascoltato il sindaco leggere una poesia di Neruda prima di potersi scambiare anelli e bacio. «Il momento più bello è stato quando ha recitato la poesia sull’amore e questo è stato commovente», ha raccontato Jamie, emozionata.

 

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L’ATTACCO AI GIORNALI

Marino ancora una volta anche venerdì mattina se l’è presa con i giornali: «Leggo su alcuni quotidiani frasi virgolettate che mi vengono attribuite. Le smentisco categoricamente: si tratta di falsità che non ho mai pronunciato. Vedo che si parla di mie telefonate con Matteo Orfini che non sono mai avvenute, vedo mie frasi su inesistenti mail di Walter Veltroni pubblicate su Repubblica, frasi uscite sul Corriere della Sera in cui mi si attribuisce che “ora farò i nomi”. Tutto ciò è falso e sono costretto ancora una volta a procedere con le querele, oltre alle richieste di danni in sede civile».L’attacco ai giornali

 

I MERITI DI MARINO SUPERANO I SUOI ERRORI

Tra i pochi scesi in campo in difesa del primo cittadino, il vicesindaco Marco Causi ha sottolineato: «Sono assolutamente convinto che i meriti che anche storicamente verranno riconosciuti all’attività di Marino sono enormemente superiori agli errori che pure potrebbe aver fatto. Il primo merito è quello di aver risanato il bilancio del Comune di Roma».

IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO    IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

 

E ancora: «Sono convinto che Marino potrà affrontare il procedimento relativo alla sua carta di credito e sono convinto che ne uscirà a testa alta e più serenamente senza le responsabilità di sindaco». Infine, Causi ha precisato: «Nelle regole di ingaggio del Pd è chiaro che, a prescindere che sia sindaco, deputato o amministratore, chiunque debba affrontare queste bucce di banana è meglio che lo faccia dimettendosi».

IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO     IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO