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1 - TEMPISMO
Jena per “la Stampa” - Se non sapevate che a giugno si vota, ora lo sapete: Renzi ha promesso 80 euro ai pensionati
2 - RENZI TENTA IL DEPISTAGGIO “80 EURO AI PENSIONATI”
Antonio Castro per “Libero Quotidiano”
Election money. Volendo fare il verso a Milton Friedman (premio Nobel per l' economia, grande profeta della teoria dell'helicopter money, distribuzione di denaro ai cittadini dalle banche centrali per rilanciare i consumi), Matteo Renzi potrebbe esserne il più determinato seguace.
A pochi mesi dalle Amministrative e nel pieno della buriana petrolifera - che sta scuotendo le fondamenta del governo e del Pd - Matteo Renzi, con sospetta tempestività lancia la proposta bomba: «In questo momento abbiamo dato la precedenza a ceto medio» ma c' è il progetto di «allargare gli 80 euro» anche alle forze dell' ordine e «vorremmo darli anche a chi prende la pensione minima.
Vedremo se saremo in grado di farlo». Per uscire dall' angolo dell' inchiesta giudiziaria sullo stabilimento petrolifero lucano, il presidente del Consiglio usa il palco di #Matteorisponde (tradizionale diretta sui social media per rispondere alle domande degli italiani), per lanciare un po' di bombe di distrazioni di massa.
E peccato che per dare 80 euro in più al mese a oltre 2 milioni di pensionati al minimo (circa 500 euro al mese) servirebbero miliardi (a spanne oltre 2 l' anno). Ipotesi solo teorica («Sono in fase di valutazione del governo: è un' ipotesi allo studio del governo.
Il premier è stato molto cauto perché ha dei costi e ci sono molte aspettative nei cittadini», ha confermato il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi), visto che a gennaio per dare gli 80 euro alle sole forze dell' ordine operative si sono faticosamente racimolati 500 milioni in legge di Stabilità e il bonus varrà solo per il 2016. Ora l' uscita di Renzi mette in ambasce l' anima rigorista del Pd. Anche Filippo Taddei, responsabile economico del Partito, la prende larga: vediamo cosa riusciremo a fare nel 2017.
Tralasciando l'onerosità e sostenibilità di un impegno del genere, c'è chi come Giuliano Cazzola, grande esperto di questioni previdenziali, annusa aria di elezioni con sortite del genere. Di fatto Renzi ne dice tante sulle pensioni. Parla a ruota libera di flessibilità (che non s' è fatto nella legge di Stabilità 2015 per mancanza di quattrini e opportunismo), e poi - forse preso dal compulsivo digitare - si lascia sfuggire un anticipazione: interventi sul sistema di calcolo: «Il ricalcolo delle pensioni con il contributivo lo facciamo», ha assicurato non scendendo in dettagli, «ma non possiamo ammazzare chi va in pensione con il retributivo. Io ho interesse verso il sistema contributivo, ma non possiamo tagliare le gambe a gente che ha maturato legittime aspettative. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio, ci stiamo lavorando». L'interesse per il ricalcolo accennato da Renzi è tutto economico.
FEDERICA GUIDI MARIA ELENA BOSCHI MATTEO RENZI
Ricalcolare le pensioni con il sistema contributivo (e non il retributivo), comporta di fatto un taglio del 25/30% dell' assegno, come dimostra la sperimentazione dell'Opzione Donna. Estenderla a tutti - e quindi riparametrare le pensioni future in base ai contributi versati e non agli ultimi stipendi - permetterebbe quella flessibilità in uscita (a cui Renzi accenna), ma a pagare sarebbero i lavoratori che dovrebbero rinunciare a consistenti fette di reddito. Parlando di interventi strutturali, Renzi ha (ri)annunciato misure sulla flessibilità verso il pensionamento, ammorbidendo l' innalzamento dell' età previsto dalla riforma Fornero.
Ma l'intervento», ha messo le mani avanti Renzi, deve mantenere «i conti in pareggio» e quindi prevedere penalizzazioni per chi decide di uscire in anticipo». Insomma, «noi stiamo studiando un meccanismo che, mantenendo i conti in pareggio, consenta la flessibilità in uscita ma e' un tema delicato e lo annunceremo solo quando avremo i numeri a posto». Numeri, appunto. Renzi fa presto a digitare.
Ci mettono un po' di più gli attuari dell'Inps a cui i conti proprio non tornano. La platea dei pensionati al minimo, per esempio, potrebbe essere molto più vasta, se dovessero essere inclusi anche quelli che incassano tra i 500 e i 580 euro al mese. E quindi, in teoria, anche questi avrebbero diritto (pro quota) ad un aumento proporzionale. Quanto all' equità dell' intervento ci sarebbe molto da dire: chi ha una pensione sotto i 500 euro spesso di contributi ne ha versati pochini, spesso neanche uno.
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