PIRELLONE CONNECTION - LUIGI CRESPI DIFENDE IL FRATELLO AMBROGIO: “MIO FRATELLO È UN PIRLA, MA QUALCUNO HA MILLANTATO IL NOME DELLA FAMIGLIA” - PIRLA O COLLUSO? L’ACCUSA E’ DI AVER AVUTO IL SOSTEGNO DELLA ’NDRANGHETA ALLE COMUNALI 2006 - DAI FILMETTI EROTICI-HORROR AI FALLIMENTI DELLE AZIENDE DI FAMIGLIA, DALLA POLITICA ALLA CORTE DI ALEDANNO…

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1- CRESPI, DAI FILM EROTICI ALLA CAMPAGNA DI ALEMANNO "TRATTÃ’ CON I CRIMINALI"...
Francesco Grignetti per "la Stampa"

Di Ambrogio Crespi, arrestato ieri, una vita all'ombra del vulcanico fratello Luigi, il sondaggista, si comincia a capire che vuole farsi largo da solo nel 2005 quando diventa il «guru» della comunicazione del neonato Psi di Bobo Craxi. Lo troviamo attore protagonista di un divertito filmaccio erotico-horror, «L'apocalisse delle scimmie», regia di Romano Scavolini, saga in tre volumi.

Ma si cimenta anche con la politica in prima persona. Alle elezioni comunali di Milano della primavera 2006, però, quelle che videro trionfare Letizia Moratti, Ambrogio Crespi raggranellò appena 1000 voti, lo 0,1% dei votanti. Obiettivamente non un granché.

È a quella sfortunata avventura che il fratellone Luigi, per difenderlo, ieri alludeva: «Mio fratello è un pirla, ma non ha mai fatto accordi con la ‘ndrangheta. Ma figurarsi, quando si è candidato ha preso poche centinaia di voti... È un abbaglio dei magistrati».

Stando alle indagini della magistratura, invece, quella campagna elettorale lo mise in contatto con ambienti non proprio raccomandabili della Milano noir. I circoli degli emigranti calabresi dove si allungano i tentacoli della 'ndrangheta. E quattro anni dopo quella sfortunata avventura elettorale, per le Amministrative del 2010, Ambrogio Crespi avrebbe contrattato voti con i mafiosi insediati in Lombardia. «Mio fratello - aggiungeva ieri il fratello - è nato in un quartiere disperato, Baggio, nella periferia di Milano. Si è sempre ritenuto fortunato ed ha sempre ritenuto giusto aiutare chi in quel quartiere cercava alternative ai soldi facili e alla criminalità».

Nel frattempo molte cose sono cambiate nella vita dei fratelli Crespi. Luigi, l'uomo dei numeri che per anni è stato vicino a Silvio Berlusconi, l'inventore della fortunata campagna elettorale del «Contratto con gli italiani» e del «Meno tasse per tutti», è incappato in una rovinosa bancarotta. La sua società, la Hdc, di cui era socio anche il fratello Ambrogio, coinvolgendo pure Mediaset e Publitalia nell'inchiesta conseguente, è fallita e i due fratelli sono stati condannati a Milano a diversi anni di carcere. Le ulteriori avventure editorial-comunicative, come il sito giornalistico «ilnuovo» oppure «clandestinoweb» e il giornale «Il clandestino», sono altrettanto naufragate.

Ultimamente si erano trasferiti a Roma dove avevano dato vita a un'ennesima società di comunicazione politica, la «Spin network», che ha inventato le campagne elettorali e curato l'immagine di Mara Carfagna come di Italo Bocchino, Ombretta Colli, Francesco Storace, Gianfranco Micciché. Ma fino a ieri il cliente più importante della «Spin network» era sicuramente Gianni Alemanno, il primo cittadino di Roma.

Era farina dell'inventiva di Luigi e Ambrogio Crespi, i due spin doctor del Campidoglio, la sceneggiata del sindaco che spala la neve in veste di volontario, o quella del sindaco che a bordo della sua motocicletta di notte sovrintende alla repressione della prostituzione, oppure controlla la raccolta dell'immondizia.

2 - LUIGI CRESPI: "MIO FRATELLO? UN INGENUO"...
David Perluigi per il "Fatto quotidiano"

"Mio fratello è un pirla, ma qualcuno ha millantato il nome della famiglia Crespi per altri giri". Luigi Crespi, fratello di Ambrogio arrestato nell'operazione milanese sui voti di scambio con la 'ndrangheta, sbraita, impreca, si emoziona. Poi su quel "nome millantato per altri giri", l'ex sondaggista di Silvio Berlusconi si spiega meglio. "Ambrogio lavora con i Radicali per rendere più vivibili le condizioni dei detenuti nelle carceri e si è adoperato - dichiara - per un tale Gugliotta, che era al 41 bis per mafia, affinché questo detenuto potesse morire a casa invece che in galera per il cancro che lo stava divorando. Non vorrei che il suo nome fosse stato erroneamente legato a questa faccenda".

I fratelli Crespi sono uniti anche da un altro fatto: la condanna in primo grado per il fallimento del gruppo Hdc, 7 anni di reclusione a Luigi, 4 ad Ambrogio, si attende ora l'Appello. "Abbiamo appena chiuso con le parti civili una transazione da 500 mila euro per Hdc - afferma - e ora scoppia quest'altra grana. Cribbio".

Poi conclude: "Se c'è una colpa della quale deve rispondere Ambrogio è quella di rispondere al telefono a tutti, lui è fatto così: non riesce a non aiutare chi glielo chiede, specie se arrivano da un quartiere difficile come quello di Baggio, che lui frequenta molto, ma stavolta i magistrati milanesi hanno preso un abbaglio".

 

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