DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
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ALBERTO NUNEZ FEIJOO - GIORGIA MELONI
La Ducetta non si smentisce mai: l’unica cosa che conta è difendere il branco, dimostrare che lei non tradisce. L’ultima dimostrazione si è avuta giovedì, durante la visita di Alberto Nunez Feijoo, capo del Partito Popolare spagnolo.
Di fronte alle lodi di Feijoo sulla lotta all’immigrazione, la Meloni ci ha tenuto tantissimo a non apparire un'inciuciona con un avversario del suo caro Santiago Abascal.
Per mettere in chiaro la sua "collocazione" ha sottolineato la sua amicizia e il rapporto con il leader del partito di estrema destra spagnolo, Vox, “che non è venuto meno dopo la scelta di aderire a un altro gruppo parlamentare a Bruxelles”. Una precisazione non dovuta, e non richiesta, ma che manifesta ancora una volta il caratterino della premier italiana: sempre in trincea, a difendere i suoi, nonostante tutto.
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Salvini in ginocchio da Orban. Il “Capitone” ha pregato l’amico Viktor di non dargli la sòla: il premier ungherese non aveva alcuna voglia di volare in Italia per partecipare al raduno leghista di Pontida. E visto che mancherà anche Marine Le Pen, Salvini ha insistito per non fare la figura di palta del sovranista...di se stesso.
Tra una pressione e un salamelecco, Orban ha ceduto e sarà sul pratone caro ai leghisti. Il vicepremier ha bisogno di mostrarsi forte e ancora capace di tessere la sua tela di rapporti internazionali, anche e soprattutto per titillare gli otoliti sbarellati di Giorgia Meloni. L'obiettivo politico è chiaro: sono io, in Italia, l’unico sovranista a non aver “tradito” scendendo a compromessi con gli euro-poteri.
Questa mattina si è aggiunto alla lista degli ospiti puzzoni di Pontida anche il leader dell’ultradestra olandese del Pvv, Geert Wilders: “Sono felice di partecipare assieme ai miei cari amici e alleati Matteo Salvini e Viktor Orban". Un trio di sinceri democratici. A Bruxelles saranno felici di sentire gli strali dei tre caballeros contro l'Europa?
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GUIDO CROSETTO - GIORGIA MELONI
Il Comitato sai che fa? Più della politica internazionale, a preoccupare Giorgia Meloni sono le audizioni di Crosetto, Caravelli e Melillo al Copasir. Il ministro della Difesa, il capo dell’Aise e il procuratore nazionale antimafia saranno sentiti sul caso dossieraggi, che ha al centro il finanziere Pasquale Striano. Il co-fondatore di Fratelli d’Italia è intenzionato a raccontare la sua versione senza omissis: “Vado e parlo, tanto al Copasir è tutto secretato”. Ah, povero ingenuo!
Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica è composta da dieci politici, che notoriamente non si tengono un cecio in bocca. Non a casa, Giorgia Meloni gli ha consigliato prudenza. Il dubbio della premier è: Sei sicuro, caro Crosetto, che quel che dirai resterà tra le mura di palazzo San Macuto?
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA E GIORGIA MELONI - G7 AGRICOLTURA ORTIGIA
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Lollo? Non lo mollo! Perché la Meloni si è sorbita un’ora e mezza di volo per raggiungere Ortigia, a Siracusa, per l’inutile G7 dell'agricoltura? La regina della Garbatella voleva rendere evidente la sua vicinanza al ministro Lollobrigida, dopo le indiscrezioni che lo volevano fuori dalla "Fiamma magica" in seguito alla separazione da Arianna Meloni.
Nonostante non sia più il "cognato d'Italia", Lollo “Beautiful” è pur sempre un ministro del suo Governo e il padre delle due nipotine, Rachele e Vittoria.
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Nel nome del Figliuolo. Giorgia Meloni sta evitando accuratamente di attaccare direttamente l'ex governatore Stefano Bonaccini per i nuovi danni dell’alluvione in Emilia Romagna. A guidare l’offensiva del Governo ci ha pensato il ministro Musumeci, che ha parlato di “fondi non spesi”.
giorgia meloni stefano bonaccini
E invece da Palazzo Chigi non s’è mossa foglia. Come mai? La Ducetta sta cercando di tenersi fuori dalla polemica politica perché sa che potrebbe ritorcerglisi contro.
Nel 2023, infatti, Bonaccini spingeva fortissimo per farsi nominare commissario all’alluvione. Fu la premier a opporsi, preferendogli il generale Figliuolo, che ha fatto quello che ha potuto. Insomma, la Meloni non poteva prendersela con chi era stato scelto proprio da lei...
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Tajani, facce ride! Il ministro degli Esteri ha rilasciato un’intervista fiume al “Corriere della Sera” per mettere ordine tra i suoi pensierini e rifilarci le solite banalità: “Marina Berlusconi? Io tutto sono tranne che uno strumento nelle mani di qualcuno”.
Registriamo il moto d'orgoglio, ma sommessamente facciamo notare che Tajani resta un re travicello: se i Berlusconi gli sfilano il nome di Silvio dal simbolo, e soprattutto gli chiedono di restituire 90 milioni di fidejussioni che la famiglia ha dato al partito, che resta del potere dell’ex monarchico, che non prende voti nemmeno nella sua Roma?
marina berlusconi assemblea confindustria 2
A dimostrazione dell'irrilevanza di Tajani, che ieri ha escluso categoricamente una tassa sugli extraprofitti, arriva la "trattativa" per...una tassa sugli extraprofitti.
L’Abi di Patuelli e i tecnici del Ministero dell’Economia stanno finalizzando un'intesa sulla tassa, che dovrebbe riguardare lo 0,5% sulla parte extraprofitti (cioè, quasi niente, ma servirà al governo per dire agli elettori che hanno fatto pagare le banche).
francesco paolo figliuolo foto di bacco
crosetto giorgia meloniRENATO SCHIFANI E GIORGIA MELONI - G7 AGRICOLTURA ORTIGIAguido crosetto giorgia meloni RENATO SCHIFANI, GIORGIA MELONI E FRANCESCO LOLLOBRIGIDA - G7 AGRICOLTURA ORTIGIA
marina berlusconi 1 prima del film ennio doris a roma
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