petr fiala giorgia meloni mateusz morawiecki

PIÙ CHE DAI “NEMICI” MACRON E SCHOLZ, MELONI DOVREBBE GUARDARSI LE SPALLE DAGLI "AMICI" CONSERVATORI – I POLACCHI DEL PIS SONO INCAZZATI PER LA “TRATTATIVA” SOTTOBANCO CON IL PPE, E MINACCIANO DI LASCIARE ECR PER APPARENTARSI CON ORBAN. IL PREMIER CECO FIALA, INVECE, UNICO CONSERVATORE IN CONSIGLIO EUROPEO INSIEME ALLA MELONI, È PRONTO A VOTARE URSULA VON DER LEYEN – SALVINI ASPETTA AL VARCO LA DUCETTA: UN ATTIMO DOPO L’OK ALLA COMMISSIONE, È PRONTO A BERSAGLIARLA COME “TRADITRICE”

1. UN’ITALIA TRA DUE FUOCHI MA IL NEGOZIATO NON È FINITO

Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

Giorgia Meloni Viktor Orban Mateusz Morawiecki

[…]   È possibile che i toni alti della premier nascano dal calcolo di pesare di più se domenica in Francia la destra di Marine Le Pen dovesse prevalere. In quel caso, l’esigenza di coinvolgere il suo gruppo dei conservatori, ritenuti più moderati e non sospettati di simpatie filorusse, diventerebbe più verosimile.

 

Ma il rischio di uno scontro aperto con le nascenti istituzioni europee non va sottovalutato: sul piano interno e internazionale. Basta mettere in fila quanto ha detto ieri il vicepremier Matteo Salvini e altri leghisti.

 

giorgia meloni e matteo salvini alla camera

Fa capire che gli alleati italiani di Le Pen si preparano a bersagliare Meloni, se alla fine puntellerà coi suoi voti la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il problema, tuttavia, si acuirebbe se Meloni si sentisse spinta ad avallare una linea conflittuale: cosa che ha evitato saggiamente in quasi due anni a Palazzo Chigi.

 

Con una procedura di infrazione contro l’Italia per eccesso di deficit, e dunque con l’esigenza di negoziare margini di flessibilità e evitare manovre correttive pesanti, sarebbe una sfida piena di incognite.

 

meloni le pen

L'ECR DI MELONI NON RIESCE A COSTITUIRSI PER I DUBBI DEL PIS

Da “il Mattinale europeo” – la newsletter di David Carretta e Christian Spillmann

https://davidcarretta.substack.com/

 

Ieri doveva tenersi la riunione costitutiva del gruppo dei Conservatori e riformisti europei, consacrando il successo politico di Giorgia Meloni, che è riuscita a far diventare la sua formazione la terza forza del Parlamento europeo davanti ai liberali di Renew.

 

MELONI MORAWIECKI

Il gruppo ECR ha 83 eletti, secondo i dati pubblicati dallo stesso Parlamento europeo. Ma il partito nazionalista polacco Legge e Giustizia (PiS) ha fatto saltare la riunione costitutiva. Secondo alcune fonti, i deputati del PiS sarebbero entrati in conflitto con la delegazione di Fratelli d'Italia sulla ridistribuzione interna all'Ecr degli incarichi dentro al gruppo e al Parlamento europeo.

 

Secondo altre fonti, alcuni eletti del PiS vorrebbero emigrare in un altro gruppo di estrema destra, in particolare se Viktor Orban riuscirà a creare una sua formazione. In ogni caso, dopo il trionfo, questo episodio che dimostra la fragilità della destra sovranista rappresenta una seconda battuta d'arresto per Meloni. La prima è stata la decisione del Fidesz di Orban di non aderire all'ECR per la decisione di far entrare un partito nazionalista rumeno. La riunione costitutiva dell'ECR è stata rinviata al 3 luglio.

 

MARINE LE PEN E GIORGIA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - MEME BY SIRIO

2. L'ALLEATO CECO CON VON DER LEYEN PREMIER ISOLATA SULL'ASTENSIONE LA LETTERA

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

Anche il premier ceco Petr Fiala, esponente dei conservatori e unico alleato di Giorgia Meloni al Consiglio europeo, ha deciso che voterà l'accordo sul pacchetto di nomine Ue che è stato "precotto" dai leader delle tre forze di maggioranza durante la videoconferenza di martedì.

 

Una decisione che mette la premier ancor più con le spalle al muro in un momento in cui il gruppo dei Conservatori all'Europarlamento sta rischiando l'implosione. Nonostante i recenti ingressi che lo hanno trasformato nella terza forza politica all'interno dell'Eurocamera, ieri il gruppo Ecr si è trovato costretto prima a rimandare e poi ad annullare la sua riunione costitutiva per via delle divergenze tra la delegazione di Fratelli d'Italia e quella dei polacchi del PiS, ancora irritati per il mancato ingresso degli ungheresi di Fidesz. Al centro dello scontro, la distribuzione delle cariche, ma anche la linea di dialogo con il Ppe.

GIORGIA MELONI MATEUSZ MORAWIECKI SANTIAGO ABASCAL

 

La dinamica che si sta producendo su due diversi fronti vede ora Meloni stretta in una tenaglia: da una parte il "moderato" Fiala che – attratto dalle sirene del Ppe – è pronto ad accodarsi all'intesa per il bis di Ursula von der Leyen, dall'altro i ribelli polacchi che invece si comportano da partito d'opposizione. Fonti diplomatiche si aspettano che al Consiglio europeo di oggi il premier ungherese Viktor Orban e lo slovacco Robert Fico (probabilmente sostituito dal presidente Peter Pellegrini) voteranno contro il pacchetto di nomine che include anche il portoghese Antonio Costa alla presidenza del Consiglio europeo e la estone Kaja Kallas come Alto Rappresentante.

 

giorgia meloni petr fiala 2

Meloni dovrà dunque decidere se stare con il gruppo dei sabotatori, se seguire Fiala sulla linea "responsabile" oppure – molto più probabilmente – astenersi. Questo le permetterebbe di non mettere la propria firma sotto un'intesa siglata da altri e al tempo stesso tenersi le mani libere per negoziare con Ursula von der Leyen il sostegno dei suoi 24 eurodeputati al Parlamento in cambio di un portafoglio di peso nella prossima Commissione.

 

[…]  In ogni caso il quorum necessario per dare il via libera al pacchetto di nomine sembra essere largamente alla portata: per fermarlo servirebbe una minoranza di blocco composta da almeno quattro Paesi che rappresentino il 35% della popolazione Ue oppure almeno otto Paesi, a prescindere dalla loro dimensione. Non sembra essere questo il quadro.

giorgia meloni e mateusz morawiecki a varsavia

 

[…] Considerando il suo sostegno al Consiglio europeo numericamente ininfluente, Meloni proverà invece a far valere il pacchetto di voti in Parlamento. Fonti vicine alla premier sostengono che secondo il pallottoliere di Palazzo Berlaymont mancherebbero alla conta circa 50 voti rispetto a quelli normalmente previsti dai tre gruppi di maggioranza. E che dunque questo potrebbe mettere a rischio il raggiungimento della soglia dei 361 voti per l'elezione di Ursula von der Leyen.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

In questo contesto, la delegazione di Fratelli d'Italia punta a mettere sul piatto i suoi 24 eurodeputati, ben sapendo però che la presidente della Commissione ha ricevuto un'offerta analoga – e oggettivamente più corposa – da parte dei Verdi, che vogliono entrare a far parte della maggioranza con i loro 54 voti.

 

Ieri, intanto, Ursula von der Leyen ha inviato un segnale a Meloni con una lettera sul dossier immigrazione che, seppur con molta cautela, apre alla possibilità di esternalizzare l'esame delle domande d'asilo. […]

giorgia meloni e mateusz morawiecki alla conferenza di ecr a varsavia