BARROSO MOSTRA I MUSCOLI A RENZI E HOLLANDE: “LE REGOLE VALGONO PER TUTTI. NON SOLO PER I PORTOGHESI, GLI IRLANDESI, I GRECI, GLI SPAGNOLI - IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO NON L’HA CREATO LA MERKEL”

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Luigi Offeddu per “Il Corriere della Sera

 

RENZI E BARROSORENZI E BARROSO

«Molti pensano che la situazione italiana sia il risultato di qualcosa che ha combinato Angela Merkel, o l’Unione Europea, o Lehman Brothers. L’ho sentito anche a Napoli, in un convegno. E questo è ridicolo. Chi ha creato il debito pubblico italiano? La signora Merkel?». 
 

José Manuel Barroso, portoghese, presidente uscente della Commissione europea, inizia oggi i suoi ultimi 15 giorni di doppio mandato, dopo 10 anni vissuti ai vertici della Ue. Li racconta con questa intervista rilasciata al Corriere e ad alcuni giornali stranieri. 
 

Qualcuno dice che lei è stato il presidente-pompiere della crisi. Le va di essere ricordato così? 
«Sono stato il presidente della Commissione nel tempo più difficile per l’Europa, quando è passata da 15 a 28 Paesi, sotto l’enorme pressione di una crisi senza precedenti». 
 

merkel e hollande al vertice ue di milanomerkel e hollande al vertice ue di milano

Il dramma della Grecia? 
«Non solo, non solo. Noi abbiamo parlato spesso della Grecia, o del Portogallo, ma siamo stati molto vicini all’abisso anche con l’Italia. E con la Spagna, e la Francia. Italia e Francia erano sotto il severo scrutinio dei mercati in momenti estremamente drammatici. Presidente-pompiere? Io ho lavorato per l’Europa con tutte le mie forze, e ora la vedo unita, aperta, pronta a diventare più forte dopo la crisi. Rispetto le critiche, ma credo alla mia coscienza». 
 

Questi ultimi 15 giorni non saranno l’equivalente ridotto di un «semestre bianco»: dalla mezzanotte si accatasteranno infatti sulla sua scrivania i piani di stabilità inviati da tutti i governi del continente. E lei dovrà vagliarli. Per controllare che cosa? 
«Per controllare, entro la fine di ottobre, che nei bilanci non vi siano deviazioni particolarmente serie rispetto alle raccomandazioni Ue». 
 

Francois Hollande e Matteo Renzi Francois Hollande e Matteo Renzi

Qualcuno dice: raccomandazioni imposte dalla Ue. 
«E questo è completamente falso. Le regole che i governi devono seguire sono state scelte, e poi decise imperativamente, proprio da loro, nel Consiglio dei ministri Ue. Anzi, loro stessi le hanno poi rafforzate. La Ue non ha imposto un bel niente e la Ue non è Bruxelles. Ma un’unione collettiva di governi». 
 

Allora non ha proprio colpe, quest’Unione? 
«Non ho detto questo. Gli errori politici accadono, le leadership contano. Ma non può durare per sempre il vecchio concetto: europeizzazione del fallimento, nazionalizzazione dei successi. Spesso ottenuti perfino senza una maggioranza parlamentare». 
 

Se comunque una «deviazione particolarmente seria» venisse trovata in un piano di stabilità, scatterebbe una bocciatura e forse le sanzioni. A Bruxelles si teme per Italia e Francia. Ma l’Italia ha appena annunciato una manovra da 30 miliardi. Che cosa ne dice? 
«Aspetto di vedere nei dettagli il piano di Stabilità, fra poche ore. E come sempre, non commento indiscrezioni di stampa». 
 

matteo renzi e angela merkelmatteo renzi e angela merkel

Per Parigi e Roma si torna a parlare di flessibilità, di deroghe… 
«Ancora: secondo i criteri della Ue, le regole decise nel Consiglio dei governi valgono per ogni Paese. È questo che conta. Noi non possiamo avere standard differenti. Sarebbe inaccettabile e ingiusto accordare un trattamento di favore a qualche Paese. Esiste tutta una legislazione, che ci conferma in questo». 
 

Sta dicendo che qualcuno non sta più ai patti? 
«Sto dicendo semplicemente questo: se i leader politici della Ue comprendessero che sono loro a rappresentare il loro progetto, e non la Commissione europea o qualche altra istituzione, le cose sarebbero più facili per tutti». 
 

ANTONIS SAMARAS ANTONIS SAMARAS

Ogni analisi economica della crisi europea ha sempre le sue ragioni. Poi però uno esce dal suo ufficio, fa un giro e trova le file davanti alle mense di carità… 
«Sì, il prezzo sociale pagato finora è grande, troppo grande. Crede che non l’abbia pensato e sentito anche quando ho dovuto spiegare la necessità di certi sacrifici ai miei concittadini portoghesi? O agli irlandesi, ai greci, agli spagnoli? Ma tutto ciò che accadeva non era colpa della Commissione europea. E qui chiedo io un’altra cosa». 
 

mariano rajoy  1mariano rajoy 1

Che cosa? 
«Io che vengo da uno dei Paesi più colpiti mi domando: sarebbe stato meglio non chiedere quei sacrifici? No, sarebbe stato peggio. I sacrifici ci sono stati, ma non è stata l’Ue a causarli. E ora le forze dell’integrazione prevalgono su quelle della disintegrazione».