CADONO TUTTI SULLA CASA - IL FANTASTICO PM FERDINANDO ESPOSITO, FIGLIO DEL GIUDICE DI CASSAZIONE ANTONIO CHE CONDANNO' IL CAINANO, NON SOLO FREQUENTAVA ARCORE MA VIVEVA A SBAFO IN UN APPARTAMENTO DI MILANO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"

Non solo la questione dei soldi in prestito chiesti a un legale piacentino (7 mila euro in gran parte restituiti), a un commercialista brianzolo (10 mila euro non ancora restituiti) e a un imprenditore romano (5 mila euro): ha anche un problema di casa in affitto Ferdinando Esposito, il pm milanese recatosi due volte ad Arcore nel 2013 a parlare con Berlusconi due mesi prima che suo padre Antonio, giudice di Cassazione, presiedesse il processo Mediaset proprio all'ex premier.

Mentre solo gli accertamenti della pm bresciana Silvia Bonardi potranno chiarire se siano vere o false le pressioni a fine 2013 di Esposito accreditate dall'avvocato con studio ungherese Michele Morenghi affinché pagasse l'affitto della casa del pm nel centro di Milano, la storia di questi 95 metri quadri dietro piazza Duomo illumina un fotogramma precedente: dal 2009 a fine del 2013 il pm Esposito, che oggi sta nello stesso attico ma affittato a proprio nome, lo ha stabilmente abitato o in altri intermittenti periodi ne ha avuto la costante disponibilità quando l'affitto, fra i 22 mila e i 34 mila euro l'anno, era intestato a due società e da esse pagato senza che risultino collaterali restituzioni di denaro da parte del pm, dunque teorico beneficiario di un potenziale risparmio attorno ai 110/150 mila euro.

Pm a Potenza nella Procura di John Henry Woodcock, quando Esposito nel marzo 2009 si trasferisce a Milano chiede un appoggio logistico a un amico (conosciuto nel 2007 tra le famiglie al mare in Calabria) nella casa che costui con la società Domo Consulting aveva preso in affitto a Milano nel 2004 dalla Maiga srl dell'immobiliarista genovese Giuseppe Luce, ma che non usava più tanto e che anzi aveva provato invano a disdettare prima della scadenza a fine 2012: questo amico è il finanziere Claudio Calza, allora vicino all'ex capo dello Stato Cossiga, arrestato nel 2002 a Potenza in una inchiesta di Woodcock sull'Inps ma prosciolto nel 2004, e riarrestato a Milano nel 2008 nell'indagine del pm Roberto Pellicano su 700 milioni di euro di perdite in derivati di Banca Italease.

Calza, negli anni in cui a Milano si celebrano i suoi processi, terminati con la condanna confermata in Cassazione non dal collegio ma dalla sezione presieduta da Esposito padre (25 mesi per associazione a delinquere finalizzata ad appropiazione indebita, e restituzione di 10 milioni), vive a Roma e usa di rado la casa di Milano, lasciandola per il resto nella disponibilità dell'amico pm Esposito, che oggi ai conoscenti spiega di aver goduto solo di una stanza.

Quando a fine 2012 scade il contratto di Calza, a prendere in affitto la casa è però ancora un altro amico del pm Esposito, Fabio Cauduro, consulente della romana «F.a.i. Marketing» che vi fissa la sede commerciale: è la società a pagare l'affitto con 13 mila euro per i primi mesi del 2013, ma è sempre Esposito ad avere la disponibilità dell'alloggio, di cui si intesta l'affitto dopo che anche questa società a fine 2013 esce dal contratto.

Interpellato dal Corriere , l'avvocato Giampiero Biancolella, che difende il pm con Massimo Krogh, parla di «una casa affittata a uso foresteria da queste società, tant'è che nella disponibilità del dottor Esposito erano solo una stanza e un bagno, e l'utilizzo in comune di salotto e cucina. Per quanto mi consta, con gli amministratori delle società c'erano rapporti d'amicizia e cordialità assai risalenti nel tempo».

 

FERDINANDO ESPOSITOFERDINANDO ESPOSITO E NICOLE MINETTI AL BOLOGNESEantonio esposito