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A PONTIDA CI SARA’ UNA RESA TOTALE DELLA LEGA AL NAZIONALISMO DI VANNACCI? SALVINI ARRIVA AL RADUNO DEL CARROCCIO, ACCIACCATO PER I CALCOLI RENALI, E SENZA I DUE TROFEI ATTESI. NON HA IN TASCA L'OK AL CANDIDATO PER IL VENETO E NON HA PORTATO A CASA L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA. MA SOPRATTUTTO "IL TRUCE DEL PAPEETE" DEVE FARE I CONTI CON LA LINEA ULTRANAZIONALISTA DI VANNACCI CHE DETIENE UN TERZO DEI VOTI DEL PARTITO E CON LE SUE SPARATE CREA FORTI TENSIONI CON LA VECCHIA GUARDIA LEGHISTA - LA MOSSA DEL CAPOGRUPPO AL SENATO ROMEO CHE PRESENTA LA "AGENDA PER IL NORD"
Francesca Del Vecchio per la Stampa - Estratti
Il protagonista sul pratone bergamasco sarà Roberto Vannacci, l'ex generale diventato eurodeputato e vicesegretario della Lega. Che però con la Lega – malignano alcuni – non ha molto a che fare
C'è stato un tempo in cui Pontida era il cuore identitario della Lega, il luogo in cui Umberto Bossi e i suoi davano voce all'orgoglio padano e al sogno della secessione. Un rito collettivo che teneva insieme militanza e mitologia, radici territoriali e lotta politica. Oggi, quello stesso prato è teatro per militari prestati alla politica e leader stranieri.
Un luogo in cui, nonostante tutto, Salvini prova a tenere insieme i pezzi.
(...)
Dopo l'edizione 2024, in cui il segretario federale aveva ospitato l'internazionale sovranista con il presidente Viktor Orbán e l'olandese Geert Wilders, nel raduno di quest'anno ci sono i segni di una frattura definitiva: Pontida non parla più la lingua del Nord, ma si piega al lessico cameratesco di Vannacci che ha fatto storcere il naso ai lighisti veneti. Un paradosso che si somma a un altro:
Salvini arriva a Pontida senza i due trofei attesi. Non ha in tasca l'ok al candidato per il Veneto – regione simbolo, il fortino che avrebbe dovuto incarnare la forza della Lega – e non ha portato a casa l'autonomia differenziata, il mantra con cui per anni ha tenuto viva la fiamma del Nord.
roberto vannacci matteo salvini meme by edoardo baraldi
Nel primo caso, il nome ci sarebbe pure: si parla del segretario veneto Alberto Stefani che debutterà sul palco da candidato in pectore, anche se non ufficialmente, raccogliendo l'eredità simbolica di Luca Zaia, alla sua ultima Pontida da governatore. Nel secondo caso, la riforma spinta da Roberto Calderoli, che sperava di sbloccare lo stallo sui lep (livelli essenziali di prestazione), è ferma. Un doppio vuoto che pesa: senza il governatore di bandiera e senza la riforma identitaria, la Lega appare spogliata della sua ragione originaria.
In più, Salvini dovrà contrastare una Giorgia Meloni a distanza che domenica, in contemporanea con il suo intervento conclusivo, parlerà dal palco della Festa dei giovani di Fratelli d'Italia, a Roma.
Come si diceva, già l'anno scorso Pontida era stata snaturata da ospiti stranieri, proiettando la Lega in una dimensione estranea al suo Dna territoriale. Quest'anno replica con il leader del Rassemblement National Jordan Bardella, delfino di Marine Le Pen, ma anche Santiago Abascal di Vox e Flavio Bolsonaro, figlio dell'ex presidente Jair condannato da poco a 27 anni per tentato colpo di Stato in Brasile. Sul palco, però, ribalta sarà tutta per Vannacci, con la sua retorica militaresca e muscolare.
IL GENERALE ROBERTO VANNACCI CONTRO MATTEO SALVINI - IMMAGINE CREATA CON GROK
Non solo sarà l'ospite d'eccezione della tradizionale serata "dei giovani" di oggi, ma parlerà dal palco principale anche domani. Sui contenuti c'è ancora riserbo.
In questo scenario, l'operazione di Massimiliano Romeo – segretario lombardo e capogruppo al Senato – assume un valore politico preciso. L'"agenda Nord" portata a Pontida non è solo una lista di priorità economiche e territoriali: è una mossa di sopravvivenza, un tentativo di marcare il confine in un partito che sembra aver smarrito il proprio baricentro.
MASSIMILIANO ROMEO E MATTEO SALVINI
E Romeo, come molti parlamentari lombardi e veneti, sa che senza un ritorno alle origini, la Lega rischia di dissolversi nel vortice nazionalista di Meloni. Tanto più con le elezioni regionali alle porte. O ancora di vedere le file del partito sfrangiate in una corsa sempre più imponente verso "Patto per il Nord", il soggetto politico creato dell'ex leghista Paolo Grimoldi.
Salvini, intanto, incassa la fiducia dei suoi fedelissimi: «Vannacci come Borghezio», si spinge a dire qualcuno. Come a lasciar intendere che non ci si è mai spostati dalle origini. Ma sono lontani i tempi delle "parole per il Nord".
Il raduno non sarà certo il ritorno alle radici che molti auspicano. Resta da capire se sarà o meno una resa totale a un nazionalismo che niente ha a che fare con la storia del Carroccio.
IL GENERALE ROBERTO VANNACCI CONTRO MATTEO SALVINI - IMMAGINE CREATA CON GROK
ROBERTO VANNACCI RICEVE LA TESSERA DELLA LEGA DA MATTEO SALVINI
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