IL POTERE È NULLA SENZA L’AUTOCONTROLLO: IL DIVO GIULIO TRA SILENZI E BATTUTE (STAR DI TWITTER PRIMA DI TWITTER)

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1- ANDREOTTWITTER
Massimo Gramellini per "La Stampa"

Una volta Montanelli scrisse che in chiesa De Gasperi e Andreotti si dividevano i compiti: De Gasperi parlava con Dio e Andreotti col prete. «Sì, ma a me il prete rispondeva», gli replicò Andreotti. Forse ora toccherà a lui parlare con Dio e non se la potrà cavare con una delle sue battute. Ciniche, gelide, brevi: da star di Twitter prima di Twitter. Se Dio esiste, ci sono forti dubbi che sia democristiano (ecco, questa potrebbe averla detta lui) e meno che mai della sua corrente, per un pregiudizio anzitutto estetico (Sbardella, Vitalone, Evangelisti: più che ritratti sono foto segnaletiche).

Senza l'ambizione di rubare il mestiere al pubblico ministero celeste, un lungo soggiorno in purgatorio deve averlo messo in preventivo anche Andreotti. Fin dal giorno in cui, ancora imberbe, decise di sporcarsi le mani con il potere. Perché il potere logora chi non ce l'ha, ma sporca tutti coloro che lo toccano, e chi sostiene il contrario è solo un fanatico, o un ipocrita.

Resta l'ironia, molto andreottiana, della scomparsa di un uomo che dopo sessant'anni di vita pubblica sembrava incarnare la prova dell'immortalità: non dell'anima, ma del corpo. Se ne va col suo carico intatto di misteri, ma dopo averne chiarito almeno uno: non è vero che tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia, come recita uno dei suoi tweet più celebri. Proprio perché a tutti succede di tirarle, prima o poi, tanto vale campare a testa alta e a cuore acceso.


2 - L'AUTOCONTROLLO
Piero Ottone per "la Repubblica"

Nella mia lunga vita di giornalista mi colpì il fatto che Giulio Andreotti non reagisse mai a quel che si pubblicava su di lui: non alle notizie su quel che faceva o ometteva di fare, non agli elogi, e passi, ma neanche alle critiche, agli attacchi, alle insinuazioni. Rara avis: la sua impassibilità, nel gran mondo della politica, era un'eccezione.

Un giorno mi capitò di mandargli un biglietto, non so più perché: forse due righe di accompagnamento per un libro, forse qualche altra ragione. Colsi l'occasione per fare un cenno a quella sua impassibilità, che lo distingueva fra tutti gli uomini politici sulla piazza. Gli chiesi: "Il suo silenzio su tutto quel che la riguarda è dovuto a indifferenza, o a autocontrollo ?" Ebbe la cortesia di rispondermi, con un biglietto laconico: "Autocontrollo."

Non era l'uomo cinico che sembrava, dunque? L'altro mio ricordo riguarda la conclusione della guerra di Segrate. Berlusconi era riuscito ad aggiudicarsi, corrompendo un giudice, il gruppo Espresso- Mondadori. Ciarrapico, personaggio di molte incarnazioni, fu il mediatore che pose fine alla guerra: il gruppo Espresso fu salvato. Dietro a Ciarrapico c'era Andreotti, allora presidente del Consiglio. Che non disse mai verbo, né mai figurò, né prima della mediazione, né durante, né dopo.

 

montanelligiulio andreotti SILVIO BERLUSCONI - Copyright PizziAlcide De GasperiGiuseppe Ciarrapico