
DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA…
La Stampa.it
Una riforma «importante, difficile da capire e da spiegare», magari anche «controversa» ma per Mario Monti resta il fatto che quella sul mercato del lavoro rappresenta uno dei «passi vitali, necessari verso un'Italia più moderna». E da Napoli, Monti dedica anche un'importante sottolineatura sul delicato tasto dei reintegri: «Le imprese sono insoddisfatte perchè avrebbero voluto la sparizione della parola reintegro», dalla riforma dell'articolo 18, «ma col tempo capiranno che ciò avverrà in presenza di fattispecie - sottolinea - molto estreme e improbabili».
«Il governo, con l'appoggio consapevole e altamente responsabile delle forze politiche che lo sostengono, si sforza di mutare le condizioni strutturali del produrre e convivere civile e sociale in Italia, con riforme strutturali come quella presentata ieri», rileva il presidente del Consiglio, sottolineando che «abbiamo in mente soprattutto gli esclusi e i meno privilegiati, il che significa il Mezzogiorno, in geografia e, in carne e ossa, i giovani».
Oggi il Presidente della Repubblica ha firmato l'autorizzazzione alla presentazione alle Camere del ddl di riforma del mercato del lavoro «in una prospettiva di crescita», e a Giorgio Napolitano «va il mio pensiero più devoto e grato, anche da parte del governo», dice Monti. «Spero che la riforma del mercato del lavoro sia approvata presto dal Parlamento e magari anche migliorata», è l'auspicio del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che riconosce: «Il Parlamento è sovrano e potrà intervenire, magari anche con miglioramenti». Dal Pdl Sandro Bondi sollecita «riflessioni obiettive, ragionevoli, costruttive, come abbiamo fatto fin qui nell'interesse del Paese».
Chi non cede di un millimetro è Antonio Di Pietro. Monti glissa su quelle accuse circa i suicidi arrivate dal leader Idv che conferma «ho detto quel che ho detto e lo ripeto: il Paese sta vivendo una realtà diversa da quella descritta dal governo Monti e dall'informazione di regime». «Questa riforma andava fatta. Tutti pensavano di poterla fare a modo loro, ma il meglio è nemico del bene. Il tema della flessibilità in entrata è importante, qualcosa di più si può fare», è la posizione del leader Udc, Pier Ferdinando Casini.
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