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IL PREMIERATO ESCE DALLA PORTA E RIENTRA DALLA FINESTRA – MARCELLO SORGI: “ORA CHE È ABBASTANZA CHIARO CHE GLI ALLEATI NON SONO ENTUSIASTI DI VOTARE CON UN SISTEMA CHE LI OBBLIGHEREBBE A SOSTENERE COME ASPIRANTE PREMIER MELONI, FRATELLI D'ITALIA HA DECISO DI RISPOLVERARE L'INDIMENTICABILE ‘MADRE DELLE RIFORME’” – “SI PUÒ IMMAGINARE CHE DEPUTATI E SENATORI, PRIMA DELLA FINE DELLA LEGISLATURA, RIESCANO A VARARE LA RIFORMA MA NON IL REFERENDUM, CHE VERREBBE RINVIATO ALLA PROSSIMA. LA PRIMA CONSEGUENZA È CHE NELLA PRIMAVERA DEL 2027 SI VOTEREBBE, O CON LA LEGGE ATTUALE, O CON LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, MA…”
DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)
IL GOVERNO E LA “MADRE” DELLE RIFORME
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
Le riforme istituzionali, a partire dal premierato, «la madre di tutte le riforme» , come la definì la Meloni, dovevano dare il segno alla legislatura che va ormai verso la conclusione.
Poi, si sa come andò a finire: dopo il destino riservato dalla Corte costituzionale all'autonomia differenziata, […] fatta a pezzi pur senza essere formalmente cancellata dai giudici della Consulta, la premier sembrava aver rinunciato, in favore di una legge elettorale con la quale avrebbe ottenuto un effetto simile – il nome del candidato a guidare il governo sulla scheda elettorale – senza inerpicarsi per il tortuoso sentiero della revisione costituzionale.
E senza andare incontro alle accuse dell'opposizione di volersi attribuire "i pieni poteri", riducendo anche quelli del Capo dello Stato.
Ma ora che è abbastanza chiaro che gli alleati del centrodestra non sono poi così entusiasti di votare con un sistema che li obbligherebbe a sostenere come aspirante premier Meloni, e non, come nel passato, ciascuno il proprio leader, salvo rispettare, ma solo dopo il voto, la regola che a guidare il governo sarà chi prende più voti.
Così Fratelli d'Italia ha deciso di rispolverare l'indimenticabile «madre delle riforme». E dargli un percorso preferenziale in Parlamento, dato che pur essendo già stata votata una volta, delle quattro necessarie, deve ripartire dal via, avendo subito qualche indispensabile modifica.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
Secondo il programma annunciato dal sottosegretario alla Presidenza Fazzolari, stratega della comunicazione, e non solo, del governo, dovendosi poi sottoporre il testo approvato a un referendum costituzionale (come quello per cui nella primavera dell'anno prossimo si dovrebbe votare sulla riforma della separazione delle carriere dei magistrati), verosimilmente […] si può immaginare che deputati e senatori, prima della fine della legislatura, riescano a varare la riforma ma non il referendum, che verrebbe rinviato alla prossima.
La prima conseguenza di tutto ciò è che nella primavera del 2027 si voterebbe, o con la legge attuale, o con la nuova legge elettorale, voluta da Fratelli d'Italia, ma non è detto anche con il controverso (per Tajani e Salvini) inserimento del nome della premier sulla scheda.
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA
meloni convegno sul premierato
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti foto lapresse
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
giorgia meloni premierato
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