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PREMIERATO IMBAMBOLATO – LA MAGGIORANZA APPARE IN GROSSA DIFFICOLTÀ CON LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME”: TRA ACCORDI RAGGIUNTI, SILENZI PESANTI COME QUELLO DI SALVINI E CONDANNE DEI COSTITUZIONALISTI, REGNA IL CAOS – DOPO L’INTESA DI IERI, OGGI ARRIVA LA CASELLATI (MINISTRA DELLA RIFORME) A SEMINARE ALTRA CONFUSIONE: “NULLA È IMMODIFICABILE. POTREMMO CAMBIARE ED ELIMINARE IL TERMINE ‘VOLONTARIE’ SULLE DIMISSIONI DEL PREMIER. NULLA È IMMODIFICABILE…”
maria elisabetta alberti casellati foto di bacco
(ANSA) - La maggioranza potrebbe modificare ancora la norma del premierato, rispetto agli emendamenti del governo presentati ieri, riguardo ai poteri del premier in caso di sfiducia, che per alcuni giuristi potrebbero essere oggetto di diverse interpretazioni. Lo ha detto la ministra per le riforme, Maria Elisabetta Casellati, conversando con i cronisti in Senato. "Nulla è immodificabile", ha osservato.
"Non capisco le critiche - ha detto la ministra - e le affermazioni sulla poca chiarezza dei testi. Qualcuno aveva detto che il secondo premier aveva più poteri di quello eletto, e siamo intervenuti proprio per rendere più chiari i poteri". Con gli emendamenti depositati ieri, ha spiegato Casellati "noi prevediamo che se il premier eletto viene sfiduciato da una mozione motivata, come prevede l'articolo 94 della Costituzione, "ipso facto" si va a elezioni anticipate.
sergio mattarella giorgia meloni
Poi abbiamo ampliato le possibilità del premier prevedendo che possa dimettersi volontariamente, magari perché il clima politico si è deteriorato; anche in quel caso può chiedere lo scioglimento delle Camere oppure può decidere di lasciare la palla ad un altro esponente della maggioranza, magari anche per motivi personali, come è accaduto in Svezia, perché non riesce a conciliare gli impegni di governo con quelli familiari".
I cronisti hanno osservato che i dubbi sollevati ieri riguardavano il caso di un governo che pone la fiducia su un atto e non gli viene accordata dal Parlamento, situazione che secondo la maggior parte dei costituzionalisti implica l'obbligo di dimissioni, che non sono dunque volontarie.
MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI A CERNOBBIO
"Che un governo si debba dimettere sulla mancata fiducia su un singolo atto - ha replicato Casellati - non è scritto neanche nella Costituzione vigente, dove si parla solo di dimissioni in caso di mozione di sfiducia, all'articolo 94. E' solo la dottrina a sostenere che sono un atto e dimissioni del governo che cade su un singolo atto. Anche un costituzionalista come il professor Marini ha detto che le dimissioni non sono obbligatorie e che rientrano quindi nelle dimissioni volontarie. Comunque se questo è fonte di equivoco possiamo eliminare il termine "volontarie". Nulla è immodificabile"
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