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“RISCHIAMO UNA NUOVA GUERRA FREDDA TRA STATI UNITI E CINA” - IL PREMIO NOBEL MICHAEL SPENCE: “NON SAPPIAMO CON QUALE VERSIONE DELL'INTERDIPENDENZA GLOBALE VIVREMO NEI PROSSIMI MESI. SICURAMENTE E’ FINITA LA GLOBALIZZAZIONE BASATA SULLE STRUTTURE MESSE IN PIEDI DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE. ANCHE SE STAVA GIÀ TERMINANDO PRIMA CHE TRUMP TORNASSE IN CARICA, A CAUSA DELLA DIVERSIFICAZIONE DELLE CATENE DI FORNITURA. TRUMP NON VEDE DI BUON OCCHIO NULLA CHE SUONI COME "MULTILATERALE". IL RESTO DEL MONDO SARÀ CAPACE DI COSTRUIRE UNA VERSIONE UTILE DELLA GLOBALIZZAZIONE, ADATTATA ALLA SITUAZIONE ATTUALE, MA CHE MANTENGA UN SISTEMA APERTO IN TERMINI DI COMMERCIO E INVESTIMENTI?”
Estratto dell’articolo di Giuseppe Bottero per “la Stampa”
Per capire davvero cosa sta succedendo all'America e alle Borse mondiali, dice Michael Spence, bisogna provare a entrare nella testa di The Donald. «Da anni, ben prima di diventare presidente, sostiene che il sistema commerciale è ingiusto» spiega il Nobel, premiato nel 2001 insieme a Joseph Stiglitz per le sue analisi sui mercati.
«Spesso, in particolare, Trump ha fatto riferimento a Pechino. Pensa che se gli scambi fossero corretti, su un piano paritario, i deficit commerciali non sarebbero così grandi: è convinto che qualcuno stia sfruttando gli Stati Uniti, e che questo penalizzi i cittadini americani, in particolar modo quelli che lavorano nel manifatturiero. I suoi primi quattro obiettivi, dichiarati ben prima del "Giorno della Liberazione", erano Messico, Canada, Unione Europea e Cina».
METTI IL DAZIO TOGLI IL DAZIO - MEME SU TRUMP
Poi però il 2 aprile è arrivato davvero, ed è stato uno tsunami.
«Sì, i mercati hanno reagito. Gli Stati Uniti rappresentano circa il 25% dell'economia globale, ma circa il 40% dei mercati finanziari. L'eco si è sentita in tutto il mondo. Nel frattempo, le performance dell'economia statunitense hanno iniziato a peggiorare, la fiducia dei consumatori è scesa […] Tutto questo, a causa dell'incertezza […]».
All'inizio Trump ha provato a tenere duro, poi è stato costretto a fare retromarcia. Cosa è cambiato?
«Penso che la cosa che ha davvero spaventato i mercati finanziari […] sia che inizialmente, quando la gente ha cominciato a uscire dal mercato dei titoli azionari, si sia riversata sui Treasury, i titoli di Stato emessi dal governo americano. Negli ultimi giorni i rendimenti dei Treasury hanno cominciato a salire, il che significa che i valori stavano calando, e dunque che la gente li stava vendendo. A quel punto, ha capito che fermarsi fosse la cosa migliore».
[…] «Direi che l'incertezza resta molto alta, ci sono molte cose di cui preoccuparsi, come la crescita globale. […] Sono state prese alcune decisioni che io reputo sconcertanti […] Prodotti a basso costo e ad alta intensità di manodopera, come il tessile, l'abbigliamento, le scarpe, tendono a essere importati dal Vietnam.
Gli imprenditori cinesi hanno investito lì. Non sono attività che sia plausibile pensare di riportare negli Stati Uniti. Se l'obiettivo reale è fare quello che chiamo uno "spostamento marginale", cioè riportare un po' di manifattura in America, bisogna tenere presente che non si può realizzare dall'oggi al domani. Mi sembra che l'amministrazione abbia sottovalutato l'impatto a breve termine e le turbolenze. Sarebbe stato utile un approccio più mirato».
meme sulla guerra commerciale cina e usa
[…] Parecchi economisti sostengono che la globalizzazione stia finendo. È così?
«Penso che la risposta onesta sia che non sappiamo con certezza con quale versione dell'interdipendenza globale vivremo nei prossimi mesi. Ma se per "fine della globalizzazione" intendiamo quella basata sulle strutture messe in piedi dopo la Seconda guerra mondiale e durate oltre 70 anni, direi che quella è sicuramente finita. Anche se, ad essere sinceri, stava già terminando prima che Trump tornasse in carica, a causa delle tensioni geopolitiche, degli choc e della diversificazione delle catene di fornitura.
INSIDER TRADING DI TRUMP - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
È ciò di cui Mohammed El-Erian, Gordon Brown e io abbiamo scritto nel nostro libro "Permacrisi". Non stavamo prevedendo Trump, ma è chiaro che l'economia globale stia cambiando. Penso ci sia un'altra cosa da dire sull'amministrazione Trump, ed è una novità sul fronte globale: non vede di buon occhio nulla che suoni come "multilaterale". Quindi la domanda è: il resto del mondo […] sarà disposto e capace di costruire una versione utile della globalizzazione, un'interdipendenza globale adattata alla situazione attuale, ma che mantenga un sistema globale ragionevolmente aperto in termini di commercio, investimenti, tecnologia e persino mobilità delle persone? L'alternativa è che ognuno vada per conto proprio […]».
DONALD TRUMP VOLEVA ESSERE UN DURO - MEME BY EMAN RUS PER L ESPRESSO
Si rischia un'altra guerra fredda?
«È uno degli scenari, con una sfera d'influenza della Cina e una degli Stati Uniti. Ma in questo quadro non è chiaro dove si collochi l'Europa, perché è evidente che stia arrivando alla conclusione che gli Stati Uniti siano ormai un alleato imprevedibile e inaffidabile. […]».
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