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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Le vittime degli scontri in Cile sono salite almeno a 11, e il presidente Piñera si è rivolto così alla nazione domenica sera: «Siamo in guerra contro un nemico potente e implacabile, che non rispetta nulla e nessuno, e vuole usare violenza senza limiti e atti criminali». Ieri però il capo della sicurezza nazionale, generale Javier Iturriaga, ha abbassato i toni, dopo un volo in elicottero sopra Santiago per valutare la situazione nella capitale: «Per la verità, io non sono in guerra con nessuno. Sono un uomo felice».
SEBASTIAN PINERA MANGIA UNA PIZZA MENTRE IL CILE SCENDE IN PIAZZA A PROTESTARE
L' ex presidentessa Bachelet, ora Alto Commissario dell' Onu per i Diritti Umani, ha denunciato l' uso eccessivo della forza da parte delle autorità, ha richiesto un' indagine indipendente sulle morti avvenute nel fine settimana, ha criticato la retorica incendiaria, e ha sollecitato l' apertura immediata del dialogo per affrontare e risolvere le cause profonde del malcontento. Proprio questo però è l' elemento più difficile da comprendere, perché il Cile è uno dei Paesi con le migliori condizioni economiche del Sudamerica, ma anche con il più alto tasso di disuguaglianza.
Le proteste sono cominciate la settimana scorsa, dopo l' aumento del 3,75% delle tariffe per il trasporto pubblico. I lavoratori cileni che percepiscono il salario minimo spendono in media il 20% dello stipendio per gli spostamenti, e quindi l' incremento ha un impatto sulla loro vita. Le manifestazioni però sono presto passate nelle mani degli studenti e di altri gruppi, degenerando nella violenza durante il weekend.
Circa 10.500 poliziotti e soldati sono stati schierati nelle città, facendo rivedere i carri armati per la prima volta dai tempi di Pinochet, e Piñera ha proclamato lo stato d' emergenza in diverse città, fra cui Santiago, Antofagasta, Valparaiso, Valdivia, Chillan, Talca, Temuco e Punta Arenas. Il bilancio degli scontri non è definitivo, ma i morti sono almeno 11, e potrebbero salire a 13.
Secondo i dati della National Human Rights Institution, altre 44 persone sono rimaste ferite e 283 arrestate. Il ministero della Sanità però ha detto che i civili feriti sono almeno 239, mentre quello dell' Interno ha precisato che i fermati sono 1.906. I trasporti pubblici sono stati paralizzati e decine di voli sono stati cancellati all' aeroporto di Santiago.
La compagnia italiana Enel, primo fornitore di elettricità nel Paese, ha detto che le sue attività non sono state colpite, nonostante voci di attacchi alle centrali. I saccheggi hanno colpito decine di negozi e supermercati. Walmart ha confermato che oltre 100 suoi punti vendita sono stati assaliti e in alcuni casi incendiati. La maggior parte dei morti ha perso la vita nei roghi. Ieri le manifestazioni sono continuate, con concentrazioni nella capitale soprattutto nelle zone di Plaza Ñuñoa e Plaza Italia. Iturriaga ha proclamato il coprifuoco dalle 8 di sera alle 6 del mattino, ma ha aggiunto di essere «molto soddisfatto della situazione».
Le proteste hanno sorpreso gli osservatori, perché nel 2019 l' economia è cresciuta del 3%, mentre inflazione e disoccupazione sono stabili, nonostante l' arrivo un milione di immigrati e molti rifugiati dal Venezuela. In base a diversi indicatori, il Cile è il Paese nelle migliori condizioni del Sudamerica, ma secondo l' Ocse è anche il primo in termini di disuguaglianza. Piñera sospetta che le violenze siano frutto di una campagna organizzata all' estero per destabilizzarlo, ma l' opposizione gli chiede di cambiare politica e colmare il divario tra ricchi e classe media, per risolvere la crisi ed evitare che il Paese imploda.
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