draghi erdogan

QUALCUNO STA LAVORANDO PER LA PACE IN UCRAINA? - NEGLI ULTIMI GIORNI CI SONO STATI CONTATTI TRA TURCHIA E ITALIA PER AMMORBIDIRE USA E GRAN BRETAGNA, ACCUSATI DA ANKARA DI VOLERE CHE IL CONFLITTO PROSEGUA A LUNGO PER RENDERE LA RUSSIA PIU’ DEBOLE - PRESSING DIPLOMATICO SU SU DRAGHI PER UN VIAGGIO A KIEV E DISCUTERE FACCIA A FACCIA CON IL PRESIDENTE ZELENSKY DELLE REALI VOLONTÀ DEGLI UCRAINI DI ARRIVARE A UNA TRATTATIVA DI PACE - UN'ESCALATION CHE TRASCINI LA GUERRA A LUNGO AVREBBE CONTRACCOLPI FATALI PER L’ITALIA E PER L'EUROPA…

mario draghi recep tayyip erdogan g20

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

La pace, non bisogna perdere di vista la pace. È il messaggio, lo stesso, che in queste ore che si sente ripetere alla Farnesina e a Palazzo Chigi, tra i consiglieri del premier Mario Draghi e il corpo diplomatico che segue il ministro Luigi Di Maio. La materia è delicata e per questo si fa molta attenzione a scegliere le parole, per non scatenare sospetti di cedimento sulle alleanze.

 

Mevlut Cavusoglu

Ma è indubbio, ascoltando le ricostruzioni di diverse fonti di governo coinvolte in prima linea nelle triangolazioni negoziali sulla guerra in Ucraina, che stia crescendo il timore di aver smarrito il vero obiettivo di tutte queste ultime settimane: la fine del conflitto armato.

Negli ultimi giorni ci sono stati contatti ad altissimi livelli tra Turchia e Italia, tra Di Maio e Mevlüt Çavuolu. Il ministro degli Esteri di Ankara ha anticipato al collega italiano quello che poi avrebbe detto durante l'intervista a Cnn Turk, l'altro ieri sera: «Durante il vertice tra ministri degli Esteri Nato ho avuto l'impressione che ci siano alcuni membri Nato che vogliono che il conflitto prosegua. Vogliono che la Russia diventi più debole».

joe biden emmanuel macron boris johnson 1

 

Il riferimento è ovvio: per la Turchia, Paese membro dell'Alleanza atlantica, l'atteggiamento di Stati Uniti e Regno Unito non aiuta a cercare una strada per arrivare alla pace e complica il lavoro della diplomazia. Di più: i turchi si stanno convincendo che il presidente americano Joe Biden e il premier inglese Boris Johnson stiano lavorando soprattutto a ottenere un regime change, secondo uno schema preciso che deve portare alla demolizione della Russia e alla caduta di Vladimir Putin.

mario draghi recep tayyip erdogan g20

 

L'Italia si trova in una posizione difficile. Come spiegano da Palazzo Chigi, «l'indiscutibile» posizione di chiaro filoatlantismo non ha impedito a Draghi di insistere ripetutamente sulla ricerca della pace. Anche la fornitura di armi, dicono le fonti della presidenza del Consiglio, non è certo in contrasto con questo obiettivo. Ieri il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè ha confermato che entro questa settimana arriverà il decreto sull'invio degli armamenti. Sempre a uso difensivo. «Certamente non mandiamo aerei né carri armati, dal punto di vista militare poco cambia rispetto alla tipologia di quelle già inviate».

 

recep tayyip erdogan boris johnson joe biden

È probabile che un altro decreto arriverà più avanti. Molto dipenderà dagli sviluppi del conflitto nel Donbass e nel resto dell'Ucraina e dalle intenzioni di Putin. La strategia italiana punta a mantenere gli impegni presi in ambito G7, Nato e Ue, sulle sanzioni e sugli aiuti anche militari a Kiev, ma allo stesso tempo alla Farnesina si tenta di riprendere il filo del dialogo.

 

Le sollecitazioni della diplomazia sono arrivate fino a Draghi. Dopo un'iniziale smentita sull'agenda, e la pressione che indirettamente c'è per la visita, già avvenuta o già prevista, degli altri leader europei, a Palazzo Chigi non escludono che anche il premier possa volare a Kiev. Sarebbe l'occasione per discutere faccia a faccia con il presidente Volodymyr Zelensky delle reali volontà degli ucraini e di quali margini concreti lasciare alle trattative. Secondo Draghi, il prerequisito per ragionare seriamente di pace «non può che essere il cessate il fuoco».

ZELENSKY ERDOGAN PUTIN

 

Ed è Putin che deve dare questo segnale. I turchi si sarebbero convinti che una strada, quella che fino al 29 marzo secondo Cavusoglu era stata tracciata, c'è e chiedono all'Italia di fare sponda per concentrare su questo ogni sforzo dell'Unione europea, anche a costo di sganciarsi da Washington e Londra, come ha fatto Olaf Scholz in Germania. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan punta a una «conferenza di pace», un formato dove accanto a ucraini e russi siedano altri importanti attori. In gioco, in Ucraina, c'è un nuovo ordine mondiale ed è evidente che Erdogan voglia strappare un vantaggio e costruire un ruolo globale per la Turchia.

 

putin erdogan gustano un bel gelato

I diplomatici italiani lo sanno ma dall'altra parte temono anche un'escalation che trascini la guerra a lungo, con contraccolpi fatali per l'Europa. Non è un caso che sia stato proprio Di Maio, in asse con Ankara, a farsi portavoce della necessità, appunto, di una «conferenza di pace», qualcosa di ben più strutturato dei tavoli a favore di telecamera dove si sono seduti i delegati di Kiev e di Mosca, senza però alcun successo. «Riportare la pace al centro è un dovere» sostiene continuamente il ministro. Come, però? Questa è la domanda. Farlo senza isolare la resistenza ucraina e il presidente Zelensky è l'imperativo.