MUNGERE LA MUCCA SVIZZERA - RIGOR MONTIS VA A BERNA PER RIPRENDERSI I SOLDI DEGLI EVASORI - L’ACCORDO PREVEDE UN PRELIEVO UNA TANTUM SUI CAPITALI IN DEPOSITO E UNA TASSAZIONE FISSA ANNUA SULLE RENDITE, CAPITAL GAIN O DIVIDENDI - UNA MOSSA CHE DOVREBBE FAR GUADAGNARE ALLO STATO 50 MLD € - MA TUTTO DIPENDERÀ DALLE CAPACITÀ DI NEGOZIAZIONE DELLA BANDA DEL LODEN…

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Thomas Mackinson per il "Fatto quotidiano"

Alla fine anche il governo dei tecnici riesce a trovare un pertugio per infilare la mano nei forzieri svizzeri che custodiscono 150 miliardi di capitali esportati illegalmente dagli evasori italiani. Solo dopo il benestare della Ue per evitare spiacevoli contenziosi. Ieri c'è stato un passo avanti importante nella direzione di un'imposta sui redditi da capitale e sui patrimoni scudati che eviterebbe di imporre ulteriori sacrifici nel breve periodo.

I negoziati tra Roma e Berna hanno ricevuto un'accelerazione a seguito dell'incontro tra il consigliere diplomatico del ministero dell'Economia Carlo Baldocci e il capo della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali Michael Ambúhl. Sul tavolo una doppia partita sui temi fiscali e finanziari. Il primo risultato portato a casa è un accordo sui ristorni dei frontalieri italiani relativi al 2011.

Il Consiglio di Stato elvetico ha aperto una linea di credito all'Italia sbloccando 28 milioni di euro: da mesi il Canton Ticino aveva bloccato i rimborsi che ogni anno versa ai Comuni di frontiera italiani i cui lavoratori pagano le tasse in Svizzera ma beneficiano dei servizi pagati dallo Stato italiano. Monti aveva individuato nel ritorno alla normalità dei rapporti con i Comuni frontalieri la precondizione per avviare ulteriori negoziati. E così ieri si è iniziato davvero a negoziare.

"Ancora non è stato individuato un modello di convenzione sulla regolarizzazione di patrimoni e capitali", ha precisato il viceministro all'Economia Vittorio Grilli, ma tutto lascia pensare che si arriverà a un accordo a doppio binario, sulla falsa riga di quelli sottoscritti con Austria, Gran Bretagna e Germania: un prelievo una tantum sui capitali in deposito e una tassazione fissa annua sulle loro rendite, capital gain o dividendi. In cambio, quei capitali potranno rimanere in Svizzera.

Un condono, certo, ma che produrrà benefici duraturi nel tempo. "Quanti dipenderà dalle aliquote che il governo riuscirà a strappare agli svizzeri, ma in ballo ci sono cifre importanti per la finanza pubblica", spiega la professoressa di Economia Rita Castellani che ha dato vita al battagliero gruppo di pressione "Guardie Svizzere".

Prendendo per buono quel 30% utilizzato nell'accordo con l'Austria del 13 aprile, come ipotesi di scuola, nelle casse dello Stato italiano potrebbero entrare subito 50 miliardi. Cui si sommerebbero le entrate per la tassazione sulle rendite al 25% che potrebbero aggirarsi intorno ai 625 milioni di euro l'anno.

Una stima prudente. In Germania, ad esempio, l'Spd ha fatto il diavolo a quattro per ottenere condizioni più punitive per gli evasori con una tantum tra il 21 e il 41% e una patrimoniale colossale del 50% per coloro che "ereditano" improvvisamente un conto svizzero mai dichiarato al fisco.

Un gruppo di lavoro dedicato farà il punto il 24 maggio mentre è in via di definizione un incontro tra Monti e il presidente della confederazione Eveline Widmer-Shumpf. In Parlamento scrosciano applausi per il governo ma ora tocca capire se i tecnici sono anche abili negoziatori.

 

MARIO MONTI E IL DITINO ALZATO Eveline Widmer-Shumpf LUGANO-BANCHE SVIZZEREBANCHE SVIZZERE