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Wanda Marra per "Il Fatto Quotidiano"
Leoluca Orlando si candida a sindaco di Palermo, sconfessando il risultato delle primarie (che hanno visto la vittoria di Fabrizio Ferrandelli, ex Idv) e lacerando definitivamente un centrosinistra già diviso. Un epilogo già scritto in una vicenda cominciata sotto i peggiori auspici: prima, la spaccatura del Partito democratico e dell'Italia dei valori nella scelta delle candidature per le primarie, poi un risultato politicamente debole (la vittoria di misura di Ferrandelli) e inquinato dalle inchieste della Procura per brogli, con tanto di iscrizione nel registro degli indagati di due rappresentanti di lista del vincitore.
Lunedì il segretario provinciale del Pd di Palermo, Enzo Di Giacomo - dopo la decisione del Comitato dei garanti che, nonostante le ombre, aveva dichiarato valide le consultazioni, annullando la votazione nel solo seggio del quartiere Zen, al centro dell'inchiesta della Procura - aveva annunciato l'appoggio compatto del partito a Ferrandelli. Sostenuto addirittura con una discesa a Palermo di Massimo D'Alema il 16 aprile per la campagna elettorale.
Non ci stavano Sel, Idv, Rifondazione e Verdi che avevano cercato di trovare un accordo su un candidato alternativo. Senza riuscirci. Tanto è vero che alla fine Rifondazione e Verdi appoggiano Orlando, la maggioranza di Sel spinge per Ferrandelli e la Borsellino con il suo movimento "Un'altra storia" non si schiera. "Ho lavorato fino all'ultimo perché il centrosinistra ritrovasse l'unità , nonostante il fallimento delle primarie. Avevo chiesto una candidatura unitaria. Purtroppo, le condizioni di base perché questo avvenisse non si sono verificate". Era circolata anche la voce di una sua candidatura, con Ferrandelli vice.
Orlando, che è stato già per tre volte sindaco di Palermo quasi ininterrottamente dall'85 al 2000 dunque ci riprova. Commenta Sergio Lima (Sel): "Questa è la fine del centrosinistra a Palermo". Una fine annunciata appunto, nell'atto di nascita delle primarie e nella situazione siciliana, con una parte del Pd che appoggia Lombardo.
Ai banchi di partenza delle primarie c'erano Rita Borsellino, candidata ufficiale del Pd, appoggiata da Bersani, da Sel e Idv, Fabrizio Ferrandelli, consigliere ex Idv, sostenuto dall'area lombardiana dei democratici, Davide Faraone, renziano e Antonella Monastra, consigliere comunale eletta nella lista della Borsellino. Una quaterna uscita dopo una lunga fase di trattative, che aveva visto in ballo anche il nome di Orlando, che peraltro è il padre politico del 31enne bancario risultato vincitore.
Orlando, che durante la campagna elettorale per le primarie aveva ribadito più volte di non volersi candidare, in realtà la sua intenzione l'aveva chiarita a primo riconteggio ancora in corso: "Non voterò un Ferrandelli che sta con quella parte del Pd che sostiene Lombardo, un Cuffaro senza cannoli", aveva detto al Fatto. Poi, aveva denunciato l'inquinamento delle primarie e preannunciato la sua discesa in campo: "Andremo per i fatti nostri, aspetteremo le valutazioni dei Garanti, poi decideremo. Le vere primarie sono il primo turno, vorremmo parteciparvi con Rita e con tutto il centrosinistra".
Il tutto, però, dopo aver partecipato regolarmente alle primarie. Cosa che non mancano di rimproverargli i montiani del Pd, gongolando in realtà per quella che sembra la sconfitta finale e senza appello della foto di Vasto. "È uno sbaglio - dice Veltroni - le primarie hanno avuto un esito. Se il Pd avesse fatto lo stesso, avrebbe dovuto presentare i suoi candidati in tutte le città dove le ha perse, come a Genova".
"Attenti alla gelosia dei vecchi che vogliono morire governando" lo diceva Andreatta, mi è venuto a mente oggi per Leoluca Orlando", chiosa Stefano Ceccanti su Twitter che solo l'altroieri ribadiva che bisogna fare le primarie di partito. E Giorgio Gori, il grande sponsor di Faraone insieme a Renzi: "Senza Borsellino candidata ufficiale non ci sarebbe stato Ferrandelli, e oggi non ci sarebbe Orlando. E magari avremmo anche vinto".
I bersaniani tacciono, in una giornata che è già durissima grazie ad articolo 18 e dintorni. Di Pietro, che di Orlando dovrebbe essere il capolista, va diritto per la strada scelta: "Abbiamo preso atto che un istituto importante della democrazia diretta come le primarie è stato sporcato in modo irreparabile". E dunque, "l'Idv rispetterà il volere dei palermitani".
Dal canto suo Ferrandelli non ci sta: "Se Orlando si assume la responsabilità di dividere il centrosinistra, si assumerà anche la responsabilità di regalare delle chance di successo ai candidati del centrodestra". Orlando intanto non parla. Annuncerà la sua candidatura ufficialmente oggi in conferenza stampa.
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