DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
omar mateen invito ad uscire un collega poliziotto
“Voi uccidete donne e bambini innocenti con gli attacchi aerei, ora assaggiate la vendetta dello Stato Islamico. Nei prossimi giorni vedrete quanti altri attacchi dallo Stato Islamico negli Usa!”. Così, secondo una fonte del Fbi, aveva scritto su FaceBook il terrorista di Orlando, altro che delitto ispirato dall'odio, sentimenti confusi di omosessualità repressa, e altri psicologismi da quattro soldi che piacciono tanto al presidente Obama.
Al club che aveva scelto come obiettivo, Omar Mateen ci andava e si sarà anche divertito, l'ipocrisia è una parte pregnante del fondamentalismo islamico, ma ci andava per pianificare l'attacco.
Di profili su Facebook ne aveva cinque, tutti inneggianti all'odio e all'azione, tanto che Ron Johnson, il repubblicano presidente della Commissione del Senato sulla Sicurezza nazionale, ha scritto a Mark Zuckerberg chiedendogli di accedere al conto e di conoscere i dettagli. Avete presente quanto solerti siano a bloccare un profilo per un innocuo fondoschiena o per una parolaccia? Ecco..
omar mateen frequentava il pulse
Al Federal Bureau of Investigation non ha fatto per niente piacere che il proprietario di un negozio di armi abbia dichiarato ai giornalisti che venti giorni prima della strage Mateen era entrato nel suo negozio chiedendo di comprare tre giubbotti antiproiettile, che non c'erano, allora aveva fatto una telefonata parlando in arabo, per poi chiedere delle munizioni di vario tipo, e al rifiuto del commesso, che ne aveva avuto una cattiva impressione, se ne era andato; subito dopo lo stesso sanamente sospettoso commesso aveva fatto una telefonata di segnalazione al Fbi.
Quanti altri segnali precisi si troveranno nel corso di indagini condotte con il freno a mano tirato? Il lupo solitario a chi parlava in arabo? Chi aveva incontrato nei viaggi alla Mecca? Quanta gente tra colleghi, vicini di casa, commessi di negozi di armi , aveva spaventato e messo sull'avviso senza che alcuna iniziativa fosse decisa?
Davvero, come si ostina a ripetere la Casa Bianca assieme a una lunga serie di media volenterosi, si tratta di un progetto tutto maturato negli Usa, o qui sono in ballo totale assenza di controllo e i finanziamenti alla campagna democratica dell'Arabia Saudita?
omar mateen con moglie e figlio
Dite a Obama di guardarsi Telegram, versione birichina di whatsapp, che oltre ai messaggi consente l'apertura di canali da condividere su argomenti specifici. Il web è pieno di materiale di propaganda messaggi per un pubblico giovane fatti di semplici slogan, di fotomontaggi suggestivi che suggeriscono azioni gloriose,di descrizioni dei sodomiti infedeli e delle puttane infedeli, che vanno annientati.
Si fa un gran parlare del lone wolf, del lupo solitario, del ragazzo o della ragazza obiettivo di questo indottrinamento, come se il terrorismo fosse un'altra cosa, invece è il metodo utilizzato dall'Is per raggiungere coloro che vivono in Occidente, e lì facilmente inosservati devono colpire, soprattutto per contrastare la propaganda negativa delle sconfitte subite sul campo.
sitora ha divorziato da omar mateen
L'obiettivo resta quello della conquista o riconquista, ma la costruzione intermedia, studiata sapientemente, utilizza, come a Parigi o a Bruxelles, una rete che, con stanziali e profughi appena arrivati, prepara attacchi destinati a grande risonanza, che è affidata di nuovo alla rete, al web ,che li fa conoscere ovunque. Su Telegram, Mateen è “un leone dello Stato islamico, che ha ristabilito l’onore della Umma e vendicato la morte dei musulmani, che ha terrorizzato l’America infedele versandone il sangue”.
Nei messaggi della Rete campeggiano sfondi altrettanto inquietanti, la Tour Effeil e la metro di Londra, Capitol Hill a Washington; San Pietro e il Colosseo, la Torre di Pisa, San Marco e il Duomo sono quelli usati per l'Italia; il combattente è solo ma armato e implacabile, basta anche un pugnale a trasformarlo nel boia dell'Occidente infedele.
Ha un senso che Barak Obama si rifiuti di usare il termine, pur edulcorato, di “Islam radicale”? L'accento esasperato e insistito sull'odio per gli omosessuali e sul mancato controllo della vendita di armi non sembrano solo la rappresentazioni di una opinione precisa in difesa di categorie sociali, ma un tentativo di distrarre dalla debolezza fatale dei democratici e di questa presidenza nella lotta al terrorismo.
Lo scrive anche l'amico Washington Post in un articolo che si chiama “la battaglia sui valori di una nazione”, tutto teso a dimostrare che Donald Trump quei valori di libertà civile li disprezza, che “sia Obama che la Clinton sono ansiosi di distogliere l'attenzione dal terrorismo e dallo Stato Islamico, un'area di relativa debolezza per i democratici”.
bill e hillary clinton con barack obama
La sicurezza nazionale un'area di debolezza, e gli elettori a novembre non se ne dovrebbero occupare e preoccupare? C'era una volta il Patriot Act, i democratici lo votarono subito dopo l'11 Settembre, poi lo trasformarono in strumento contro George W. Bush, non un dubbio che il sacrificio di alcune libertà sia un atto moralmente necessario per la difesa della nazione e della vita.
ROBERT GATES CON OBAMA E HILLARY CLINTON
Gli americani in maggioranza furono d'accordo, ma oggi non è detto che sia la stessa cosa, troppa paura, troppa sensazione di essere esposti esattamente come accadde l'11 Settembre; la presidenza Bush c'era da soli sette mesi, dopo otto di Bill Clinton, che aveva ampiamente sottovalutato la politica estera e il pericolo di al Qaeda, che addirittura nel 1995 aveva rifiutato la proposta del Sudan di consegnargli tale Osama bin Laden. Se il terrorismo nel 2016 tornasse stabilmente issue numero 1, assieme per giunta all'immigrazione?
Nella sua infinita presunzione,Barak Obama ai cadetti dell'Aereonautica due settimane fa ha detto che lui e solo lui ha cancellato cinquant'anni di fallimenti politici usando la diplomazia in luogo della guerra. Potrebbe non essere un gran viatico per Hillary Clinton.
Non solo la Libia, la strage degli americani lasciati soli a Bengasi, le email sul conto privato in balia degli hackers: quel che nei prossimi mesi potrebbe diventare argomento di campagna imbarazzante è il finanziamento di Arabia Saudita, Qatar e Kuwait, tre Paesi che finanziano il terrorismo e che, per venire a temi cari ai democratici, puniscono l'omosessualità con la prigione, contemplando la pena di morte, impediscono la libertà di opinione, tengono segregate le donne.
Da questi Paesi i Clinton hanno ricevuto attraverso la loro Fondazione decine di milioni di dollari, né alcuna iniziativa di sanzione è stata mai presa dai democratici al Congresso. Le cifre dei sauditi, per fare un esempio, sono impressionanti: 25 milioni alla Fondazione, 10 alla Biblioteca presidenziale Bill Clinton. Hillary risponde che quei soldi vanno a bambini poveri, Trump martellerà con tre domande. Perché proprio a loro e non ad altre organizzazioni benefiche? Perché i soldi sono aumentati negli ultimi mesi? Perché dopo l'ennesimo atto di terrorismo la Clinton non annuncia che soldi da quei Paesi non ne vuole più?
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