IL PROF COME IL CAV: ANCHE MONTI HA IL SUO BILL EMMOTT - BERLUSCONI PRENDEVA BORDATE DAL DIRETTORE DELL'ECONOMIST E REAGIVA CON REPLICHE AL VELENO - IERI E' TOCCATO AL PREMIER, CHE NON HA GRADITO LE CRITICHE DI MUNCHAU SUL ‘’FINANCIAL TIMES’’ CHE POI HA CORRETTO IL TIRO - IN OGNI CASO SI E' INTERROTTO IL SOTTILE FILO ROSSO CHE LEGAVA MONTI AI MERCATI INTERNAZIONALI (FORSE PERCHE' LE TASSE NON PIACCIONO NEMMENO ALLE BANCHE?)…

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Francesco De Dominicis per "Libero"

Mario Monti come Silvio Berlusconi. È bastato un articolo critico e pungente del Financial Times - di fatto il primo - per far sembrare l'attuale premier ancora più simile al suo predecessore a palazzo Chigi. Dunque, il professore della Bocconi come il Cavaliere, sia sui temi da toccare in campagna elettorale (il fisco su tutti) sia nei rapporti con la stampa. Chiunque ricorda le bordate di Bill Emmott a Berlusconi sulle colonnne dell'Economist e in particolare quella, del 2011, con cui il leader del Popolo delle libertà fu definito inadatto (unfit) a governare l'Italia».

Bordate alle quali l'ex presidente del consiglio reagiva con repliche al veleno. Dello stesso tono, la reazioni di Monti ieri: «Non me l'aspettavo dal Financial Times ma da Wolfgang Munchau (autore dell'editoriale, ndr) sì, uno specifico editorialista che ha una vecchia polemica con Merkel e vorrebbe che tutti dessero colpi d'ariete per far saltare l'eurozona».

Un passo indietro. Ieri mattina l'autorevole quotidiano britannico pubblica un commento il cui titolo è inequivocabile: «Perché Monti non è l'uomo giusto a guidare l'Italia». In inglese: «Not the right man». Una critica dura e assai argomentata: «Come primo ministro Monti ha promesso riforme e ha finito per aumentare le tasse. Il suo Governo si è impegnato a introdurre modeste riforme strutturali che sono state annacquate fino all'insignificanza macroeconomica.

Dopo aver iniziato come leader di Governo tecnico, è emerso come un duro politico» prosegue l'Ft rilevando che il premier uscente ha raccontato che «ha salvato l'Italia dal baratro, o meglio da Berlusconi, il suo predecessore». Il calo dello spread fa parte di questo racconto, sottolinea Ft, ma «molti italiani sanno che è legato a un altro Mario, il presidente della Bce, Draghi».

Ma l'Ft non ha risparmiato il centrosinistra di Bersani né il centrodestra di Berlusconi. Bersani, pur avendo sostenuto le politiche di austerità, adesso tenta di prenderne le distanze. Il leader del Pd si è mostrato esitante rispetto alle riforme strutturali, ma - rileva l'Ft - potrebbe avere, rispetto a Monti, una chance maggiore, seppur marginale, nel confronto con Angela Merkel, grazie alla sua migliore possibilità di collaborazione con Francois Hollande, il presidente socialista francese.

I mercati - questa una possibile interpretazioe - stanno cominciando a scaricare Monti o a fare i conti con un futuro, per l'Italia, senza la sua premiership. Sta di fatto che il premier non l'ha proprio mandato giù, l'articolo di ieri. Al quale ha replicato subito con dichiarazioni alle agenzie di stampa e all tv.

Per il vetriolo di Monti bisogna aspettare e leggere l'edizione odierna dell'Ft nella quale, come preannunciato ieri dallo stesso professore, in una lettera farà «capire a Munchau perchè le sue frustrazioni verso la Germania non sono necessariamente da scaricare su chi in condizioni difficili ha governato l'Italia». Secondo il premier «ciò che questo governo ha fatto per far calare l'inflazione e creare più posti di lavoro è senza precedenti in un periodo di tempo così breve e senza maggioranza vera in Parlamento»

È vero: Munchau è solo uno dei commentatori del quotidiano della City come ha precisato ieri in una nota lo stesso Ft. Che nell'edizione online ha poi elogiato Monti e pure Bersani; «Devono sfruttare il voto del mese prossimo per portare avanti l'idea di un nuovo inizio. Ciò permetterà agli elettori di fare scelte reali sul futuro dell'Italia».

Tuttavia, ieri s'è interrotto, in qualche modo, un sostegno che andava avanti dall'autunno 2011. Il Cavaliere non aveva ancora rassegnato le dimissioni il Financial Times - era il 10 novembre - tirava la volata a Monti come possibile, nuovo premier. A gennaio 2012 lo ha letteralmente esaltato scrivendo che l'Italia era tornata sulla scena dopo due decadi». Ma le tasse di Monti non piacciono a nessuno.

 

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