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SOTTO A CHI TOGA! PROVE DI DIALOGO TRA L'ASSOCIAZIONE MAGISTRATI E NORDIO MA RESTANO I NODI SU CARCERI (DOVE C’E’ UN BOOM DI SUICIDI), CONCORSI E DDL SUL FEMMINICIDIO – IL PROCURATORE DI NAPOLI GRATTERI RINFOCOLA LA POLEMICA: "IL GOVERNO VA SEMPRE IN DIREZIONE CONTRARIA ALLA NOSTRA. LA RIFORMA LIMITA LE INDAGINI, COSÌ PASSA UN MESSAGGIO DI IMPUNITÀ”. E PER RASSERENARE IL CLIMA IL SOTTOSEGRETARIO ANDREA DELMASTRO SI LASCIA SFUGGIRE: “SI FINIRÀ CON IL PM SOTTO L'ESECUTIVO”
Francesco Grignetti per la Stampa - Estratti
CESARE PARODI E CARLO NORDIO CON LA SIGARETTA AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Il ministro Carlo Nordio riceve i vertici dell'associazione nazionale magistrati e di colpo si entra nel merito dei mille problemi della giustizia. Non è il tempo di discutere della separazione delle carriere, su cui l'Anm ha detto tutto direttamente a Giorgia Meloni, ma dei tanti guai che affliggono i tribunali italiani. E Nordio non può far altro che ascoltare, prendere nota, e rinviare le risposte a tempi migliori. «Speriamo che su molti dei punti che abbiamo esposto ci possa essere una risposta concreta.
Non c'è accordo su tutto, ma su molti temi direi che c'è stata una sintonia», commenta uscendo il presidente dell'Anm, Cesare Parodi. Ma l'impressione è che la sintonia sia sui mali della giustizia, non sulle cure.
CESARE PARODI E CARLO NORDIO CON LA SIGARETTA AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Sul carcere, ad esempio, sotto stress per il sovraffollamento e le carenze dell'amministrazione, dove c'è un boom di suicidi: i magistrati sono consapevoli della tragedia e chiedono misure emergenziali. Un'amnistia, ad esempio. D'altra parte l'ha chiesto Papa Francesco, perché no?
(...)
Se proprio c'è qualcosa da cambiare, per Nordio vanno modificate le norme sulla carcerazione preventiva. «Oggi c'è il pericolo di fuga, reiterazione della prova e pericolosità sociale. Categorie in parte obsolete che dovrebbero essere riviste», dice il Guardasigilli. L'Anm non chiude la porta, ma solo perché, spiega Parodi, «non ha ancora maturato un parere».
CESARE PARODI E CARLO NORDIO CON LA SIGARETTA AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
(...) Quelli dell'Anm presentano un lungo elenco di doglianze: i palazzi che cadono a pezzi, le carceri strapiene, il personale amministrativo che manca e quelli arrivati di rinforzo con i fondi del Pnrr ormai in scadenza, le piante organiche obsolete, la geografia giudiziaria che andrebbe ancor più razionalizzata, altro che nuovi tribunalini. Tutti temi che avevano anticipato già a Giorgia Meloni quaranta giorni fa. Nordio sventola una cartellina che gli ha preparato la sua capa di gabinetto, Giusi Bartolozzi. «Ho chiesto i dati, ce li ho qui, presto avrete le risposte».
E intanto altri problemi sopraggiungono. Il ddl sul femminicidio impone tempi ristretti ai pm per chiedere misure cautelari (20 giorni) e ai giudici per decidere (30 giorni). Ma questa rapidità fa a pugni con la norma che fa passare da un giudice singolo a tre giudici per decidere le misure cautelari. Ovviamente ci saranno ingorghi, tempi più lunghi, insuperabili incompatibilità nei tribunali medio-piccoli.
Una soluzione potrebbe venire da un consistente aumento dei magistrati, anche perché sono pochi rispetto al resto d'Europa: da noi 4 pubblici ministeri ogni centomila abitanti; la media europea è di 12. L'effetto è che i nostri trattano 1.192 casi a fronte di una media europea di 204 casi.
Ma Nordio mette le mani avanti: «Ci vorrebbe una legge e occorrono tempi lunghi». Lui pensa piuttosto a un concorso straordinario, ma l'Anm resta contraria a una infornata senza prove adeguate. C'è anche l'idea di far restare al lavoro i magistrati settantenni per altri due anni. «Ma sono appena un centinaio e sono quasi tutti in Cassazione. Non può essere la risposta a chi è sovraccarico di lavoro in prima linea», la risposta.
Usciti dal ministero della Giustizia, i vertici di Anm vanno a colloquio con il gruppo parlamentare di FdI, dove trovano una foltissima delegazione ad attenderli. E se pure nel partito di Giorgia Meloni ci sono esigenze di compattezza politica e mediatica, è emblematica la domanda del capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami: «Ci spiegate questa storia del pm che secondo voi finirà inevitabilmente sottoposto all'esecutivo?». È questo il rovello di FdI. Convitato di pietra era il sottosegretario Andrea Delmastro, che parlando con Il Foglio si è lasciato sfuggire: «Ma certo che si finirà con il pm sotto l'esecutivo!».
GRATTERI
Irene Famà per la Stampa - Estratti
«Parlate alle persone, il silenzio è complicità. Siate incorruttibili, inattaccabili». Il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri pare quasi un allenatore e un motivatore mentre parla al convegno organizzato a Roma dall'Associazione magistrati Corte dei Conti. «Non sono un osservatore politico e non riesco a cogliere le ragioni di queste riforme.
sergio mattarella cesare parodi
Posso dire, però, che oggettivamente il segnale che viene dato è quello di un arretramento nella tutela della collettività e nel rispetto delle regole».
I giudici contabili in sciopero, l'Anm che incontra il ministro Nordio. La mobilitazione è comune?
«L'impatto di queste riforme non coinvolge lo status dei magistrati ordinari e contabili, ma i cittadini. La mobilitazione dev'essere comune: dobbiamo essere uniti e compatti».
Come mai?
«Per far comprendere quali incredibili danni provocheranno queste riforme».
Dal governo dicono di essere aperti al confronto.
«Non so se ci sia una reale apertura, sino ad oggi non vi è stata. Spero di sbagliarmi, ma non sono molto fiducioso».
E gli incontri e le audizioni passate?
giorgia meloni e cesare parodi - incontro tra anm e governo a palazzo chigi
«Ogni volta che siamo stati auditi, anche in sedi istituzionali, rappresentando tutta una serie di criticità, la risposta è andata in direzione opposta e contraria. Ovviamente, lo ribadisco, le leggi le fa il Parlamento e se verranno approvate, i magistrati le rispetteranno, anche se non sono condivise nel merito».
Come muoversi verso il referendum sulla riforma della Giustizia?
«Bisogna spiegare ai cittadini, in ogni modo e in qualunque contesto, quali sono i pericoli di questa riforma».
(...)
«Queste riforme avranno conseguenze negative sulla vita dei cittadini in termini concreti».
(...)
Quale messaggio passa?
«Di impunità. Tutto questo lascia i cittadini senza tutela. In tutti i settori».
nicola gratteri a otto e mezzo 4
Parliamo delle intercettazioni. Dal governo dicono che, se necessario, si potrà prolungare il termine di 45 giorni.
Questione risolta?
«No, perché con la legge vigente se le intercettazioni sono negative non vanno prorogate, quindi già oggi non è così semplice».
Cosa cambia con le nuove disposizioni?
«Sono inseriti ulteriori limiti, che di fatto rendono veramente difficile la proroga. Le intercettazioni sono un fondamentale e insostituibile mezzo di ricerca della prova».
nicola gratteri a otto e mezzo 3
C'è chi sostiene che le intercettazioni siano troppo invasive.
«Limitare l'uso delle intercettazioni ha un solo effetto: ostacolare la lotta al crimine».
Procuratore, sembra battagliero e pessimista. È così?
«Spero di sbagliare, ma a me pare ci sia un disegno globale di eliminare qualunque forma di controllo. Da una parte si limitano le intercettazioni, e sarà impossibile provare reati contro la pubblica amministrazione, dall'altra si elimina, o si limita fortemente, il controllo a valle. Insomma, il controllore non vuole essere controllato, con buona pace dei cittadini onesti».
incontro tra anm e governo a palazzo chigi - cesare parodi
cesare parodi prima di entrare a palazzo chigi
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