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Jacopo Granzotto per il Giornale
Bel coraggio. Nonostante l'immondo piazzamento mondiale quanto a libertà di stampa (siamo 77esimi, dietro il Burkina Faso e il Botswana) c'è gente (in Parlamento) che si cruccia delle bufale in rete, le fake news. Si sa, internet brulica di notizie false e tendenziose create ad arte per tornaconto politico o economico. Pubblicità spicciola ad effetto dilagante. Ma andarci contro è come sfidare il mulino a vento, una ne cancelli di bufala, tre ne escono di fresche.
E così, dopo il Ddl in Senato, arriva il debunking di Laura Boldrini. Bisognerà smascherare la disinformazione «coinvolgendo i social network». La presidentessa della Camera annuncia pure di essere in contatto con un gruppetto di abili debunker, bravi a smascherare la sciocchezza attraverso una verifica puntuale sulle fonti. Costoro sono Paolo Attivissimo («Il Disinformatico»), Michelangelo Coltelli («Bufale un tanto al chilo»), David Puente («Davidpuente.it») e Walter Quattrociocchi del CssLab dell'Imt di Lucca. «Consegneremo l'appello ai grandi social network che dovranno essere più seri - informa Boldrini- Perché il tema delle bufale è fondamentale sul fronte dell'odio via internet».
Ci mancherebbe, e lei lo sa bene perché ne è stata vittima. Nel frattempo i componenti della commissione, deputati ed esperti, continueranno il tour nelle scuole per discutere con insegnanti e alunni. L'11 aprile al «Leonardo da Vinci» di Roma, Boldrini e Stefano Rodotà illustreranno i risultati del lavoro svolto dalla Commissione. Dunque, sulla scorta dell'esperienza della House of Commons inglese che lo scorso 30 gennaio ha lanciato un «inquiry» sulle fake news, si procede al debunking.
Matteo Salvini, uno che la Boldrini non l'ha mai retta, insorge su Facebook. E non è un fake. «La maestrina Boldrini scrive (ancora?) a Zuckerberg contro odio e bufale su Facebook, invocando chiusure e censure...Zuck, dai, accontentala, almeno un messaggino in chat o un Mi piace!». «Di post con notizie inventate e insulti nei miei riguardi ne leggo ogni giorno - aggiunge il leader della Lega Nord- Ma non mi sono mai sognato di invocare l'Inquisizione, e comunque la Boldrini fa tutto questo senza rendersi conto che la peggior bufala vivente è proprio lei!»
Chissà, Orwell sarebbe stato orgoglioso di tutto ciò. Nel 1949 raccontava il «Ministero della Verità», uno dei quattro che governano lo stato immaginario di Oceania nel romanzo 1984. Scriveva: «Questo ministero ha il compito di produrre tutto ciò che ha a che fare con l'informazione: propaganda di partito, editoria, programmi radiotelevisivi, ma anche la letteratura. Oltre che di realizzarlo, questo ente si occupa di rettificarlo e, di fatto, anche falsificarlo, per renderlo conforme alle direttive del partito, ad esempio». Di questo passo, a forza di bufale (e presunte tali), ci si arriva sicuro.
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