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La banalità del male, a Mosca. Dopo gli arresti e gli allontanamenti, le autorità russe rimuovono fiori, foto e candele che erano stati portati dai cittadini a piazza Lubjanka per ricordare #Navalny. pic.twitter.com/RWZQnGh9ob
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) February 16, 2024
Federico Rampini per corriere.it - Estratti
MANIFESTANTI IN RUSSIA RICORDANO NAVALNY
Da Roma a Berlino, da Londra a Parigi, da New York a Los Angeles, sfilano i cortei contro Vladimir Putin. Molti giovani manifestanti hanno confezionato gigantografie con il ritratto di Alexei Navalny, e sotto la scritta «Putin assassino». Altri brandiscono striscioni con lo slogan: «Russia Stop Nukes», denunciano le voci di un’escalation nucleare di Mosca con i progetti di guerre spaziali. Le ambasciate russe di tutto il mondo sono assediate dalle proteste.
Purtroppo non sta accadendo né accadrà niente di tutto questo. I cortei di massa continueranno ad essere solo contro Israele. Le proteste davanti alle ambasciate russe? Pochi, sparuti gruppetti, nell’indifferenza generale. I graffiti che imbrattano le nostre città accuseranno di genocidio e di fascismo solo l’America, i sionisti. Quei popoli che hanno la sfortuna di soffrire per la violenza di autocrazie non occidentali, o anti-occidentali – in Corea del Nord o nello Xinjiang, in Iran o in Venezuela – non meritano la stessa attenzione e non mobilitano le piazze.
(…)
MANIFESTANTI IN RUSSIA RICORDANO NAVALNY
Alexei Navalny, se e quando saranno confermati tutti i dettagli sulla sua morte in carcere, avrà concluso i suoi 47 anni di vita come un martire della libertà e dei diritti umani. Era quasi un suo coetaneo George Floyd, il 46enne afroamericano che il 25 maggio 2020 fu ucciso da un poliziotto bianco a Minneapolis. Un poderoso movimento di proteste antirazziste sconvolse tutte le città d’America nei giorni successivi, e da lì si allargò al mondo intero. La fine atroce di Floyd ebbe un impatto nazionale e mondiale sull’immagine degli Stati Uniti. Da allora i ritratti di Floyd si sono diffusi ovunque, non solo in America: dai murales giganteschi alle t-shirt. Il suo volto viene usato per dimostrare la tesi che l’America è una società razzista, oppressiva, strutturalmente ingiusta. E tuttavia il poliziotto criminale che lo assassinò non ebbe la copertura dello Stato, anzi fu sconfessato dai suoi superiori e da tutti i livelli di governo; incriminato, processato, condannato al carcere con sentenza definitiva.
MANIFESTANTI IN RUSSIA RICORDANO NAVALNY
Navalny non avrà diritto a questo tipo di riabilitazione postuma da parte dello Stato russo. È morto vittima di un omicidio di Stato, per le persecuzioni che gli sono state inflitte dalla massima autorità del suo paese. I suoi carcerieri e i responsabili della sua morte non saranno processati e condannati dal regime di Putin. È lecito sperare che il suo volto diventi un’icona almeno altrettanto potente e universale del volto di Floyd. Ma è ragionevole dubitarne. L’asimmetria della “piazza” occidentale vale per molti altri esempi.
Il terribile destino di tanti palestinesi costretti ad abbandonare le loro case e a fuggire altrove, evoca parole come «deportazione» o addirittura «genocidio». Non c’è ragione di minimizzare questa tragedia, la sensibilità dell’opinione pubblica americana su Gaza resta acuta e di conseguenza il tema occupa tanta attenzione della classe dirigente, a cominciare dall’Amministrazione Biden. Qui a New York siamo invasi da migranti in arrivo dal Venezuela, costretti a fuggire dalla fame creata dal regime di Maduro. Non si vedono cortei contro Maduro per le vie di Manhattan e di Brooklyn.
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