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“LE SANZIONI ALLA RUSSIA SONO DA DEFICIENTI” – PUTIN TORNA AD ATTACCARE GLI EUROPEI E SUL VERTICE A ISTANBUL NON SCOPRE LE CARTE – IL PRESSING DI ZELENSKY: “SE NON VIENE VUOL DIRE CHE NON VUOLE LA PACE” – TRUMP SI DEFILA, GLI USA INVIERANNO IL SEGRETARIO DI STATO RUBIO. PER LA RUSSIA CI SARA’ FORSE LAVROV, UN CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PUTIN FA SAPERE CHE MOSCA PORTERÀ LE SOLITE RICHIESTE “MASSIMALISTE” A PARTIRE DALLA “DENAZIFICAZIONE DELL’UCRAINA” (NON SI PARLA PIU' DELLA TREGUA DI 30 GIORNI COME CONDIZIONE DEI NEGOZIATI)- MACRON MANDA UN MESSAGGIO A PUTIN: “NON VOGLIO LA TERZA GUERRA MONDIALE”. MA OFFRE L’OPZIONE DELL’ATOMICA FRANCESE A POLONIA E GERMANIA...
Estratti da open.online
TERRE DI MEZZO - MEME BY EMILIANO CARLI
(…) Volodymyr Zelensky dal canto suo continua a pigiare sull’acceleratore: vuole incontrare vis-a-vis Vladimir Putin. «Farò di tutto per incontrare il leader russo, mi muoverò ovunque in Turchia», ha detto in conferenza stampa.
«Penso che Putin non voglia che la guerra finisca, non voglia un cessate il fuoco né i negoziati». Per questo il leader di Kiev avanza la richiesta alla comunità internazionale, e in primo luogo a Washington, di adottare durissime sanzioni «più forti delle precedenti» nel caso i cui il leader del Cremlino decidesse di non imbarcarsi per Istanbul.
STARMER - ZELENSKY - MACRON - TUSK - MERZ - A KIEV
L’ipotesi di nuove sanzioni è accolta da Putin col pugno duro: «Chi adotta nuove sanzioni vuole il male della Russia, e lo fa anche a proprio discapito», ha detto in una conferenza sull’economia. Il riferimento è ovviamente a Kiev e alla coalizione dei Volenterosi, che il presidente russo ha definito «deficienti»: «Dobbiamo tenerlo a mente, potrebbero fare ciò di cui parlano pubblicamente e, naturalmente, dobbiamo ridurre al minimo gli effetti negativi su di noi».
E secondo Sergei Ryabkov, un consigliere diplomatico di Putin, la Russia anche a Istanbul porterà le solite richieste “massimaliste”: la «denazificazione dell’Ucraina» e la necessità di rimuovere le «cause alla radice» della guerra.
PUTIN
Rosalba Castelletti per repubblica.it - Estratti
No comment. O quasi. Vladimir Putin non scopre le carte. Era stato lui a proporre negoziati diretti tra Russia e Ucraina e a indicare data e luogo — giovedì a Istanbul — ma alla controproposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di tenere un vertice faccia a faccia non replica.
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Zelensky prova a stanarlo. Si dice pronto a fare «di tutto» per incontrarlo, lo provoca dicendo che «ha paura di colloqui diretti con» lui e invoca «le più forti sanzioni» mai adottate se non si presenterà. I leader europei a partire dal cancelliere tedesco Friedrich Merz gli danno man forte minacciandole. Ma Putin non si scompone. Anzi, rintuzza: «Dobbiamo essere preparati a qualsiasi azione dei nostri possibili futuri malvolenti. Fanno molte cose a loro stesso discapito.
MEME SULL INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY A SAN PIETRO BY EMAN RUS
Sembrerebbe che non potrebbero fare questo o quello, perché arrecherebbe loro danno, ma la fanno, pridurki, deficienti! Oh, scusate», dice ai membri dell’organizzazione Business Russia. È l’unica velata risposta alle pressioni.
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Il canale Telegram Gulagu.net, non sempre affidabile, scrive che il Servizio federale di protezione sta preparando un volo per il consigliere presidenziale Jurij Ushakov e il ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Ma il sito socio-politico Oktagon precisa: Ushakov e Lavrov saranno a Istanbul per incontrare Witkoff e il segretario di Stato Marco Rubio, ma a condurre i negoziati con gli ucraini saranno delegati di rango inferiore: esperti dell’amministrazione presidenziale, della Difesa, dell’Fsb, forse un viceministro Esteri. Se venisse confermato, sarebbe un segnale: i “senior” parlano con gli statunitensi, non con gli ucraini.
Donald Trump? (…) sembra fare un passo indietro. Aveva detto che si sarebbe unito ai negoziati di Istanbul, ma fa sapere che «invierà» Rubio, già in Turchia per una ministeriale Nato, ed esorta «l’Occidente a non farsi trascinare in una guerra infinita in Europa».
Temendo che la tentata imboscata a Putin gli si ritorca contro, anche Zelensky fa una parziale marcia indietro. Annuncia che andrà ad Ankara a incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e che volerà a Istanbul soltanto se ci sarà Putin. Ma il fatto stesso che Erdogan non si muova è l’ultimo indizio che né Putin né Trump verranno nella città sul Bosforo.
A dispetto delle premesse non incoraggianti, Trump dice comunque di attendersi «buoni risultati». La strategia del silenzio di Putin un buon risultato per Mosca certo lo ha ottenuto. Né Zelensky né gli europei parlano più di un cessate-il-fuoco prolungato come condizione per i negoziati. Alla fine è riuscito comunque a condurre il gioco.
MACRON
Anais Ginori per repubblica.it - Estratti
La Francia potrebbe dispiegare aerei in grado di trasportare armi nucleari su basi di Paesi alleati. Nell’ambito delle misure di rassicurazione adottate sul fianco orientale della Nato, Emmanuel Macron non esclude neppure il sorvolo di caccia Rafale francesi in Polonia, come già avviene nei Paesi baltici.
Il leader francese rompe un tabù che dura da decenni: per la prima volta, un presidente francese apre alla possibilità di condividere la propria deterrenza nucleare con altri Paesi europei, in particolare con Germania e Polonia. Un gesto dal forte valore simbolico, che arriva in un momento di alta tensione ai confini orientali della Nato.
«Sono pronto ad aprire delle discussioni», ha spiegato Macron ieri sera in un’intervista tv, ricordando che «gli Stati Uniti hanno bombe nucleari stoccate su aerei in Belgio, Germania e altri Paesi europei». Per l’inquilino dell’Eliseo, esiste da sempre una «dimensione europea» nella dottrina nucleare: la difesa degli “interessi vitali” non può più essere pensata solo in termini nazionali.
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KEIR STARMER - EMMANUEL MACRON - FRIEDRICH MERZ - IN TRENO PER KIEV
Il dialogo su forme di condivisione della deterrenza si inserisce nella volontà di aumentare la cooperazione militare in una Francia che si sente forte della sua autonomia strategica e industriale rispetto agli Stati Uniti. Con Varsavia, Parigi ha appena firmato un trattato che punta a rafforzare l’integrazione nel campo della Difesa. Ma la proposta è stata estesa anche a Berlino. «Daremo mandato ai nostri rispettivi ministri per avviare questa discussione», ha annunciato il neocancelliere tedesco Friedrich Merz, precisando che qualsiasi accordo sarebbe «complementare» rispetto all’ombrello garantito dalla Nato.
FRIEDRICH MERZ ACCOLTO ALL ELISEO DA EMMANUEL MACRON - FOTO LAPRESSE
Intanto, sul fronte ucraino, la Francia rilancia la proposta di una tregua di 30 giorni — «su terra, mare e cielo» — come premessa di trattative con Mosca. «La nostra volontà è negoziare», ha ribadito Macron, «ma se non ci saranno progressi reali entro questa settimana, adotteremo nuove misure insieme agli Stati Uniti».
(…)
L’ultimatum lanciato da Kiev scadeva in teoria lunedì, ma l’ipotesi di un negoziato diretto tra Ucraina e Russia a Istanbul domani ha per il momento sospeso l’annuncio di nuove sanzioni.
(…) Quanto alle trattative di pace — se e quando inizieranno — Macron ha ribadito che non ci può essere la logica del fatto compiuto imposta da Mosca. Ha però ammesso che non bisogna illudersi sulla possibilità di un ritorno integrale ai confini del 2014. «Gli stessi ucraini — ha sottolineato — sanno che non potranno riconquistare tutto ciò che è stato occupato dalla Russia».
donald trump vladimir putin
TRUMP E PUTIN GATTO E LA VOLPE - MEME BY BOCHICCHIO
VLADIMIR PUTIN - DONALD TRUMP - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
SELFIE DI EMMANUEL MACRON CON FRIEDRICH MERZ
starmer macron merz
keir starmer emmanuel macron Friedrich Merz volodymyr zelensky donald tustk a kiev
donald tustk keir starmer emmanuel macron e Friedrich Merz e volodymyr zelensky a kiev
Donald Tusk Keir Starmer Volodymyr Zelensky Olena Zelenska Emanuel Macron Friedrich Merz – foto lapresse
Donald Tusk Keir Starmer Volodymyr Zelensky Olena Zelenska Emanuel Macron Friedrich Merz – foto lapresse
VOLODYMYR ZELENSKY CON GLI OCCHIALI
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