“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Anna Zafesova per “la Stampa”
Osteggiato dall’Occidente, Vladimir Putin scopre vecchi e nuovi amici in Sudamerica, lanciando la sua prima tournée internazionale dopo la crisi ucraina in un continente dal quale mancava da anni. E si ritrova molto più a suo agio, sia per i rituali - dalla chiacchierata in russo con Raul Castro alla corona di fiori portata al monumento ai militari sovietici all’Avana -, sia per la retorica molto più in sintonia con il Cremlino.
Nessuno finora gli ha rimproverato la Crimea, anzi, Cristina Kirchner, ieri, ha fatto il parallelo tra le pretese di Mosca sulla penisola e le rivendicazioni argentine sulle Falkland. In Nicaragua, dove il presidente russo ha fatto un salto fuori programma, il vecchio compagno Daniel Ortega - uno dei pochi ad aver appoggiato all’Onu l’annessione della Crimea - ha criticato duramente le sanzioni occidentali contro la Russia. Ma la solidarietà più calorosa è stata mostrata da Cuba, antica alleata di Mosca, che ha promesso ai Castro un aiuto nell’affrontare l’embargo americano.
Manifestazioni di amicizia che la Russia si prepara a pagare. Prima di partire Putin ha cancellato il 90% dei 32 miliardi di dollari che l’Avana doveva alla Russia dai tempi sovietici. Un debito che i cubani si rifiutavano di pagare sostenendo di aver subito dei danni economici dopo essere stati abbandonati da Mosca con la fine del comunismo.
Nella lunga chiacchierata con Fidel Castro - secondo Putin, si è parlato di «rapporti bilaterali e internazionali, mercati valutari e di agricoltura» - e poi con suo fratello e premier Raul, l’ospite russo ha proposto una serie di progetti di cooperazione impegnativi, dall’esplorazione di petrolio a largo dell’isola agli investimenti in infrastrutture soprattutto portuali, alla farmaceutica e lo spazio. Una svolta rispetto al Putin del 2000 che aveva esordito al Cremlino tagliando i rapporti con gli ex alleati comunisti e chiudendo la base radar che i russi avevano a Cuba per tagliare i fondi.
CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER DA PAPA BERGOGLIO A SAN PIETRO
Quella di 15 anni fa era una Russia che cercava di vivere secondo i mezzi, all’epoca scarsi. Oggi Putin cerca un progetto di espansione, e ha ventilato ai cubani la possibilità di avvicinarsi allo spazio economico dell’Unione Euroasiatica che ha creato nel vuoto dell’ex Urss con Bielorussia e Kazakhstan. Agli argentini ha promesso di farli entrare nei Brics. Ma se politicamente il viaggio in America Latina punta a cercare nuovi alleati e dimostrare che la Russia non è isolata, economicamente si tratta di rincorrere un mercato ormai saldamente in mano agli alleati-concorrenti cinesi.
Pechino ha condonato il debito cubano già 4 anni fa, convertendolo in partecipazioni a numerosi progetti nell’isola della quale è oggi il principale partner economico. E il progetto di un canale tra Pacifico e Atlantico che dovrebbe fare concorrenza a quello di Panama, per il quale Putin ha promesso a Ortega assistenza tecnica e militare, ha come principale investitore la Cina.
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