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Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”
Prossimo appuntamento tra due settimane a Kazan, in Russia, per il vertice delle economie emergenti “Brics”. Il primo incontro tra il leader del Cremlino Vladimir Putin e Masoud Pezeshkian si conclude con l’annuncio di un’imminente visita in Russia del presidente iraniano eletto lo scorso luglio che potrebbe portare alla sigla del tanto annunciato, e temuto, accordo di partenariato strategico tra Mosca e Teheran. Un altro pilastro del «nuovo ordine mondiale» e «mondo multipolare», che, secondo Putin, «si sta formando» seguendo un «processo naturale irreversibile».
MASOUD PEZESHKIAN E VLADIMIR PUTIN
E il prossimo vertice dei Paesi Brics, che rappresentano il 45% della popolazione mondiale e che da quest’anno annoverano anche l’Iran, vuole proprio incarnare quest’alternativa al blocco occidentale.
L’occasione per il primo faccia a faccia tra i due leader è il forum di Paesi centrasiatici dedicato al 300° anniversario della nascita del poeta turkmeno Magtymguly Fragi ospitato ad Ashgabat. Nel suo intervento alla sessione plenaria, Putin ricorda che «il mondo si trova ad affrontare minacce senza precedenti» e che «nuovi potenti centri di crescita economica e di influenza finanziaria e politica stanno emergendo, soprattutto nell’est e sud del mondo».
MASOUD PEZESHKIAN E VLADIMIR PUTIN
In questo contesto, sottolinea nel successivo bilaterale con Pezeshkian durato un’ora, le «relazioni con l’Iran sono per la Russia una priorità, la nostra valutazione degli eventi mondiali è spesso molto vicina, persino simultanea». Il presidente iraniano con fama da riformatore concorda: «Economicamente e culturalmente, le nostre comunicazioni si stanno rafforzando. Dobbiamo aiutarci a vicenda. I nostri principi, le nostre posizioni nell’arena internazionale sono simili».
I due sembrano ansiosi di ostentare la loro rinnovata e pragmatica intesa per far fronte alle sanzioni internazionali che li accerchiano. Una sintonia che preoccupa l’Occidente che da tempo accusa Teheran di fornire droni e missili balistici a Mosca e teme che, in cambio, la Russia possa trasferire all’Iran non solo batterie di missili terra-aria S400, jet Sukhoj e sistemi di guerra elettronica, ma anche la tecnologia necessaria a dotarsi di un arsenale nucleare.
MASOUD PEZESHKIAN E VLADIMIR PUTIN
Il bilaterale segue la visita di una settimana fa del premier russo Mikhail Mishustin a Teheran e la missione di metà settembre dell’ex ministro della Difesa, oggi capo del Consiglio di sicurezza russo, Sergej Shojgu. Il messaggio di questo reiterato sforzo diplomatico è duplice.
Putin vuole dissuadere Israele dalla minacciata rappresaglia militare contro l’Iran […] Ma vuole anche sfruttare il conflitto in Medio Oriente per rafforzare la sua influenza e accreditarsi come campione dei Paesi musulmani e attrarre così le potenze regionali nelle istituzioni del suo tanto decantato «mondo multipolare». Deve però bilanciare la sua relazione con l’Iran in modo da non inimicarsi i partner del Golfo contrari alla vendita di armi avanzate a Teheran.
[…] Se il leader ucraino Volodymyr Zelensky, incontrando il cancelliere Olaf Scholz a Berlino al termine del suo tour europeo, ha detto di volere «una rapida fine della guerra entro il 2025», a Mosca invece è chiaro che Putin non arretrerà, non ridimensionerà i suoi “obiettivi” e non accetterà nessun negoziato se non in linea con gli accordi di Istanbul mediati nella primavera del 2022. Tanto meno accetterà l’ingresso di Kiev nella Nato. A detta di Berlino, «non vuole neppure più parlare al telefono con Scholz». Putin è pronto a continuare a combattere finché l’Ucraina non rientrerà nella sua orbita d’influenza. […] Che ragioni sul lungo termine lo dimostra anche il fatto che recentemente ha impegnato oltre il 40 per cento del bilancio statale per il 2025 su “difesa” e “sicurezza”.
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