DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
1 - SI SPOGLIANO CONTRO PUTIN - ARRESTATE LE FEMMINISTE
Corriere.it - Le hanno trascinate via semi-nude gli agenti della polizia russa, dopo la protesta davanti alla chiesa del «Cristo Saggio» a Mosca. Le attiviste ucraine si sono spogliate per denunciare i presunti brogli nelle elezioni parlamentari che si sono tenute il 4 dicembre. Non nuove a queste perfomance, le attiviste di «Femen», inizialmente avevano lanciato la campagna di proteste in topless contro la discriminazione sessuale e lo sfruttamento delle donne nel paese dell'ex blocco sovietico.
2- PUTIN: "COMPLOTTO STRANIERO" - DA MOSCA PARTE LA CAMPAGNA ANTIAMERICANA: UNA STRATEGIA DI COLPI BASSI CON L'OCCHIO ALLE URNE
Francesca Mereu per "Il Fatto Quotidiano"
Il premier Vladimir Putin ha accusato il Segretario di Stato Hillary Clinton d'aver istigato e finanziato le proteste dei russi contro il risultato delle parlamentari di domenica e ha promesso che userà un pugno di ferro contro il dissenso. La Clinton aveva criticato le elezioni russe dicendo che i cittadini meritavano "un'indagine accurata" per accertare che non ci fossero stati "brogli e manipolazioni".
Secondo Putin questo sarebbe stato "un segnale" mandato ai suoi avversari che "con il supporto del Dipartimento di Stato americano" avevano "iniziato a lavorare attivamente". Gli Usa secondo il premier, stanno spendendo "centinaia di milioni" di dollari per influenzare la politica russa e indebolire una potenza nucleare rivale.
Le parole dure del premier indicano che la frattura nei rapporti Usa-Russia non si è ancora risanata, nonostante gli sforzi di Barack Obama. Prima delle parlamentari il presidente russo Dmitri Medvedev aveva minacciato, infatti, di dotare i suoi missili a lungo raggio con testate in grado di arginare lo scudo anti-missilistico Usa in Europa se Washington non avesse modificato i suoi piani.
"Abbiamo espresso preoccupazioni fondate su come le elezioni sono state condotte - ha commentato ieri la Clinton e sosteniamo i diritti e le aspirazioni del popolo russo di fare progressi e sperare in un futuro migliore... Questo significa che meritano elezioni libere, giuste e trasparenti".
Migliaia di russi sono scesi in strada a Mosca e San Pietroburgo per tre giorni di seguito, nonostante la massiccia presenza delle forze di polizia, per protestare contro il brogli sfacciati che hanno fatto vincere al partito di Putin Russia Unita quasi il 50% del voto nonostante il forte calo di consensi. Erano anni che il paese non vedeva manifestazioni così numerose. Un fenomeno che rischia di compromettere la corsa alla presidenza di Putin a marzo. "Dobbiamo proteggere la nostra sovranità ... e adottare misure più severe contro quelli che prendono ordini da governi stranieri", ha detto Putin durante un incontro con i suoi sostenitori di Russia Unita e del Fronte Popolare, movimento di supporto a Putin.
Una retorica disperata, commenta Vladimir Pribylovsky, direttore del think-tank Panorama, che non ha "funzionato in periodo sovietico e non funzionerà ora. Parole di un leader che non vuole capire quello che sta succedendo".
E parlando delle dimostrazioni, il premier ha aggiunto che "se le persone agiscono nel rispetto della legge, si deve concedere loro il diritto di esprimere la propria opinione se qualcuno infrange la legge, allora le forze dell'ordine e le autorità devono pretenderne il rispetto con tutti i mezzi legittimi".
Domani a Mosca è prevista una delle manifestazioni più grandi degli ultimi anni: più di 50mila persone hanno aderito all'evento sulle pagine Facebook e la sua versione russa V Kontakte. Si protesterà , inoltre, in altre 75 città della Russia.
Ma se i russi chiedono elezioni oneste, il capo della Commissione elettorale centrale Vladimir Churov ha ordinato ieri alla Procura di analizzare le foto e i video che denunciano i brogli e di punire gli "istigatori" che su Internet hanno fatto circolare materiale falso.
Circa mille persone sono ancora in carcere dopo le manifestazioni di lunedì e martedì a Mosca, una città che sembra in assetto di guerra. Per la tv statale, però, le proteste non esistono.
3 - CLINTON: ACCUSE "BEN FONDATE"
Giampiero Gramaglia per "Il Fatto Quotidiano"
C'è anche un intreccio di opportunismi elettorali, dietro il rialzo di tensione di questi giorni tra Usa e Russia. A pronta cassa, esigibili quasi immediatamente, gli interessi del premier, e futuro ri-presidente russo, Vladimir Putin. A medio termine, e forse mai esigibili, quelli del presidente statunitense Barack Obama. E c'è pure una diffidenza quasi personale. Obama e la sua squadra, che avevano ereditato dall'Amministrazione Bush un rapporto con la Russia andato gradatamente deteriorandosi, hanno fatto un reset delle relazioni bilaterali in gran parte basato sulla buona intesa tra i presidente americano e russo: Dmitri Medvedev suscita, a Washington, eno riserve di Putin, contro cui giocano il passato da agente del Kgb, gli esibizionismi âmachisti', i comportamenti da oligarca e gli atteggiamenti antidemocratici verso la stampa libera e gli oppositori politici.
Il successo inferiore alle previsioni di Putin e del suo partito nelle elezioni politiche di domenica hanno dato la stura a scambi di accuse. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton denuncia rischi di brogli e chiede rispetto della libertà di manifestare: "Le preoccupazioni espresse sono ben fondate". Putin la attacca con una replica da Guerra Fredda: "Ci fanno barcollare per ricordarci chi comanda".
Agitare lo spettro d'un nemico esterno e riproporre in chiave ora nazionalista, non più ideologica, la contrapposizione fondamentale per tre generazioni di cittadini russi tra Washington e Mosca, può aiutare Putin a compattare la propria base e a ritrovare un largo sostegno, in vista delle presidenziali di marzo, quando sarà candidato a un terzo mandato, mentre Medvedev, che è stato un po' più della sua controfigura per quattro anni al Cremlino, dovrebbe tornare al ruolo di premier.
Per obama, la scadenza elettorale è più lontana - 6 novembre, 11 mesi esatti - e l'utilità per lui d'un'eco di Guerra Fredda è dubbia. Gli americani hanno il nemico in casa, la crisi economica, ed appare difficile distrarli alimentando preoccupazioni internazionali. Ma, in genere, le tensioni giovano al presidente in carica perché inducono alla solidarietà nazionale. Il che non vuol dire che il rialzo di tensione sia tutto fittizio. I motivi di contrasto tra Washington e Mosca non mancano di certo: il contenzioso sullo scudo anti-missile, che prevede l'installazione di radar e batterie su territori dell'ex blocco comunista e che è stato percepito come un'iniziativa ostile da Putin, non s'è mai sopito del tutto.
E, sia all'Onu che nei contatti bilaterali, Usa e Russia hanno sempre mantenuto atteggiamenti diversi verso, per esempio, l'Iran, la Siria, la Libia. Mosca contribuisce ai programmi nucleari civili iraniani e non condivide le preoccupazioni occidentali, e israeliane, per un loro utilizzo a fini militari: è contraria ad azioni di forza e non è neppure disposta a inasprire le sanzioni dell'Onu. Anche verso la Siria, l'atteggiamento russo è meno severo di quello americano.
E, verso la Libia, Mosca, dopo essersi astenuta sulla risoluzione dell'Onu che autorizzava il ricorso alla forza a protezione dei civili, non ha preso parte all'azione e ha criticato l'interpretazione estensiva del mandato Onu degli Usa e dei loro alleati. Al Consiglio Nato-Russia, ieri a Bruxelles, i contrasti sui programmi anti-missile atlantici sono emersi, nonostante l'Alleanza abbia ribadito che il sistema di difesa "non è volto contro la Russia".
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