BOSSI E MERKEL, DUE ROGNE PER SILVIO “non mollo” - QUALCUNO È CORSO A SUSSURRAR NELL’ORECCHIO DI BOSSI CHE BERLUSCONI HA STRETTO UN PATTO SEGRETO CON MARONI PER FARLO FUORI, E DA QUEL GIORNO BOBO INIZIÒ AD ALZARE LA CRESTA DENTRO IL PARTITO - LA MERKEL NON HA TRATTENUTO IN PRIVATO IL GIUDIZIO SEGUENTE: “L’ITALIA DEVE COMINCIARE A ESSERE MOLTO PIÙ SERIA”. SI RIFERIVA AL PREMIER, ALL’ECONOMIA O A ENTRAMBE LE COSE?...

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Ugo Magri per La Stampa

Umberto Bossi e Angela Merkel non hanno nulla in comune. Eppure tanto il fondatore della Lega quanto la Cancelliera di Germania sono offesi a morte col Cavaliere. Il primo per un articolo su «Panorama» che racconta la moglie del Senatùr presentando lui come uno zimbello laddove lei, Manuela Marrone, fa e disfa le trame della politica.

Chi se ne intende conferma: molto, effettivamente, ruota in Padania attorno a questa donna energica.

Ma non è questo il punto. Bossi crede che a ordinare il ritrattino della moglie «matrona, patrona e un po' terrona» sia stato l'editore del newsmagazine, tal Berlusconi Silvio. Il quale fa tanto l'amico e poi, sotto sotto, manda i sicari a colpirlo negli affetti più profondi... Anche qui, la verità è più semplice, «Panorama» ha fatto un'inchiesta senza chiedere il permesso, Berlusconi «non c'entra un fico» convergono tutte le fonti interne mondadoriane.

Il premier ha perfino diffuso una nota costernata per scagionarsi agli occhi dell'alleato. Tutto inutile, però. Con il passare delle ore l'ira di Bossi cresce anziché sbollire, come si è ben colto dai discorsi esagitati di ieri. Qualcuno poi è corso a sussurrargli nell'orecchio che Berlusconi ha stretto un patto segreto con Maroni per farlo fuori, addirittura gli hanno fornito la data presunta in cui fu stipulato l'accordo, il 30 maggio scorso durante una visita di Stato a Bucarest. Il presidente del Consiglio e il ministro dell'Interno si chiusero in una stanza, vi restarono un'ora a quattr'occhi e da quel giorno Bobo iniziò ad alzare la cresta dentro il partito. Che strano.

Quanto alla Merkel, anche lei disgustata da Silvio: poteva non leggere ciò che strillano i giornali tedeschi? In una telefonata con Tarantini, Berlusconi avrebbe detto cose «irriferibili» sul suo conto. Fonti berlinesi assicurano che Angela nemmeno ha voluto indagare a fondo sulle frasi esatte attribuite al nostro premier (tra l'altro sarebbe arduo tradurle dalla lingua di Dante a quella di Goethe).

Aggiungono nella capitale tedesca che la Cancelliera vuole «guardare oltre» la vicenda, mica intende ritirare l'ambasciatore da Roma come certi ambienti del Pdl ieri temevano. Però incontrando personaggi autorevoli del nostro Paese, la Merkel non ha trattenuto in privato il giudizio seguente: «L'Italia deve cominciare a essere molto più seria». Si riferiva al premier, all'economia o a entrambe le cose?

Berlusconi, interpellato più volte dal suo entourage, nega di essersi mai sbilanciato sulla Merkel, «non mi ricordo affatto» giura. La famosa intercettazione con Tarantini non è ancora uscita e, incrociano le dita a Palazzo Chigi, mai uscirà dalle carte baresi, resterà annegata nei cassetti per carità di patria. Cosicché il Cavaliere non dovrà porgere alla Cancelliera delle scuse che, magari, gli verrebbero rifiutate.

La preoccupazione principale del premier, in questo momento, è sopravvivere allo tsunami di porno-politica. Voleva contrattaccare con una conferenza stampa, bordate a destra e a manca; la sua lettera a più mani che viene pubblicata stamane dal «Foglio» è l'imbuto entro cui l'hanno convinto (Letta, Bonaiuti, gli stessi avvocati) e convogliare la sua ira.

Aspettiamoci tuttavia numeri da circo lunedì quando, invece di volare a New York, Berlusconi andrà in Tribunale a Milano per il processo Mills. Dicono che abbia rinunciato alla sessione Onu sulla Libia perché l'avevano messo in fondo alla lista degli iscritti a parlare; in verità pare resti in Italia perché ha qualche conto da regolare coi magistrati. Cicchitto anticipa il tema: «Siamo in un regime di illegalità prodotto da un nucleo di magistrati». Berlusconi lo svolgerà come sa fare lui.

Sbaglia però chi lo immagina in preda all'angoscia. Anzi, si mostra di ottimo umore. Garantisce ai deputati Pdl: «State sereni e tranquilli, arriveremo al 2013, a Bossi ci penso io». L'altra sera è andato ospite alla festa del parlamentare ed editore Angelucci nella villa sontuosa che fu della Loren sui Castelli Romani. Nessuno è risultato più allegro e gigione. Barzellette, aneddoti, si è perfino inginocchiato per celia davanti al padrone di casa. La serata ha avuto il suo top con meravigliosi fuochi d'artificio, inframmezzati da musiche di Strauss e di Morricone. Sono così tanto piaciuti al premier, che ha subito contattato la ditta per uno spettacolino in Sardegna, quando riceverà qualche leader straniero.

 

BOSSI - MARONIla moglie di Bossi Manuela MarroneIL COLPO DI FULMINE TRA BOSSI E MARONI BERLUSCONI BACIA MERKELCulo della Merkelantonio angelucci