DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Natalia Aspesi per "la Repubblica"
L´opera come arma politica è una vecchia consuetudine italiana, improvvisamente rievocata nei giorni scorsi quando per attaccare il sindaco di Firenze, Matteo Renzi i giornali hanno cominciato a sbeffeggiare la sovrintendente al Maggio, mentre per attaccare Pisapia si è scoperto che il sovrintendente della Scala di Milano (del cui Cda il sindaco è presidente) guadagna all´anno quasi un milione, via via ingigantito dai boatos (si sa, la calunnia è un venticello), tra l´indignazione generale, quando di colpo tutto si è sgonfiato: almeno per ora.
Milano è stata agitatissima per una settimana, giustamente deprecando che in tempo di tagli anche alla carta igienica, si fosse appena avallata una simile follia, per di più con un contratto sino al 2017!
Certo Milano agli alti guadagni, per esempio con un Tronchetti Provera a quota 22 milioni e Cesare Geronzi a 18, e Fedele Confalonieri a 3,4, è abituata, ma con Stephane Lissner, uno neanche milanese, neanche italiano, c´entrano anche i finanziamenti scaligeri del Comune, della Provincia, della Regione, dello Stato (37,3% in totale).
A lui una montagna di euro, composta da stipendio, benefit, carta di credito, automobile con autista, una misteriosa variabile, e altri oneri vistosi. Formigoni ne aveva approfittato per sviare un po´ l´informazione locale dai suoi guai, minacciando, se quello stipendio da favola non fosse stato decurtato, di dimezzare il finanziamento regionale, dimenticandosi però di averlo già annunciato tre mesi fa.
Il problema era che l´ultimo Cda aveva già firmato il contratto del sovrintendente e direttore artistico, con una lieve flessione rispetto al precedente, e solo il ciellino Fiorenzo Tagliabue (che ha curato le campagne elettorali della Moratti, facendola perdere, di Formigoni, e le primarie di Pisapia, facendoli vincere) si era opposto.
Misteriosamente, nel Cda di ieri, anche il Tagliabue si è detto soddisfatto dei risultati (e Formigoni su Twitter, «siamo sulla strada giusta»). Essendo il contratto firmato e quindi blindato, nessuno poteva toccarlo, tranne lo stesso Lissner che infatti non ha avuto problemi ad aggiungere a quel 10% del suo stipendio cui aveva già rinunciato, anche il 20% della parte variabile, che è un premio d´incentivazione solo se i conti raggiungono il pareggio, cosa che è avvenuta sino al 2011, mentre per il 2012 ancora no, c´è da colmare un disavanzo di 4 milioni; se non ci riuscisse, niente variabile.
Signor Lissner, qual è il suo stipendio mensile?
«Per le due mie mansioni, di sovrintendente e direttore artistico, di 14.500 euro netti meno la riduzione».
E il milione?
«Non l´ho mai visto, e come è nata questa leggenda glielo può spiegare cifra per cifra il direttore del personale, Marco Amoruso».
Infatti, il severo giovane manager scaligero che è al suo fianco, sfodera una gragnuola impressionante di cifre, che spiegano tutto, euro per euro, trasformando l´avido orco in un normale, anche se facoltoso dirigente, che usa l´auto blu prestata alla Scala dalla Bmw per farsi pubblicità , e guidata da un fattorino solo quando ha tempo: l´affitto della casa, sempre data a chi viene da altra città o paese, la paga in gran parte Lissner. Per il resto, linda lista della spesa, alquanto noiosa, anche delle carte di credito.
Secondo lei questa improvvisa campagna a contratto firmato, è contro di lei o contro il sindaco?
«Credo contro tutti e due. Io ero stato chiamato alla Scala sette anni fa anche perché, in quanto straniero, si pensava che sarei riuscito a tenere lontana la politica che aveva infestato il teatro sfinendolo. Ci sono riuscito per sette anni, dal maggio del 2005 quando mi chiamarono per salvare il 7 dicembre; contratto dopo contratto, i sindaci cambiavano, Albertini, Moratti, Pisapia, e i ministri dei Beni culturali pure, Buttiglione, Rutelli, Bondi, Galan, Ornaghi: questa è la prima volta che mi trovo in una situazione così assurda».
Le spiace?
«Mi spiace per la Scala, queste storie la immiseriscono, cancellano la sua grandezza, il lavoro che tutti insieme abbiamo fatto, stiamo facendo, per farla vivere con sempre maggior splendore artistico. Personalmente mi sento offeso perché mi si vuole far passare per quello che non sono, un maneggione, un profittatore».
Potrebbe stancarsi e andarsene?
«Non ci penso nemmeno, amo la Scala ho già programmato per il 2013 l´anno verdiano e wagneriano, ed è già pronto il programma per l´expo nel 2015. Certo se mi chiamasse il Metropolitan... Se non rispettassi la scadenza del contratto però, giustamente il teatro non mi darebbe il premio fine lavoro, che è una specie di liquidazione. Insomma togliamo anche quello dal milione».
Si racconta che in una tempestosa riunione Tagliabue abbia detto agli altri consiglieri che essendo lei troppo caro, lui poteva proporre ben tre nomi eccellenti per sostituirla. E che maliziosamente gli abbiano chiesto: chi sono gli altri due? Si sa infatti che da tempo mira alla Scala Francesca Colombo, giovane, bella e ambiziosa sovrintendente al Maggio Musicale Fiorentino (300 mila euro l´anno). Ma adesso il polverone contro di lei pare almeno per ora placato.
«Non m´interessano queste dicerie. Se me ne andassi, ci sono grandi sovrintendenti, però tutti occupati. E poi chi ha detto che nel 2017 non mi rinnovino ancora il contratto?».
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