DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA…
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1- MONTI CENSURATO DA MONTI
Un Rigor Montis stanco e annoiato quello che sbarcherà lunedì sera a Ciampino di ritorno dalla trasferta asiatica. Stanco per il tour de force perchè i sessantanove anni anni si cominciano a far sentire. Annoiato dalle polemiche politiche di casa nostra che hanno accompagnato il suo viaggio. Per questo la sua portavoce Betty "Mafalda" Olivi (o se preferite "Olivella") ha pensato bene questa mattina di non fargli leggere l'articolo sul â'Fatto Quotidiano'' che smascherava della bufala sulla falsa citazione di Monti da parte Obama nel suo discorso al meeting per la sicurezza nucleare svoltosi a Seul.
Come aveva smascherato Dagospia, Obama non ha rivolto nessun complimento al nostro Rigor Montis, né tantomeno lodato. Una pura invenzione dello staff di Palazzo Chigi. Così oggi Mafalda-Olivella ha tagliato dalla rassegna stampa che ha portato al presidente l'articolo in questione. Sulla rassegna stampa sfornata di Palazzo Chigi dell'articolo contro Monti infatti non c'è traccia.
E se il premier chiederà spiegazioni, la sua 62enne portavoce trevigiana, con lui dal 1994, ha già la risposta pronta: "è colpa della Torres", la non amata responsabile per la stampa straniera di Palazzo Chigi che Mafalda Olivella ha lasciato a Roma. Il fatto divertente è che nell'abstract che l'ambasciatore americano riceve dal suo ufficio l'articolo in questione in questione è citato.
Un'aggravante in più per Mafalda: la rassegna stampa viene inviata ogni mattina all'Europe desk della Casa Bianca e lì la censura di Mafalda non arriva. Insomma per Palazzo Chigi si potrebbe aprire un nuovo caso Obama dopo quello dell'"abbronzato" di Silvio di Hardcore. Per la Olivi si prospetta un brutto ritorno anche perchè sarà chiamata a rapporto da Catricaletta - ormai emarginato completamente dal vero sottoszegretario alla presidenza del Consiglio Moavero - che è stato già informato della vicenda da Terzi-sempre ultimo.
2- MADAME MONTI FA INCAZZARE CARLÃ
Imbarazzo nell'entourage di Rigor Mortis quando è arrivata la copia dell'intervista rilasciata dalla moglie ad Alfonsina La Pazza. Non tanto perchè Elsa Monti parla non come la moglie ma come un premier ma per via delle cravatte. Sì per le cravatte. La signora Monti confessa che il Cavalier Pompetta ha fatto "gentilmente omaggio di numerose cravatte di Marinella" al suo Tonti dei Monti.
Fin qui poco male se non per il fatto che tutte le cravatte che Berlusca regala hanno un'etichetta personalizzata: "Marinella per Marinella". Per cui la moglie e la fedele segretaria Silvia Colombo si sono affrettate subito ad eliminare l'imbarazzante scritta. Inoltre l'intervista-proclama rischia anche di incrinare i rapporti con la Francia già abbastanza tesi per la scelta italiana filo-Merkel.
La signora Monti candidamente ammette che suo marito conosce l'inquilino dell'Eliseo da più di vent'anni dimenticando che vent'anni fa Sarkozy non era ancora ministro ma deputato di prima legislatura. Insomma un peones in crescita. Ma quello che farà infuriare di più l'Eliseo è che Elsa Monti per avvalorare questa amicizia ventennale sostiene che suo marito ha conosciuto anche Cécilia, la prima moglie del bulletto della Senna.
"Quando suo marito, ministro delle Finanze, veniva a Bruxelles, a discutere con mio marito sui contenziosi tra la Commissione europea e la Francia, a volte partecipava alla riunioni, essendo membro del gabinetto del marito. E mi diceva mio marito, era visibile l'influenza di Cècilia sull'atteggiamento che il marito teneva nelle riunioni".
Gaffe oceanica perchè di Cècilia, la vispa Carla Bruni non vuol sentire il nome. Insomma, un altro bel casino per Mafalda Olivella, l'incazzosa portavoce di Rigor Montis, che ha dato a Signorini il fatidico "via si stampi". E al primo piano di Palazzo Chigi c'è chi pensa a suggerire a Monti di sostituirla. Con chi? E c'è chi giura che a suggerire il nome sarà Flebuccio De Bortoli.
3- VENT'ANNI INSIEME MI DÃ ANCORA DEL LEI
Carlo Tecce intervista Betty Olivi per "Vanity Fair"
Non c'è mai tempo per i tecnici: «Oggi mi concedo un pranzo veloce. Ho mezz'ora di tempo, però». Spizzico, via del Corso a Roma, pizze, panini, cornetti per turisti affamati e impiegati frenetici. Palazzo Chigi è dietro l'angolo. La trevigiana Betty Olivi, carriera a Bruxelles, portavoce di Mario Monti e del governo intero, afferra un'insalata, un budino ipocalorico e un'acqua liscia. Quella signora che siede accanto a Monti, che l'accompagna in visite e incontri ufficiali, sistema velocemente il vassoio sui tavoli, unti dall'olio versato dai clienti.
Come ha conosciuto Mario Monti?
«A Bruxelles, nel '94. lo lavoravo per la Commissione Europea, lui arrivò al Mercato interno: mi fece un colloquio, breve, lo convinsi e mi prese. L'ho seguito anche come commissario per la Concorrenza sino al 2005. Ma siamo rimasti in contatto perché il suo rapporto con Bruxelles non si è mai interrotto».
Quando l'ha chiamata per Palazzo Chigi?
«Appena ha ricevuto l'incarico di formare il governo, prima di indicare i ministri. Non ho esitato un minuto, pur sapendo che sarebbe cambiata la mia vita: giornate lunghissime, comunicati e colloqui interminabili».
Com'era Monti vent'anni fa?
«Non è cambiato. Ha sempre avuto una profonda convinzione, che lo guida anche oggi al governo: l'Unione economica e monetaria, con l'apertura dei mercati, è un'opportunità di crescita sostenibile, e creazione di nuova occupazione per tutti. à stato il primo a coniare la categoria cittadino-consumatore, perché arriva prima la persona e poi l'azienda». Adesso la parola d'ordine è sobrietà . «à una sua caratteristica che ci consiglia di usare. Per natura e stile di un governo che deve apparire diverso. Non cerchiamo la popolarità ».
Ha mai pensato che potesse diventare presidente del Consiglio?
«Che avesse doti da governante si capiva da tempo. La sua migliore capacità è quella di mediare fra interessi opposti. Ha sfruttato la scuola europea dove c'era da mettere d'accordo 27 Paesi. à persuasivo. Molto controllato. Questo non vuoI dire che sia privo di sentimenti».
Il Monti di Maurizio Crozza è un robot. «Ha colto un elemento, esagerando poiché fa satira. La parodia è divertente. S'intuisce la forte autodisciplina di Monti».
Quando va in televisione si prepara? «Studia i documenti essenziali, poi va a braccio. Anche con le battute, che sono spontanee e secondo il suo stile inglese».
Futuro ancora a Palazzo Chigi oppure al Quirinale?
«Può fare tante cose, l'una e l'altra. Ma lui non parla mai del futuro».
Avrà le sue ambizioni.
«Una in particolare: dimostrare di essere il migliore, sempre. Però non è mai arrogante» .
Difetti?
«Per com' è preparato e costante, a volte può peccare di sufficienza».
Com'è in privato?
«Non ha più tempo libero, qualche domenica vede la famiglia e i suoi quattro nipoti. Non racconta barzellette, diciamo. L'unica cosa anormale è il suo quoziente d'intelligenza. Gli piace passeggiare, leggere libri, studiare dossier. Teatri e concerti soltanto in occasioni ufficiali. Con me è gentile e affettuoso. Ma da quasi vent'anni ci diamo del lei. Non saprei spiegarne i motivi: certo, è sempre abbastanza formale».
Momenti sofferti a Palazzo Chigi?
«Non pensate che alzare le tasse o l'età pensionabile sia facile. à stato duro per tutti. Però cerchiamo di far capire ai cittadini qualsiasi decisione prendiamo». Monti ha vissuto sempre fra Milano e Bruxelles.
Qual è il suo punto di riferimento a Roma?
«Il Quirinale, senza dubbio».
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