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Tommaso Ciriaco per "La Repubblica"
Piero Pelù non arretra. Dopo aver attaccato Matteo Renzi dal palco del Primo maggio, definisce il premier «un bugiardo». L'inquilino di Palazzo Chigi, però, lo snobba. Lascia che a replicare siano i suoi. E in privato spiega perché: «Lavoro, non mi metto certo a rispondere a un cantante. Ho problemi più seri a cui pensare». Il Pd, però, chiede al presidente della Vigilanza di valutare eventuali trasgressioni. Roberto Fico, a Repubblica, risponde: «La par condicio non è stata violata».
Tocca all'artista ridare fuoco alle polveri. «Il premier mente in maniera spudorata» facendo dire ai Tg «che Pelù ce l'ha con Renzi perchè non gli ha più fatto fare l'estate fiorentina. La disinformazia del boy scout di Gelli si è scatenata, sparando cazzate». E il Pd non gradisce: «La trasmissione, per il periodo della par condicio ricorda - è ricondotta sotto la responsabilità del Tg3. Come intendono comportarsi gli organi preposti?».
Interpellato, Fico non si sottrae. Il Presidente della Vigilanza premette di parlare nelle vesti istituzionali e ricorda la delibera della commissione in vista delle Europee, che affida ai direttori delle testate e ai registi «ogni cautela» per evitare "incidenti" del genere.
«L'unica cosa che si può verificare con il direttore spiega - è se i personaggi che sono saliti sul palco siano stati avvertiti di evitare prese di posizioni politiche. Oltre a questo, però, non si può fare nulla, subentra la libertà d'espressione e la responsabilità personale. La par condicio non è stata violata, al massimo si tratta dell'opportunità di rispettare una campagna elettorale che è in corso. Chi fa parte della commissione, comunque, può sollevare la questione in quella sede».
Beppe Grillo, intanto, si schiera apertamente con Pelù. Ne rilancia l'intervento, sposandone di fatto i contenuti. E poi, per non perdere l'abitudine, 'nomina' Michele Santoro giornalista del giorno. E pure il 'Mattinale' di Renato Brunetta getta benzina sul fuoco: «Per essere sicuro di essere perseguitato, a Pelù manca di parlar bene di Berlusconi».
A completare un primo maggio di polemiche ci si mette pure uno scivolone della Cisl su Twitter. 'Folla immensa di giovani al concertone cinguetta - Con tutto il rispetto, il concerto di Taranto appare come una saga paesana". Poco dopo Raffaele Bonanni minimizza: «Competizione stupida con San Giovanni».
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