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1- L'IRA DI BEGAN âDENUNCIO BOCCHINO PER STALKING'
Lorenzo Salvia per il "Corriere della Sera"
Minaccia lei: «Il signor Bocchino continua a cercarmi ogni giorno con sms e telefonate. Se va avanti così lo denuncio per stalking». Insinua lui: «La signora Beganovic, il suo vero cognome è questo, mi ha raccontato delle cose incredibili su Berlusconi. No, non le posso ripetere e nemmeno ci credo. Ma è la prova della sua abitudine alla diffamazione».
Sarà anche vero che quando finisce un amore non capisci più niente, come da lamento in musica di Riccardo Cocciante. Ma stavolta le cose erano apparse difficile da comprendere fin dall'inizio.
Lei è Sabina Began, detta ape regina per la vicinanza a Berlusconi e alle sue feste, anche se ci tiene a ripetere che il suo vero soprannome è bunga bunga. Lui è Italo Bocchino, scissionista di rito finiano che a Berlusconi ha dato tra le altre cose dell'«eversore» invitandolo a dimettersi come Ben Alì. La loro storia comincia a giugno ad un tavolo del ristorante Assunta Madre di Roma. Un incontro casuale, dicono tutti e due.
Ma tre mesi dopo, forse un record, è già arrivato il momento della carta bollata. Bocchino ha denunciato la Began per diffamazione dopo che lei ha rivelato su Vanity fair i loro sms privati. Lei medita una querela per stalking e alla bisogna conserva sul cellulare tutti i messaggini del suo ex. «Vuole sapere l'ultimo?», dice dopo un'abbuffata di carote e finocchi che chiude il suo ennesimo «digiuno spirituale» di tre giorni. Certo. «Glielo leggo: "adesso vado dal giudice e gli racconto come hai fatto ad avere il passaporto". Capito che tipo? Peccato che io il passaporto non ce l'ho. à solo una minaccia per farmi stare male». Bocchino smentisce, come farebbe ogni ex preso in castagna: «Non ho più nemmeno il suo numero di cellulare».
Ma quello che conta davvero non sono i cocci di un amore finito male. Bocchino sospetta che non sia stata una storia di mezza estate ma un trappolone organizzato da Berlusconi per far perdere la faccia ad uno dei suoi nemici. Sospetto rafforzato da un indizio: le foto che li hanno pizzicati insieme in costiera amalfitana sono finite su Chi, settimanale della famiglia Berlusconi.
E qui più che alla carta bollata siamo agli stracci: «Italo... - dice Began - cioè il signor Bocchino mi chiedeva di aiutarlo a fare pace con Berlusconi che era arrabbiato con lui soprattutto per la storia della Carfagna. E io c'ero quasi riuscita». In che senso? «Ne ho parlato con il presidente. Lui mi ha detto che Bocchino lo insultava tutti i giorni ma che se stava con me doveva essere una brava persona. Ci avrebbe pensato, mi disse». Poi sono arrivate le foto su Chi, e Bocchino non l'ha presa affatto bene.
Nella denuncia che presenterà oggi sostiene che è stata la stessa Began ad «annunciarmi una vendetta al telefono». E questo dopo che lui l'aveva presa in giro dicendo che «affidare una mediazione a lei sarebbe come nominare Rambo ambasciatore».
Come molti uomini, finita l'estate Bocchino chiude la parentesi: «Ci sono troppe cose importanti da fare per occuparsi della Beganovic. Non lo so, forse all'inizio era sincera ma poi è stata manovrata». Come molte donne, lei non cede di una virgola: «Se amo ancora Italo? Non sono mai stata innamorata di nessuno. Solo di Berlusconi ma platonicamente, ci mancherebbe».
2- DA GIANPI ALL'APE REGINA: CRUDI E SCANDALI DA "ASSUNTA MADRE"
Da "il Fatto quotidiano"
Fuori, via Giulia, di notte: via vai di Benltey, Jaguar, Ferrari, incastrate l'una dietro l'altra sui sampietrini. Dentro Assunta Madre: pesce allo stato puro. Ma soprattutto eterno casting di personaggi usciti da un film mezzo Fellini mezzo Scarface. O, più semplicemente, dai faldoni dell'inchiesta Tarantini.
"Ma non hai capito Gianpà ... - urla Lavitola al compare - la questione è, digli pure a Ninni di non andare con la borsa di Cartier là ... , di cercare di andare una volta in meno al ristorante, perché quello non è il problema se ci va una volta a settimana, il problema è che quando ci vai... chi vuole rompere il cazzo, fa la fotografia che tu entri da Assunta Madre, se il pranzo è 100 euro loro mettono 200, se esce tutto elegante, ingioiellato che cazzo ne so... e fanno la relazione, hai capito?". Relazioni, appunto.
Da Assunta Madre è questo il piatto vero della casa, magari mascherato da carpacci di dentice e di gamberi rossi, pezzogne e cannolicchi. Generone Bella Vita, ma anche facce mascellate, armate di rolex, soldi arrotolati e immancabili accompagnatrici impossibili da non notare. Gran maestro di cerimonia lui, Giovanni Micalusi da Terracina. Per tutti Johnny. Grosso, indubbiamente. Ma anche fine e svelto, un po' lupo di mare un po' broker da banchina. Nel ristorante resta vago se i trofei siano i crudi o i De Niro e gli Elton John che fanno bella mostra nelle foto ricordo.
Per non far mancare nulla compilano il book anche i nostri Sgarbi, Mora & co. Ci sono due scuole di pensiero su Assunta Madre. Quella minimalista: c'è il miglior pescato di Roma (a prezzi da gioielleria, s'intende ), quindi perché farsi distrarre dall'antropologia dei vicini di tavolo? E quella "strutturalista". Valgono un po' di giudizi che invadono i blog: "Il prezzo non vale il pesce seppur buono, inoltre è pieno di burini che ci vanno per farsi vedere con giovani discinte che a tavola non hanno mai imparato a stare composte".
Di certo non si scompongono Johnny e i suoi. Il gossip anzi è un ingrediente prezioso. "Tutto ebbe inizio da Assunta Madre" è la scritta che infatti ora campeggia sul facebook del ristorante. Il post più aggiornato - più sotto recensioni culinarie e un reso-conto sulla visita agostana di Woody Allen - rimanda a un articolo su Bocchino e Sabina Began.
Lei, l'ape regina delle feste del caimano a Villa Certosa, candida racconta a "Chi": "Ho trascorso una breve vacanza a Ravello con Italo. Abbiamo utilizzato un'auto di servizio e c'era anche la scorta". E ancora: "Ci siamo incontrati a Roma, due mesi e mezzo fa, al ristorante Assunta Madre, dove vado spesso". "Si è seduto al mio tavolo, dove ero a cena con due amiche". E infine: "Lui ci prova un po'". Pesca a strascico. Chissà cosa ne pensa Johnny.
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