QUIRINALOTTO - RENZI SFOGLIA LA ROSA DEI NOMI PER IL COLLE: MATTARELLA, FASSINO O PADOAN? - PRESSING DI FI E PD SU AMATO - MA L’UNICO CHE FAREBBE IL PIENO DI VOTI SAREBBE BERSANI (SE SOLO AVESSE IL SÌ DEL PREMIER)

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Carlo Bertini per “la Stampa”

 

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

Le partite decisive, quelle con Berlusconi e Bersani, il premier intende giocarsele a quattr’occhi e quindi tra oggi e domani Renzi li vedrà a tu per tu a prescindere dalle consultazioni. Il gioco si fa duro, le squadre si irrigidiscono, «l’unico che farebbe il pieno qui dentro se avesse il sì di Renzi sarebbe Pierluigi», dicono i bersaniani. Che nelle sedi pubbliche come l’assemblea dei gruppi Pd si mostrano volutamente collaborativi, fantasticando sul colpo di teatro finale.

 

Dal fronte berlusconiano invece il pressing su Amato è forte e si incrocia con quello di parlamentari Pd, ministri e non solo che fanno sapere al premier come questa candidatura non sia «contro» di lui ma di alto profilo istituzionale. «C’è un lavorio minuzioso su Amato del Palazzo che arriva alle orecchie di Matteo, forcing ad ampio raggio», raccontano i renziani quando il premier esce alle sette di sera da Montecitorio, dove è venuto ad annusare l’aria.
 

CRAXI E GIULIANO AMATO 4CRAXI E GIULIANO AMATO 4

Mano tesa ai grillini

«Venite anche voi al Nazareno, non restate gli unici assenti alle consultazioni», è il suo appello ai grillini. È subito ressa alla Camera quando Renzi piomba alla buvette in giacca e maglioncino blu. Scherza con i giornalisti, si ferma a salutare il pentastellato fiorentino Alfonso Bonafede. Gli ricorda come nel caso del membro del Csm si è riusciti a procedere coinvolgendo anche loro.

 

«Ma a che serve vederci se avete già un accordo?», lo provoca la grillina Giulia Sarti. «Lo vedete solo voi questo accordo». «E perché non lo fate alla prima votazione?» «No, alla prima non ce la facciamo», risponde Renzi uscendo. Fa dieci metri e saluta Brunetta, «fate i bravi se potete»; poi si ferma a parlare con Walter Rizzetto, uno dei dieci grillini in uscita, altro segnale di attenzione.
 

sergio mattarella sergio mattarella

Padoan e il rimpasto 
E di questa intemerata nel campo di gioco che aprirà i battenti giovedì, resta quanto raccolto attraverso le confidenze: i candidati davvero in campo ormai sono Mattarella, Fassino e Padoan, con Amato sullo sfondo. Sul primo c’è un tentativo di capire se sono superabili le resistenze di Forza Italia e degli ex diessini: «Silvio preferirebbe Amato, ma non si metterebbe di traverso», spiegano i berluscones.

 

Invece dentro il Pd riaffiora il richiamo della foresta delle antiche famiglie di appartenenza, perché i «compagni» pur disposti a votare Mattarella (e anche Amato) lo vivono come «un democristiano che non rappresenta il nostro mondo», per dirla con una battuta. Dunque l’operazione Mattarella non è semplice anche se meno difficile di altre, assicurano i renziani. Così come quella su Padoan, di cui si parla con insistenza.

PIERLUIGI BERSANI A SERVIZIO PUBBLICOPIERLUIGI BERSANI A SERVIZIO PUBBLICO

 

Una carta che il premier si tiene in serbo, ma che lo obbligherebbe ad un rimpasto di governo su una casella molto sensibile, con Delrio dato in pole per l’Economia e la Boschi come sottosegretario alla Presidenza. Ma a dar retta agli uomini del premier lui deciderà dopo le consultazioni. E farà un nome secco, «non una terna», giovedì ai grandi elettori, ai quali darà indicazione di votare scheda bianca alle prime tre votazioni; o sabato, alla quarta «chiama» che sulla carta dovrebbe esserci la «votazione decisiva». 
 

DELRIO E CHIAMPARINO IN CONFERENZA STAMPA DELRIO E CHIAMPARINO IN CONFERENZA STAMPA

I bersaniani si tradiscono
Ieri il primo esame al Pd, con i gruppi di Camera e Senato. «Non è un referendum né sul governo né su di me e va tenuta separata dalle riforme o dalla legge elettorale», dice Renzi che poi lancia l’avvertimento alla sua maniera. «La figuraccia del 2013 è nel curriculum di tutti. Oggi abbiamo un’occasione di riscatto. Non scommetto sulla vostra fedeltà, ma sulla vostra intelligenza e per questo scommetto sulla durata della legislatura fino al 2018».

Stefano Fassina Stefano Fassina

 

Perfino Fassina tende la mano «è sbagliata l’impostazione di cercare un candidato “contro”. Va cercata l’interlocuzione con Forza Italia». Ma Zoggia avverte che non bisogna lamentarsi se alla quarta votazione vi saranno fibrillazioni nei partiti. «È come dire che se ci saranno dei franchi tiratori saremmo noi», sospira irritato un bersaniano.