COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Francesco Borgonovo per “la Verità”
«Questo non è uno scontro tra me e Ranieri Guerra. Ci sono in gioco cose molto più importanti. Parliamo di conflitto di interessi e di meccanismi interni dell' Oms che hanno fallito. E se questi meccanismi falliscono, significa che la situazione può potenzialmente ripetersi». In effetti, stando a quello che esce sui giornali, sembra quasi che la storia del report sull' Italia pubblicato e poi fatto sparire dall' Oms sia una diatriba interna tra il vicedirettore aggiunto Ranieri Guerra e il curatore Francesco Zambon. Ma sul piatto c' è molto, molto di più. E Zambon - che ora ha deciso di parlare - lo spiega bene.
Partiamo dal conflitto d' interessi.
«Il report tratta anche di una questione che riguarda direttamente Guerra, cioè l'aggiornamento del piano pandemico. L' Oms avrebbe dovuto intervenire subito e dire: in questa faccenda non puoi pronunciarti perché riguarda funzioni da te precedentemente svolte in questo Paese e proprio su questi argomenti».
Invece è intervenuto eccome. Partiamo dal giorno fatidico, l' 11 maggio 2020.
«Giornata interminabile. Ormai il report era pronto, stavamo solo aspettando che arrivasse l'ultima autorizzazione (la quarta) alla pubblicazione, e in effetti è arrivata».
L'Oms sostiene che fu una approvazione condizionata.
le mail di ranieri guerra nel 2017 sul piano pandemico
«No, era piena e a tutti i livelli. Ci veniva fatto un appunto, che però non interferiva con la approvazione della pubblicazione. Ci chiedevano due verifiche: una sulla coerenza dello stile, e abbiamo aggiustato qualcosa. La seconda riguardava il box sulla Cina. In quel caso sarebbe stato necessario passare dall' ufficio legale».
Ma voi avete ritenuto di non fare modifiche al box per accelerare i tempi.
«Il tempo era fondamentale. Ogni ora persa era tempo che si sarebbe potuto usare per passare le lezioni accumulate in Italia ad altri Stati che erano desiderosi di averle.
Dobbiamo pensare a com' era la situazione in quel periodo. Volevamo evitare che il virus arrivasse nei Balcani, nei Paesi dell' Est, nelle repubbliche ex sovietiche. Infatti fu approntata una traduzione simultanea in russo, cosa per niente semplice».
Ranieri Guerra era informato di tutto questo?
il servizio di report su ranieri guerra 8
«Certo. Le dico come è iniziata. Il 25 marzo ho scritto una mail a Guerra dicendogli: perché non mettiamo insieme in modo sistematico le informazioni su ciò che sta facendo l'Italia nella prima fase di pandemia così che possa servire di lezione agli altri Paesi, mettendo in evidenza anche le criticità?».
Lui che disse?
le mail di ranieri guerra nel 2017 sul piano pandemico
«Disse sì, assolutamente. Rispose che era un' ottima idea, che sarebbe stata la legacy del nostro Paese al resto del mondo. Del resto la pubblicazione rende anche giustizia degli enormi sforzi fatti dall'Italia, non ci sono solo critiche, anzi. Se ha uno stile a volte accorato è perché volevamo arrivare al pubblico più ampio possibile, far breccia nelle persone affinché adottassero comportamenti preventivi efficaci».
Guerra sapeva dall' inizio.
«A metà aprile gli abbiamo inviato l' outline della pubblicazione, che non è un semplice sommario, ma qualcosa di più. Presenta indicazioni sui capitoli e il loro contenuto».
Guerra condivise queste informazioni con il ministero della Salute?
il servizio di report su ranieri guerra 1
«Non l' ho capito».
L'Oms ha prodotto un documento interno che contiene risposte preconfezionate da fornire ai giornalisti. Lì si fa capire che informare il ministro toccava a lei.
«No, non sono autorizzato a parlare con il ministro. Guerra invece è venuto in Italia proprio per tenere i rapporti diretti con il ministro, è scritto nel suo mandato».
Forse Guerra non era informato di tutti gli sviluppi del report.
«Tutte le settimane noi di Venezia, con il team di Copenaghen e con i consulenti che lavoravano sull' emergenza Covid in Italia, abbiamo fatto riunioni a cui Guerra è sempre invitato. Ad alcune ha anche partecipato. Le riunioni servivano proprio per coordinare le azioni Oms in Italia. Ogni settimana rendevamo conto del nostro lavoro a Copenaghen, da cui dipendiamo, e inviavamo rapporti dettagliati. Guerra era sempre in copia».
il servizio di report su ranieri guerra 2
Torniamo all' 11 maggio. Tutto era pronto e poi?
«Alle 9.13 di mattina Guerra mi manda una mail in cui mi dice che il lavoro è straordinario e mi chiede di mandargliene 50 copie. Dopo due ore arriva una nuova mail».
Quella in cui le chiede di cambiare la data di aggiornamento del piano pandemico, mettendo 2016.
«Quando ho letto le sue osservazioni ho pensato che fosse in buona fede. Così siamo andati subito a controllare. E abbiamo verificato che quello del 2016 di cui aveva fornito il link era lo stesso piano del 2006. Era stato riconfermato nel dicembre 2016 e l' upload era avvenuto nel 2017. Guerra voleva che scrivessimo che il piano era stato "updatet" e "reconfirmed"».
il servizio di report su ranieri guerra 4
Cioè aggiornato e riconfermato.
«Ma non potevamo scrivere che fosse stato aggiornato. Infatti nel report abbiamo messo soltanto "riconfermato"».
Guerra l' ha anche chiamata al telefono?
«Sì. Mi ha chiamato e mi ha detto: sono sulla porta dell' ufficio del direttore generale (Tedros Adhanom Ghebreyesus, ndr). Se non modifichi il rapporto come chiesto dirò che sei tu a mettere in difficoltà l' Oms nella puntata di Report di stasera. Io nemmeno sapevo che Report avesse fatto un servizio molto critico sull' Oms».
il servizio di report su ranieri guerra 6
Guerra dice di non averla minacciata e che lui non avrebbe potuto licenziarla.
«Lui non può licenziarmi. Ma il direttore generale può farlo. E se uno va a parlare al direttore generale...»
Ha denunciato le pressioni?
«Sì. Ho avvisato il mio direttore delle risorse umane e questi ha riferito a Hans Kluge (direttore regionale Europa dell' Oms, ndr). Entrambi mi hanno chiamato per sapere come stavo e sono stati molto comprensivi. Kluge mi disse: non tollero che un dipendente del mio staff venga trattato così».
il servizio di report su ranieri guerra 5
Nel frattempo il report proseguiva il suo percorso.
«Sì. Sono arrivate altre segnalazioni da Guerra e da Cristiana Salvi (programme manager external relations health emergencies dell' Oms Europa, ndr). Ricordo che tali segnalazioni arrivarono dopo che la pubblicazione era già stata approvata a tutti i livelli».
Che osservazioni le ha fatto la Salvi?
«Non le piaceva lo stile. Mi disse che il report era pieno di "bombe mediatiche". Risposi che le bombe ci sono se qualcuno le innesca. Se il rapporto fosse uscito a maggio sono certo che sarebbe stato letto con altri occhi, non come un atto di accusa».
il servizio di report su ranieri guerra
Qualcuno si è preoccupato di notare il conflitto di interessi di Guerra?
«No. Il numero 2 dell' Oms che prima lavorava in Italia nella direzione prevenzione (che fra l' alto si occupa del piano pandemico) manda un certo tipo di mail proprio su quell' argomento? Secondo me avrebbe dovuto scattare subito l' investigazione interna».
Il direttore generale Tedros fu informato della faccenda?
«Gli scrissi una mail che anche voi avete mostrato, spiegando che obiettivo del report era quello di salvare vite. Non ha risposto. Solo dopo ho avuto un colloquio con il suo capo di gabinetto. Nel frattempo a Ginevra mi dissero che la storia che veniva racconta era un' altra, molto diversa dalla mia».
Il report è stato finanziato dal Kuwait. Come hanno reagito al ritiro?
«Quando gli abbiamo inviato il report ci hanno risposto dicendo che era un ottimo lavoro e che erano contenti. Poi qualcuno da Copenaghen ha inviato una persona a Ginevra, alla loro rappresentanza permanente, per ritirare le 5 copie che avevamo mandato. Risposero che a loro il lavoro piaceva e chiesero di avere le nuove copie corrette. Poi a maggio hanno scritto per chiedere lumi e gli è stato risposto che stavamo lavorando per modificare il report. Poi non ho più saputo nulla. Suppongo che anche a loro qualche dubbio sia venuto, specie quando hanno letto gli articoli sulla stampa internazionale. In fondo hanno donato 60 milioni all' Oms».
In una mail Guerra dice che l' Italia ha donato «sulla fiducia» e «come segno di riconoscenza» 10 milioni, cosa che non avveniva da tempo.
«Non è vero che l' Oms non riceveva fondi dall' Italia. Li ha sempre avuti dal ministero e dalla Regione Veneto per la sede di Venezia. Hanno poi puntualizzato che quei soldi servivano per le vaccinazioni in Africa. Nella mail di Guerra non era specificato. Ma non so altro. So però che il rinnovo della sede di Venezia dove lavoro non avviene tramite ratifica parlamentare. Quella c' è già stata nel 2015. Trattano ministero e Oms per scambio di lettere, e mi risulta che tutto stia avvenendo tranquillamente».
Teme che l' Oms la licenzi?
«Nell' immediato non credo possa avvenire. Non credo di aver fatto nulla di male, ho agito per tutelare l' Oms. Cosa avverrà poi, quando di, questa storia non si parlerà più non lo so. Io sono preoccupato, perché vedo che non ho protezione, anzi ci sono atteggiamenti ritorsivi».
Le è stato detto di non parlare con la stampa. C' è una mail di Chantal Streijffert Garon, dell' ufficio legale dell' Oms Europa, che invita a «non rispondere alla convocazione della polizia giudiziaria». Cioè a non andare in Procura a Bergamo.
«Mi dissero che ogni intervista doveva essere vagliata da Copenaghen. E io sono rimasto su questa linea, come pure sulla Procura. Poi ho visto che Guerra andava dai magistrati e rilasciava interviste. E l'ho fatto anche io. Soprattutto per difendermi dalle dichiarazioni diffamatorie che cominciavano a circolare. Se sarò punito per questo allora dovrà esserlo anche lui. Non possono esserci due pesi e due misure».
Sembra che l' Oms abbia sposato la versione di Guerra.
«È una scelta. Il lavoro del rapporto viene screditato in maniera sistematica. Io non ho niente da nascondere. Anzi ho l' obbligo morale di tutelare la reputazione dei 9 autori del report. Non ho alcun problema a fornire informazioni sulle azioni che ho intrapreso.
L'ho fatto per la difesa dei valori dell' Oms oltre che dei miei propri».
Ranieri Guerra è nel Cts. E se è lui a non raccontarla giusta, la cosa non è molto rassicurante.
«A ritirare le sue deleghe può essere solo Tedros. Potrebbe farlo se fosse Speranza a chiederlo oppure se decidesse da solo di agire in questo senso dopo aver esaminato la situazione».
In queste settimane qualcuno dal ministero della Salute l' ha chiamata?
«No. Ho sentito Brusaferro a maggio. Anche pubblicamente ha dichiarato di non aver nulla da ridire sul report, ma di essere stato colto di sorpresa.
Però doveva essere Guerra a informarlo».
Senta, ma perché sta facendo tutto questo? Che ci guadagna?
«Niente. Potevo tacere. Ora rischio tutto. Però io all' Oms ci tengo. Condivido i suoi valori di integrità e penso che vadano rispettati».
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