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Matteo Pucciarelli per “la Repubblica” - Estratti
La corsa verso le Europee del M5S è meno entusiasmante del previsto, almeno per ora: le candidature di peso, le corse da indipendenti, stentano a decollare. L’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico al Sud, l’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci nelle Isole, nome di richiamo dell’antimafia: fine.
Con Giuseppe Conte che «sta avendo più difficoltà del previsto a trovare nomi di spessore elettorale », raccontano nel Movimento. Lo scouting infatti è diretto appannaggio del presidente e di sicuro vedersi soffiare sotto il naso dal Pd l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, anche se nulla era stato messo nero su bianco, non è un bel segnale.
Anche perché, sul tema della pace, i 5 Stelle si stanno spendendo molto e il profilo di un giornalista sempre critico nei confronti della strada del riarmo pareva tagliato su misura. Ad oggi nel Nord-ovest e nel Nord-est le capoliste più quotate sono due europarlamentari uscenti, scelte come capoliste da Luigi Di Maio nel 2019: Mariangela Danzì e Sabrina Pignedoli. Sono donne, hanno una loro esperienza maturata nella legislatura al termine, hanno un buon rapporto con gli attivisti, ma per un partito che in teoria vorrebbe scippare ai dem la leadership del “campo giusto” servirebbe qualche colpo di scena in più.
«Qui non è come alle Politiche, che basta un buon posto in lista: le preferenze vanno conquistate...», è la constatazione che si fa in via di Campo Marzio a Roma. Il capo della comunicazione Rocco Casalino s’è comprato casa a Roma e chi lo sposta più, magari ci riproverà Livio De Santoli, professore alla Sapienza esperto di politiche energetiche, candidato da capolista ma senza successo nel 2022, l’ex ministro Andrea Riccardi, anima della comunità di Sant’Egidio, è corteggiato da tempo finora senza successo.
Intanto le regole per le autocandidature alle Europee riservate agli iscritti sono state pubblicate sul sito del M5S due giorni fa ed esattamente com’era avvenuto nel 2022, per le Politiche, la farraginosità esplicativa del regolamento per partecipare aveva aperto uno squarcio inaspettato: la ex sindaca di Roma Virginia Raggi potrà candidarsi? La risposta è no. Nel regolamento è scritto così: chi vuole candidarsi, e di sicuro a Raggi non dispiacerebbe correre per Bruxelles, “non deve ricoprire attualmente una carica elettiva, salvo che la stessa non abbia scadenza nell’anno 2024 (...) non deve avere svolto due mandati; è escluso dal conteggio del limite dei due mandati elettivi un mandato da consigliere comunale, circoscrizionale o municipale, in qualunque momento svolto”.
Raggi è consigliera comunale, quindi rientra nella prima eccezione. Nella seconda invece no, perché Raggi è oggi al terzo mandato: due da consigliera comunale, uno da sindaca.
L’europarlamento, per lei, sarebbe il quarto mandato. Ora, la ex sindaca è da tempo in rotta di collisione con gli attuali vertici dei 5 Stelle, mentre continua a coltivare amicizia e attivismo con un fuoriuscito di lusso come Alessandro Di Battista.
Se pure le postille fossero state scritte per allargare anche a lei la possibilità di una candidatura, attraverso un’interpretazione ampia della regola, dietro ci sarebbe dovuto essere un riavvicinamento con Conte.
virginia raggi alessandro di battista virginia raggi alessandro di battista
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