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Enrico Paoli per "Libero quotidiano"
I giochi di potere, o di Palazzo se preferite, sono uno degli svaghi preferiti dal premier Matteo Renzi. Che ne ha offerto un saggio - già entrato nei libri di storia - in occasione del «siluramento» dell'amico (ormai ex, stando alle voci di corridoio) Enrico Letta. Ora che l'ex rottamatore si è sistemato a Palazzo Chigi, quel metodo potrebbe essere usato anche per trovare la quadra in occasione del valzer delle nomine delle aziende partecipate, o controllate dallo Stato.
E fra queste c'è anche la Rai. Partendo dal presupposto che l'attuale direttore generale dell'emittente di Stato, Luigi Gubitosi, ha chiesto di essere spostato ad altro incarico (Enel, Poste in pole position anche se il sogno resta l'Eni), potendo vantare di aver finalmente chiuso in pareggio il bilancio dell'azienda, Renzi e i renziani avrebbero già pronto un tris di nomi per disegnare una Rai a propria immagine e somiglianza, ovvero buona e buonista, con l'obbligo morale di non disturbare il manovratore, E così al posto dell'attuale Dg dovrebbe andare Paolo Del Brocco, attuale amministratore delegato di Rai Cinema, mentre per il guru della televisione Antonio Campo Dell'Orto, tanto amato da Matteo, verrebbe creata una posizione ad hoc.
Al creativo cinquantenne del piccolo schermo, con un passato a La7, sarebbe stato chiesto di ripensare la tv pubblica. Ovviamente tutti e due sono renziani di ferro, anche se Del Brocco è un convertito dell'ultim'ora, avendo frequentato varie parrocchie politiche.
Tutto più semplice, invece, per Luigi De Siervo, da sempre l'uomo Rai di Renzi. Alla terza gamba del tris renziano andrà in dote ciò che ha approvato ieri il cda Rai, ovvero la societarizzazione della Direzione commerciale che ingloba in un'unica struttura Sviluppo Commerciale, Rai Net e Rai Trade. Insomma, la cassaforte di famiglia, grazie alla quale non si fanno solo affari ma si tessono anche rapporti. Necessari per i giochi di potere in salsa renziana.
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