DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Estratto dell'articolo di A. Bac. per il “Corriere della Sera”
(...) L’ex ad Rai Carlo Fuortes sarebbe irritatissimo per il pasticcio del decreto sul San Carlo, sia per come tecnicamente è stato fatto, quindi incapace di produrre il risultato dell’avvicendamento dell’attuale sovrintendente Stéphane Lissner, sia perché la norma ad personam lo avrebbe esposto a un gioco al massacro. Ora, fa sapere nel comunicato «il mio futuro professionale è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa».
Letta così, la versione di Fuortes presuppone una rottura dei rapporti con il governo (accusato di avergli fatto pressioni di cui ora le opposizioni chiedono conto) e una sostanziale rinuncia ad altri incarichi da essa offerti. Il manager si considererebbe libero e “sul mercato”.
E «gli altri» cosa raccontano? Dalle parti di piazza Colonna, hanno toni meno drammatici, anzi, pragmatici.
Sostengono che le dimissioni immediate sarebbero state oggetto di uno scambio con una modifica al decreto sulle sovrintendenze che cancellerebbe il periodo transitorio di permanenza al San Carlo di Lissner, previsto fino al 10 giugno, determinandone l’immediata decadenza. I tempi più brevi avrebbero rassicurato l’ad spingendolo a lasciare. Una narrazione che non spiegherebbe i toni polemici di Fuortes. Se tale versione tuttavia reggesse, ci sarebbe da registrare la baldanza con cui il governo spingerebbe un decreto già tacciato di incostituzionalità per la retroattività, oltre l’attuale limite, eliminando anche l’accortezza del periodo transitorio.
“Gli altri” lasciano capire che i ricorsi di Lissner sono prevedibili ma che il decreto intanto avrà effetto. Conseguenze successive, in sede di giudizio, potrebbero limitarsi a risarcimenti non a reintegri. E Maurizio Gasparri (FI) è così sicuro che finirà così che ieri lo ha messo in rima: «Re Carlo ritorna dalla guerra ma non finisce a terra. Lui spera in nuovi allori, tra liriche e gran cori tra opere e soprani, tra stucchi e battimani. Lui è
sovrintendente, mica roba da niente. E conta ancor di farlo a Napoli al San Carlo. La forza del destino a lui starà vicino, tra Carmen e Traviata carriera assicurata».
C’è chi invece fa i conti in tasca a Fuortes. Per l’ad, titolare di contratto a tempo determinato, non è prevista liquidazione. L’uscita prima della fine del mandato, prevista nel 2024, avrebbe potuto dargli diritto alla retribuzione residua, se il manager non si fosse dimesso.
carlo fuortes foto di bacco (2)sangiuliano lissnercarlo fuortes
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