LA TV DEL CAZZO - DAI CANNIBALI ALLA SCELTA DEL MIGLIOR DONATORE DI SPERMA, DAL NEONATO IN REGALO A CHI DONARE IL RENE DOPO LA MORTE: SI MOLTIPLICANO IN TUTTO IL MONDO I REALITY ESTREMI

Alessandra Baduel per "la Repubblica"

Una lavatrice, un forno a microonde, un frigo, oppure un bambino. L'ultimo caso in tema di reality "oltre la realtà" viene dal Pakistan, dove lo show in questione, Amaan Ramazan,
sette ore in diretta durante le giornate di digiuno del Ramadan, si propone con un conduttore celebre, Aamir Liaquat Hussain, a metà fra il sex symbol e il dotto religioso, che offre premi in cambio di risposte esatte a domande sul Corano.

Durante la trasmissione, delle coppie si sono viste offrire bambini abbandonati. L'Ong che collabora con il programma difende l'iniziativa, ma le polemiche non mancano. In Cina, nel frattempo, sta per essere inaugurato un intero canale dedicato solo ai panda giganti della riserva di Chengdu, con le immagini di 28 telecamere trasmesse 24 ore su 24. Negli Stati Uniti invece si attende per fine 2013 The ghost inside my child, il fantasma dentro il mio bambino, che promette solo storie vere con bambini che raccontano «ricordi di vite precedenti » o passate esperienze traumatiche.

La puntata pilota del novembre 2012, con un ragazzino che dichiarava di ricordare perfettamente la sua caduta nel vuoto durante l'attentato alle Torri Gemelle del 2001, ha già prodotto ampi commenti. «Il dispositivo televisivo è ossessionato dalla realtà - commenta Carlo Freccero, uomo della comunicazione che alla "Televisione" ha da poco dedicato anche un omonimo libro (Bollati Borighieri) - e il reality, un "terzo livello" oltre il documentario e la fiction, traduce la realtà in gioco.

Coinvolge anche noi, ci fa diventare attori dello spettacolo. L'aspetto negativo è che pur di partecipare, prenderò anche un bambino in affido». La donna di una delle coppie che si sono viste offrire un bimbo nella trasmissione pachistana, Suriya Bliqees, commenta con la Cnn: «All'inizio ero davvero sotto shock, non ci potevo credere, mi stavano dando una bambina. Ero estremamente felice».

Era anche lei fra le 500 persone in studio, prescelta dall'Ong Chhipa Welfare Association. Davanti alle polemiche, con commenti del pubblico come quello di Shamim Mahmod - «i bambini non sono trofei da dare a chi capita » - Ramzan Chhipa, che guida l'Ong, risponde: «Abbiamo le nostre procedure di selezione, conoscevamo già la coppia ». Poi ricorda: «Noi troviamo bambini abbandonati in strada, nell'immondizia, perché
non cercare di assicurargli una casa e un futuro?».

Gli esempi di reality estremi, attuali o del passato recente, sono tanti: Cavie, Olanda, con protagonisti che hanno l'unico obiettivo di rompere ogni genere di tabù e arrivano a mangiare pezzetti della propria carne, Interviste prima dell'esecuzione, Cina, con condannati seguiti fino a pochi minuti prima della morte, Voglio tuo figlio e nient'altro,
di nuovo Olanda, che fa scegliere alle donne l'uomo ideale per la donazione di sperma, mentre c'è stato sempre nei Paesi Bassi anche lo show dove una malata terminale decideva a chi dei tre concorrenti in dialisi donare il suo rene dopo la morte, aiutata dal voto da casa degli spettatori.

C'è il campo della bellezza femminile, con Bridalplasty che mette in palio negli Usa un "ritocco" gratis per promesse spose, o la trasmissione australiana che mette all'asta la verginità, o ancora The Beauty and the Beast, Gran Bretagna, che fa convivere una persona bella con una prescelta in quanto deforme o deturpata. Ci sono poi le "tv della lentezza", come il canale cinese che seguirà i panda in diretta, simile alle trasmissioni norvegesi dedicate a 12 ore di fuoco acceso nel caminetto o al tragitto del treno
panoramico da Oslo a Bergen seguito per tutte le ore, sette, della sua durata.

«Sono due filoni differenti», spiega Freccero, «il primo è dopamina, partecipazione e gratificazione, il secondo è serotonina, effetto sedativo e calmante, un incanto del quale ci ha già spiegato tutto Andy Warhol. Ma è il primo che va analizzato. Questa tv insegue le cose assurde della realtà, ma vuole plasmare, limare, mettere sotto controllo. Qui non c'è il documentario, l'inchiesta, c'è invece un pezzetto del reale messo in grandangolo, sempre con un giochino accanto, e ridotto a spettacolo.

Infatti sono tutte trasmissioni che hanno degli autori. Se fosse solo realtà, non servirebbero, no? Invece io prendo e traduco il reale in gioco, un poco come nel circo ottocentesco, quello con le donne cannone e i nani, ma con più raffinatezza, mettendo tutto sotto una campana di vetro, e con un'interazione del pubblico che ne fa un videogame». Su di noi.

 

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