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Paolo Zappitelli per Il Tempo
Ha ammesso di aver sbagliato tutto quando ha scelto di allearsi con Mario Monti alle ultime elezioni. E, a denti stretti, ha dovuto anche confessare che alla fine ha avuto ragione Silvio Berlusconi rispetto agli attacchi che gli hanno mosso lui e Gianfranco Fini. Però a Pier Ferdinando Casini tutto sommato è andata ancora una volta bene: un posto al Senato è riuscito ad averlo.
Ed è stato tra i pochissimi che si sono salvati in una Udc letteralmente falcidiata alle ultime elezioni di febbraio. Malissimo alla Camera un po' meglio a palazzo Madama perché i centristi si sono presentati insieme a Lista Civica e hanno conquistato qualche seggio.
Ma Pier Ferdinando Casini non ha dimenticato i suoi uomini. I quali, pur «furiosi» con lui per l'errore di presentarsi insieme a Mario Monti, alla fine un posto l'hanno comunque trovato.
Gli uomini dell'ex presidente della Camera sono infatti riusciti a sistemarsi in varie istituzioni. La lista è abbastanza lunga. Si comincia con Aldo Forte, candidato alla Camera e non eletto alle scorse elezioni, che è stato nominato dal ministro Giampiero D'Alia (Udc) consulente per la semplificazione del suo dicastero, quello della Pubblica amministrazione. Figlio di Michele, ex consigliere del Lazio sempre per i centristi e uomo legatissimo a Casini, è stato anche assessore regionale alle politiche sociali nella Giunta di Renata Polverini.
Mauro Libè, anche lui candidato «trombato», uomo tra i più vicini a Pierferdinando, ha avuto un posto nella segreteria del Questore del Senato Antonio De Poli (anche lui ovviamente con la tessera dell'Udc). Si prosegue con Roberta Di Marco, che ha seguito Casini con l'incarico di portavoce e che è stata scelta per lo stesso incarico dal ministro della Difesa Mario Mauro (passato dal Pdl a scelta civica di Mario Monti).
Neppure Roberto Rao - autentico uomo ombra di Pierferdinando Casini - è riuscito ad essere rieletto alla Camera per colpa dei pessimi risultati del partito. Ma il suo leader si è dato da fare per nominarlo consigliere politico del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri.
Infine destini incrociati per Gian Luca Galletti e Roberto Occhiuto. Il primo è stato deputato dell'Udc nelle ultime due legislature ma è rimasto fuori nelle elezioni di febbraio. Non è però rimasto disoccupato a lungo: prima è stato nominato consigliere di Ismea (l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), poi si è visto assegnare l'incarico di sottosegretario all'Istruzione. E come capo della sua segreteria ha chiamato proprio Roberto Occhiuto, candidato anche lui «trombato» alla Camera.
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