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Antonio Pollio Salimbeni per “il Messaggero”
È ormai certo che saranno necessari almeno due vertici dei capi di stato e di governo, uno per videoconferenza il 19, l'altro a luglio forse fisico, come ai vecchi tempi. Ad annunciare l'accelerazione il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Sul tavolo il bilancio pluriennale della Ue ed il Recovery Fund.
DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN
Il percorso delle scelte anticrisi e del bilancio Ue sarà lungo e accidentato. Tuttavia, anche gli oppositori alla svolta a favore di un'emissione di debito comune anticrisi (Olanda, Svezia, Danimarca e Austria) e i sospettosi dell'Est (specie Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca) sanno di non poter tirare troppo la corda perché nessuno vuole trovarsi alle prese con defatiganti trattative in autunno quando tutti potrebbero trovarsi alle prese con gli effetti devastanti di una seconda ondata di contagi.
E poi occorre che le risorse affluiscano. Il parlamento europeo è già sul chi vive, non a caso il presidente David Sassoli dichiara che i deputati sono pronti a lavorare per migliorare le proposte e teme un compromesso al ribasso.
LE TAPPE
La partita è concentrata su tutte le proposte finanziarie che includono il fondo per la ripresa e la resilienza, ma anche altri canali. Il fondo React-Eu per risorse aggiuntive per la coesione, il fondo per ridurre l'impatto socioeconomico della transizione verso la neutralità climatica nelle regioni più deboli; le risorse aggiuntive per lo sviluppo rurale. Per l'Italia il tutto vale 172,743 miliardi di cui 81,807 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto e 90,938 miliardi in prestiti a tasso agevolatissimo e nel lungo periodo.
Cifre indicative fatte filtrare dalla Commissione. Poi la dotazione di bilancio per i prossimi 7 anni: è ancora presto per conoscere le cifre finali della proposta visto che la Commissione sta sfornando ogni giorno i regolamenti delle varie poste: ufficialmente informa che saranno rese note dopo averle condivise con i governi, scelta non proprio trasparente. Quanto ai prestiti del Meccanismo europeo di stabilità, della Ue per le casse integrazioni nazionali, della Bei alle imprese, è un pacchetto già verso la fase operativa.
GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN
Queste tre «finestre» valgono potenzialmente per l'Italia 80-90 miliardi tutti disponibili già quest'anno. La posizione finanziaria dell'Italia verso la Ue cambierà radicalmente tra il 2021 e il 2027: per qualche anno potrebbe anche essere paese beneficiario netto anziché contributore netto tenendo conto anche dei nuovi fondi anticrisi.
I TEMPI
giuseppe conte roberto gualtieri 9
Difficile anche indicare i tempi degli esborsi. Intanto per quest'anno sono previsti solo 11,5 miliardi aggiuntivi ai fondi del bilancio Ue in scadenza. Il pacchetto Next Generation Eu (i 750 miliardi raccolti sul mercato di cui 500 in sovvenzioni e 250 miliardi in prestiti) scatterà dal 2021.
charles michel ursula von der leyen david sassoli christine lagarde come le ragazze di porta venezia
Nel regolamento proposto per il solo fondo ripresa e resilienza si stimano a livello Ue versamenti di prestiti in «tranche» pari a circa il 15% del totale nel 2021 e al 27% nel 2022 con decrementi successivi sulla base di metà accordi firmati il primo anno, metà il secondo. Per i sussidi a fondo perduto l'80% sarebbe impegnato nel 2021-2022 con pagamenti pari al 5,8% nel 2021, al 15,8% nel 2022, al 23,3% nel 2023, al 25,9% nel 2024, al 17,6% nel 2025, al 7,6% nel 2026, al 3,1% nel 2027, a 0,5% oltre.
PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI
Tutto dipenderà dalla celerità con cui i governi prepareranno i piani nazionali anticrisi. Possono farlo già a metà ottobre, data ultima il 30 aprile 2021. Per le sovvenzioni almeno il 60% del totale dovrà essere impegnato entro fine 2022, per i prestiti entro fine 2024. L'agenda per i successivi 4 anni deve essere precisa, vanno indicate le date, «devono comprendere misure per attuare le riforme e i progetti di investimento con un pacchetto coerente» con le priorità per il paese «individuate nel contesto del semestre europeo, in particolare quelle pertinenti o risultanti dalla transizione verde e digitale».
Una volta che la Commissione verifica che sono state prese le decisioni necessarie all'attuazione degli obiettivi concordati, entro due mesi autorizza gli esborsi. In caso di mancato rispetto degli obiettivi di investimento e riforma il finanziamento specifico può essere sospeso e in caso di persistenza del problema, cancellato. Altro principio cardine: ci sono 7 anni di tempo per attuare un investimento, 4 per le riforme.
valdis dombrovskis paolo gentiloni
«Se non ci sono le riforme, ovviamente non ci saranno neppure i soldi, questa è una conseguenza logica e così avviene in molti programmi europei», ribadisce il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.
Per l'Italia si tratta di prendere quelle misure che da anni la Ue raccomanda che implicano una forte assunzione di responsabilità politica. Le ultime raccomandazioni di maggio accentuano il fattore della realizzazione delle misure decise. Indicano le necessità di misure per sostegno attivo dell'occupazione; educazione e preparazione professionale; anticipo dei progetti di investimento pubblici maturi; promozione degli investimenti privati; ricerca e innovazione; trasporto pubblico sostenibile; gestione rifiuti e risorse idriche; infrastruttura digitale; miglioramento del sistema giudiziario; funzionamento della pubblica amministrazione. Ogni tre mesi va consegnato a Bruxelles un rapporto sui progressi fatti.
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