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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Da "Corriere.it"
à tensione nella maggioranza. «Se Rosy Bindi non si dimetterà da presidente dell'Antimafia il Pdl è pronto alla "guerriglia" in Parlamento». A dirlo è Brunetta nel corso del vertice di maggioranza sul decreto Pubblica amministrazione.
I COSTI DEGLI STRAPPI - Al termine dell'incontro, il capogruppo del Pdl ha confermato la linea dura. «Le cariche istituzionali si decidono insieme, lo strappo dell'Antimafia non può essere tollerato e noi non parteciperemo alle attività dell'Antimafia fino a quando non sarà risolto il problema», ha detto ai cronisti. «Su questa posizione tutto il Pdl è unito come un solo uomo. La Bindi ha fatto il miracolo: ha riunito il Pdl», ha sottolineato ancora Brunetta. E sugli altri provvedimenti?, gli è stato chiesto. «Gli strappi hanno dei costi...», ha risposto.
DECRETO PA - E non solo. Frizioni ci sono state anche tra Brunetta e il ministro Dario Franceschini. «Per noi il decreto sulla Pa può decadere» avrebbe affermato Brunetta. A questo punto, ha osservato il ministro, «il quadro è cambiato», lasciando intendere che c'è un problema politico dentro la maggioranza. «Del Dl sulla Pa non dico nulla, per rispetto. E' il contrario della mia riforma e non posso dare un giudizio positivo. Ma sono uomo di istituzioni e rispetto il lavoro del Parlamento», ha concluso.
PROBLEMA POLITICO - Il decreto sulla pubblica amministrazione arranca in Aula nonostante la tagliola dei tempi, visto che scade il 30 ottobre. Il governo, come ha spiegato il ministro Gianpiero D'Alia, voleva evitare l'uso della fiducia perché usato impropriamente per tagliare i tempi. Dopo che, però, nella riunione dei capigruppo, Brunetta ha spiegato che per il Pdl il decreto può decadere, nel governo si è capito che gli ostacoli al via libera al provvedimento non sono solo di merito ma politici dentro la maggioranza. Per questo il governo potrebbe, a questo punto, decidere di mettere la fiducia al decreto che si trasformerebbe di fatto in una conta dentro la maggioranza.
ALFANO SUL CAVALIERE - Nel pomeriggio il vicepremier Alfano invece è intervenuto sul rinvio a giudizio di Napoli del Cavaliere :«Berlusconi a nostro avviso, è vittima di una persecuzione giudiziaria durata 20 anni. Non ci sorprendiamo più di nulla, ma non smettiamo di indignarci. Non crediamo che le ultime vicende, avendogli anch'io parlato ieri sera e stamattina, abbiano influenza diretta sul governo».
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