DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Marco Antonellis per Dagospia
Partito Democratico e Forza Italia, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi non ne fanno mistero: sono pronti per l'autunno. Renzi e Berlusconi vivono di certezze, per loro Lega e 5 Stelle romperanno sulla manovra, non hanno alcun dubbio: "Il ciclo del governo Di Maio-Salvini durerà meno del mio" racconta ai fedelissimi Matteo Renzi. "Dobbiamo farci trovare pronti: toccherà di nuovo a noi e molto prima del previsto".
Praticamente le stesse cose dette da Silvio Berlusconi qualche giorno prima: "La bolla del consenso che oggi accompagna i partiti di governo si sgonfierà velocemente, la politica ricomincerà a correre nel giro di alcuni mesi, questo governo può finire presto" aveva detto Silvione parlando ai suoi parlamentari.
Per i due capi dell'opposizione, dunque è solo questione di tempo. Il redde rationem sarà dopo l'estate sulla legge di bilancio, è li che a detta di molti tutte le contraddizioni esploderanno e verrà fuori con chiarezza l'incompatibilità tra i vincoli di bilancio controllati con austerità dal ministro Giovanni Tria e, a norma di costituzione, dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e la propaganda politica di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, questi ultimi con la necessità di portare a casa le enormi e costosissime promesse elettorali, dal reddito di cittadinanza alla flat tax.
SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI
A questo punto, se le contraddizioni dovessero effettivamente esplodere, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi potrebbero veramente riprendersi la scena. Ma c'è dell'altro perché forse le speranze di Matteo Renzi e Silvio Berlusconi non sono riposte solo nelle future vicende economiche. Sono in molti a sperare, infatti, nella "via giudiziaria" al governo ovvero che i leghisti alla lunga non reggeranno più la vicenda dei 49 milioni di euro che il partito di via Bellerio dovrà restituire: per molti nel Pd potrebbe essere proprio questa la vera ragione che porterà alla caduta del governo.
Insomma potrebbe essere la giustizia a mandare a casa un governo dichiaratamente 'giustizialista'. Il ritornello, anche durante l'ultima cena dei renziani sull'Aventino (zona della capitale quanto mai simbolica e scelta non a caso) era sempre il solito: il governo cadrà presto e c'è chi spera proprio sulla questione dei fondi bloccati dai magistrati dato che il Tribunale del riesame di Genova si pronuncerà all'inizio di settembre.
Insomma, il 'botto' potrebbe esserci alla ripresa dei lavori parlamentari, subito dopo le ferie. La questione giudiziaria potrebbe quindi sommarsi alla difficoltà del governo gialloverde di trovare la quadra sulla legge di bilancio ed ai prevedibili attacchi della finanza internazionale a colpi di 'spread'. Sarebbe la 'tempesta perfetta'.
Ma i problemi potrebbero non finire qui. Tanto che tra gli avversari dei leghisti si ricordano ancora le recenti parole di George Soros: «Non so se Matteo Salvini ha ricevuto finanziamenti da Mosca, ma credo che l’opinione pubblica italiana avrebbe il diritto di sapere».
Parole duramente smentite dal leader leghista. Ma i veleni, c'è da scommetterci, non si fermeranno qui. Anche perché nei palazzi del potere c'è chi chiede a gran voce di fermare con ogni mezzo l'avanzata sovranista: si teme addirittura la 'destabilizzazione' del paese a colpi di nomine mirate nei gangli vitali di aziende e istituzioni. Con la Russia convitato di pietra. "Bisogna fare in fretta" ripetono come un mantra i soliti bene informati, "prima che i sovranisti stravincano le elezioni europee e dall'Italia il virus infetti, destabilizzandola, l'Europa intera". Questa è la vera posta in palio.
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