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Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"
Quando Matteo Renzi scende trafelato dal camper con la scritta "Adesso!" e la pubblicità "Giottiline", le telecamere e i taccuini si concentrano su quel mezzo che allontana il sapore di casta. Eppure la macchina elettorale va a rimorchio, nel camper numero due. Il laboratorio ambulante che indirizza il sindaco di Firenze, che inserisce e aumenta le marce al suo andare fra 108 province d'Italia sospinto dai 700 comitati virtuali e 50 volontari arruolati.
In quel cubo bianco panna e blu elettrico viaggia Stefano Guindani, un fotografo di talento e passerelle. Un paparazzo. L'autore del servizio sul settimanale Chi, strumento per comunicare al centrodestra, attraverso un giornale di Silvio Berlusconi, la parabola del padre Tiziano e del figlio Matteo che si passano il testimone. In quel momento, il democristiano Tiziano è Bersani.
Il fotografo siede un metro più avanti di Giuseppe Petitto, incaricato di smacchiare le flessioni facciali di Renzi sfruttando le sue abilità di documentarista: il materiale grezzo è il suo pane quotidiano. Petitto è un collaboratore di Fausto Brizzi, l'autore di "Notte prima degli esami" e "Com'è bello far l'amore".
Giorgio Gori è la voce che lo guida in auricolare, di questi tempi sostituita dall'iPhone, mentre il regista Brizzi srotola il copione e cerca le pose migliori. Fra un montaggio e una stroncatura, una volta Brizzi e una volta Gori prendono il sopravvento. Ora l'ex direttore di Canale 5 e fondatore di Magnolia ripara in retrovia per far raffreddare l'amico Matteo ancora bollente per il trattamento ricevuto a Piazzapulita.
La televisione non è l'ecosistema preferito di Renzi, persino Beppe Servergnini consiglia l'astinenza. Però, spesso bisogna lanciarsi. E il paracadute più sicuro lo offre Giovanni Floris, la poltrona di Ballarò è molto comoda. Almeno per il sindaco è così. A suo agio in radio, soprattutto con Linus oppure con Fabio Volo. Il giornale più vicino è La Stampa per il rapporto personale con il direttore Mario Calabresi, nonostante i battibecchi con Sergio Marchionne.
Non possiede la tensione cinematografica di Walter Veltroni, ma Renzi pesca fra gli artisti apolidi: il Trio Medusa, Victoria Cabello, Jovanotti. E imbarca tanti scrittori: Alessandro Baricco, Edoardo Nesi, Mauro Corona. Addirittura il commissario tecnico Cesare Prandelli. Il miscuglio renziano, sempre di ingredienti leggeri, produce i ritornelli: finita la stagione "rottamazione" per sua stessa ammissione, arriva la parola "contenuti". Che, per definizione, si presta a tutto e al contrario di tutto: l'immagine spontanea eppure estremamente elaborata, i soldi incassati con fatica eppure che grondano ovunque.
La cassa si chiama Fondazione "Big Bang", la gestisce Alessandro Bianchi, che ha fissato il tetto di 250 mila euro per la campagna elettorale. "State sereni", per usare un intercalare di Renzi: il tetto si può ampliare. Prima di costruire verso l'alto, vanno in bilancio i quasi 150 mila euro raccolti con la cena di Milano fra l'imprenditoria e la finanza italiana: Flavio Valeri, il capo di Deutsche Italia; Carlo Salvatori, presidente di Allianz; Franco Moscetti, amministratore di Amplifon; Andrea Soro di Royal Bank of Scotland e l'anfitrione Davide Serra del fondo d'investimento Algebris. Moneta sonante che farà compagnia a Riccardo Illy, il signore dei caffè; Oscar Farinetti, l'inventore di Eataly; Enzo Manes, presidente di Kme (leghe di rame); l'alta moda di Ermano Scervino (che veste il sindaco assieme a Ferragamo) e Brunello Cuccinelli. Le donazioni in rete superano quota 70 mila euro, poco più del prezzo pagato per il sito ufficiale.
Renzi coccola i suoi mille, gli amministratori locali che lo ospitano con la carovana, il piedistallo su cui si poggiano i parlamentari del Pd schierati apertamente: un gruppo di 29 che spazia da Ermete Realacci a Paolo Gentiloni. L'ex sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, coordina la parte politica, affiancato da Maria Elena Boschi, Simona Bonafè (assessore a Scandicci) e Sara Biagiotti (consigliere provinciale).
Ma i fili li tengono Luca Lotti, il capo di gabinetto in Municipio e Marco Carrai, un uomo misterioso che ondeggia fra la finanza nel Cda della Cassa di risparmio di Firenze e il potere cattolico di Comunicazione e Liberazione e Opus dei. Questo è il complesso "Adesso!" di Renzi che, nei sondaggi, andrà al secondo turno contro Bersani con quattro punti da recuperare. Allarme rosso, per lui, democristiano originale, in Calabria, Sicilia, Lazio, Emilia Romagna. Buoni riscontri in Piemonte, Toscana, Puglia e Friuli. Ma Renzi non difetta in ottimismo. Lo dice anche l'ex ministro Gianfranco Rotondi su Twitter: "Il centrodestra non è sparito. à con Matteo".
MATTEO RENZIGORI E RENZI LE SAGOME DI MATTEO RENZI E PIERLUIGI BERSANI PER LE PRIMARIE jpegMATTEO RENZI A PORTA A PORTA - SULLO SFONDO BERSANImatteo-renzi-padre-coverRenzi e Brizzi MARIO CALABRESI Beppe Severgnini
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