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EFFETTO ROTTAMAZIONE: UN DUELLO TRA EX COMUNISTI PER GUIDARE IL PD - RENZI GIOCA LA CARTA MINNITI: CHE FARANNO ORA GENTILONI E FRANCESCHINI CHE GIA’ SI SONO SPESI PER ZINGARETTI? - L’APPELLO DI 13 SINDACI PER L’EX MINISTRO - ORFINI SI SMARCA E PENSA A GRIBAUDO – ZINGARETTI ARRUOLA PER I SOCIAL GLI SPIN DI ALLEGRI E MANCINI...

minniti renzi

Da www.affaritaliani.it

 

L'ultimo pressing nei confronti di Graziano Delrio affinchè scenda in campo, magari per una candidatura unitaria, si è concluso oggi. Nel Pd riferiscono che ad incontrare il capogruppo dem alla Camera sia stato anche il presidente del partito Matteo Orfini ma l'ex ministro avrebbe ribadito l'intenzione di non candidarsi alla segreteria.

 

Fermo sull'idea che occorra dare spazio ad una nuova generazione. E allora arriverà un appello dai renziani affinchè sia Marco Minniti a sfidare Nicola Zingaretti. In primis si sono schierati 13 sindaci Pd, tra cui Dario Nardella (Firenze), Antonio De Caro (Bari), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria), Giorgio Gori (Bergamo).

 

L'appello "all'unità" dei militanti dem riunitisi il 30 settembre in Piazza del Popolo sembra essere rimasto inascoltato. I dem sul nome della segreteria al momento restano divisi.

 

minniti

La candidatura dell'ex ministro dell'Interno secondo i renziani potrebbe mettere in difficoltà anche l'ex premier Paolo Gentiloni che ora è schierato al fianco del governatore del Lazio. Ma il fronte renziano potrebbe dividersi. La componente vicina ad Orfini non sembra disponibile ad appoggiare l'ex responsabile del Viminale e potrebbe presentare un proprio nome (l'eventualità è quella di schierare Chiara Gribaudo). A pesare, riferiscono fonti parlamentari dem, è la distanza emersa nello scorso governo sul tema dell'immigrazione.

 

La candidatura di Minniti quindi è in dirittura d'arrivo, riferiscono fonti parlamentari renziane. Sembra tramontata quindi anche l'ipotesi di un accordo con Maurizio Martina e anche la possibilità di chiedere tempi più lunghi per il congresso.

 

minniti gentiloni

Intanto domenica Zingaretti lancerà la sua corsa alle primarie con la manifestazione organizzata a Roma. E sarà la prima volta che arriverà ufficialmente l'endorsment di Gentiloni. La risposta di Renzi arriverà con la Leopolda. L'ex premier ha già ribadito che non intenderà parlare di correnti ma di contenuti. E illustrerà il suo piano di lanciare comitati civici di resistenza in tutto il territorio. Con coordinatori regionali, rappresentanti non parlamentari, che avranno il compito di costituire un vero e proprio network sul territorio. E andare oltre al Pd. Il progetto sarebbe quello di spendere poi quella rete alle Europee con una lista.

 

2. EFFETTO ROTTAMAZIONE

Peppino Caldarola per www.lettera43.it

 

BOSCHI MINNITI

In campo per le primarie del Pd ci sarà anche Marco Minniti (se vincerà la sua ostinata ricerca di evitare battaglie che si concludono con un voto sulla sua persona). Lo candidato 13 sindaci e si dice che dietro questo schieramento di maggiorenti vi sia Matteo Renzi che così abbandona al suo destino il povero Matteo Richetti che si era candidato qualche giorno fa. Nel pieno delle polemiche sui suoi provvedimenti anti-immigrazione , Massimo D’Alema, che Minniti lo conosce bene e se lo è, in un certo senso, inventato, mi disse indulgente: «Lui non è un politico, è un tecnico». Resta il fatto che ora è in campo a contendere lo scettro a Nicola Zingaretti.

 

 

dario franceschini

Strano destino di queste primarie inutili che ci fanno vedere, dopo prediche rottamatrici, due comunisti doc concorrere per un partito che vorrebbe essere il più lontano possibile dal Pci. Dei due Minniti è il più comunista. È quello che ha scalato lanomenklatura arrivando più in alto, che fu a un passo dal diventare segretario dei Dsquando D’Alema andò al governo, che rappresentò negli anni del Pci l’area di governo del gruppo centrista di D’Alema. Poi anche lui ha messo la falce e martello in cantina, non ho letto alcun proclama del tipo «non sono mai stato comunista», ma gli piace assai questa fama di liberal che soprattutto gli viene dopo l’esperienza agli Interni. Fu molto criticato, anche da me, ma non condivido l’opinione che lui abbia aperto la strada a Matteo Salvini. La ferocia di Salvini è incomparabile con il securitarismo di Minniti.

 

 

NICOLA E LUCA ZINGARETTI

Chi sia oggi questo Marco che abbiamo visto sempre al fianco di Massimo come tanti altri, poi scappati di casa? È probabilmente uno che vuole portare il Pd nell’area macroniana ma con le stimmate di sinistra. Sa stare in tivù, parla in modo preciso con parole nette, ma ha quei silenzi orribili fra una frase e un’altra che accettavamo solo in Bettino Craxi vero gigante della parola non detta che riempiva lo spazio televisivo. Di fronte a Zingaretti, Minniti si comporterà come un fratello maggiore che ne ha viste tante, dal povero Ocalan alla guerra alla Serbia fino ai migranti, e che considera Zingaretti – come sempre accade quando si parla di lui, cioè del presidente del Lazio – come uno bravo ma non ancora pronto.

 

 

nicola zingaretti

Renzi in questa manovra si presenta per quello che è: un giocoliere della politica. Lui ha sempre in testa che questa straordinaria attività umana sia uno spettacolo da imbastire senza soggetto, viene come viene. Oggi viene con Minniti. Domani chissà. Se lo scontro Minniti-Zingaretti servirà ad archiviare Renzi sarà una bella cosa. È difficile che saldi grandi masse di elettori. Sono due candidati freddi, con biografie coincidenti, scelte attuali diverse, privi di carisma. Era altra cosa lo scontro Veltroni-D’Alema e persino Bersani-Renzi. Tutto sarà in tono minore. L’Italia è tutta ormai in tono minore. «Nocera è inferiore perché ha dato in natali a gente come voi», esclama incazzatissimo il professor Palumbo, interpretato da Stefano Satta Flores in C’eravamo tanto amati del grande Ettore Scola. In questa esplosione di rabbia c’era la previsione dell’Italia di oggi.

marco minniti