L’INFORNATA DI NOMINE AL SENATO HA SCONTENTATO SIA RENZI CHE GRILLO E ORA I DUE CERCANO L’INTESA PER SOSTITUIRE IL PENSIONANDO UGO ZAMPETTI, SEGRETARIO GENERALE DELLA CAMERA - IN POLE FABRIZIO CASTALDI, CAPOSEGRETERIA DELLA BOLDRINI

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DAGOREPORT

 

renzi e beppe grillo con il gelatorenzi e beppe grillo con il gelato

Per una volta tanto Pittibimbo e Grillo Sparlante si sono trovati d’accordo: le recenti nomine al Senato sono state una cazzata in tutti i sensi. Sono state come quelle della Prima Repubblica e alla fine, quello che più conta, a Renzuccio e Beppone non è venuto in tasca nulla.

 

In termini di poltrone, s’intende. Palazzo Madama una settimana fa  ha sfornato in un colpo solo sedici promozioni (tre vicesegretari generali e ben tredici capiservizio) e il tutto senza che Palazzo Chigi abbia potuto mettere bocca, mentre i pentastellati non sono stati nemmeno interpellati.

 

ZAMPETTI  UGO 
ZAMPETTI UGO

Anzi sono stati tenuti all’oscuro e informati a cose fatte. Adesso, anche se con accenti diversi, il Premier Dixan (per via della sua camicia bianca) e Beppemao non vogliono che la stessa cosa si ripeta alla Camera dove è imminente la sostituzione del segretario generale Ugo Zampetti che andrà in pensione alla fine dell’anno. Così sta prendendo quota una candidatura che registrerebbe la regia occulta  della Boldrinova.

FEDERICO TONIATOFEDERICO TONIATO

 

Alla presidentessa della Camera non dispiacerebbe sistemare sulla poltrona più alta dell’amministrazione il suo caposegreteria Fabrizio Castaldi, che riscuote consensi anche in una parte del Pd. A sbarrargli la strada potrebbero essere due parenti illustri: il fratello di Carme Lasorella, Giacomo, attuale supervisor dell’assemblea, e Guido Letta, il cognome dice tutto, attualmente numero due di Montecitorio. Intanto a poche centinaia di metri dalla Camera , a Palazzo Madama, non si placano le polemiche per le nomine della scorsa settimana. 

Elisabetta SerafinElisabetta Serafin

 

Fa sempre discutere il doppio salto di Federico Toniato, chierichetto di ex Riportino Schifani e monsignore nei Palazzi che contano per conto di Mario Monti. La sua nomina non è proprio andata giù a Luigi Zanda che, per la verità, si è svegliato a giochi fatti  ricordando che per quella poltrona ci sarebbero stati  funzionari altrettanto meritevoli e competenti.