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DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
1. UN SEGRETARIO IN FUGA DAL âCAFONAL'
Francesca Schianchi per "La Stampa"
Lunedì, Roma, versione segretario: presentazione della sua squadra e incontro con il premier Letta. Ieri, martedì, Firenze, versione sindaco: in visita a una scuola, poi riunione di giunta a Palazzo Vecchio, per infine salire al volo su un treno e via, ripartenza per la capitale, per tornare in veste di segretario a riunire i gruppi parlamentari (e a farsi intervistare da «Ballarò»).
«Faccio le mie iniziative da sindaco e poi vado avanti e indietro tra Firenze e Roma», spiega tranquillo Matteo Renzi, come fosse la cosa più naturale del mondo, quando governi una delle principali città italiane (e ti prepari a candidarti per un secondo mandato) e guidi uno dei principali partiti italiani.
Ma lui promette di continuare così, un po' qua un po' là , in una città a fare il sindaco, «il mestiere più bello del mondo», a stare in mezzo alla gente, nell'altra il tempo strettamente indispensabile, per non romanizzarsi e non chiudersi nei Palazzi, in un incastro di appuntamenti e orari dei treni. Un segretario nomade su e giù tra Firenze e Roma.
Per il momento nella capitale non ha preso casa, e non sembra intenzionato ad affittarla. Quando ci va frequenta alcuni alberghi, in zona centro, di cui uno a qualche centinaia di metri dalla sede nazionale del Pd e un altro vicino alla stazione. Tanto, l'intenzione è di stare a Roma solo poche notti (anche se giorni fissi ancora non ne ha individuati, «come faccio a saperlo, sono arrivato ora», diceva a chi glielo chiedeva ieri).
E di tempo per il riposo ce ne sarà poco. Stanotte, per esempio, era la prima notte romana da segretario, preceduta dall'incontro con deputati e senatori ieri sera, ma la sveglia era già fissata presto: alle sette stamane è convocata la segreteria, per poter cominciare a lavorare alle 7.30. «Ci diamo questa linea, dalle 7,30 alle 9, per le segreterie», annunciava ieri: insomma, pare di capire, si prepari la giovane squadra a costanti levatacce («mi sa che abdicherò da capo corrente dei GinDem, inconciliabile con la segreteria alle 7 del mattino», scherza su Twitter il responsabile comunicazione, Francesco Nicodemo).
L'importante per «cambiare verso» sono i primi due mesi e il segretario-sindaco non vuole perdere neanche un attimo. Ispirato forse dall'efficienza teutonica: quando, in luglio, venne ricevuto a Berlino dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, l'appuntamento era fissato alle sei e mezza della mattina (e lui, «per non fare l'italiano», era lì già alle sei e venti).
2. QUEL VERTICE ALLE 7 DI MATTINA E LA LEZIONE DEL DIVO GIULIO
Fabrizio Roncone per "Il Corriere della Sera"
Matteo Renzi ha convocato per questa mattina alle 7, a Roma, nella sede di via delle Fratte, al secondo piano dell'ex Collegio Nazareno dei padri Scolopi, la prima riunione della segreteria politica del Partito democratico. Ai dodici membri, sette donne e cinque uomini, ha fatto sapere che, alle 7.30 in punto, si comincia. Le reazioni della squadra sono state variegate. Uno dei maschi, implorando di rimanere nell'anonimato, fa sapere che, soffrendo di pressione bassa al risveglio, sarà necessario fargli trovare sul tavolo una brocca di caffè bollente.
La deputata Marianna Madia, responsabile Lavoro, saluta invece l'alzataccia con disinvoltura, avendo scoperto il piacere di essere operativa già all'alba con la nascita del primo figlio. Nel mare grande della Rete, ironie taglienti. Su Twitter, citata la battuta del tenente colonnello William «Bill» Kilgore (l'attore Robert Duvall) in Apocalypse Now: «Mi piace l'odore del napalm al mattino...».
Battute a parte, la decisione di Renzi fornisce certamente una sensazione di efficienza, in un miscuglio di euforia e determinazione (tradizionalmente, simili riunioni un po' in tutti i partiti vengono convocate o nella tarda mattina o al tramonto). E comunque non sarà uno spot di circostanza, tutt'altro: il nuovo gran capo del Pd ha infatti comunicato ai suoi che la segreteria verrà riunita con regolarità almeno una volta alla settimana, e sempre alla medesima ora. Con scetticismo qualcuno sottolinea che simili orari, in realtà , gli consentono di allungare la giornata, ed è chiaro che ogni ora può risultare decisiva per uno che ha l'ambizione di guidare un partito, continuare a fare il sindaco di Firenze e studiare da premier.
Sulla tenuta fisica di Renzi, nessun dubbio. Su quella dei magnifici dodici, vedremo. Con il trascorrere dei mesi, molto conteranno, ovviamente, le motivazioni. Giulio Andreotti, che a Palazzo Chigi adorava convocare il Consiglio dei ministri alle 8, per convincere tutti ad essere puntuali, stabiliva che il primo punto all'ordine del giorno fosse quello riguardante le nomine degli enti. Perché, al mattino presto, piace molto anche l'odore del potere.
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